La pietra conta: l’architettura di Elias e Yousef Anastas

Per Elias e Yousef Anastas, gli intraprendenti fratelli che gestiscono lo studio d’architettura AAU Anastas, che ha sede a Parigi e a Betlemme, la pietra è importante.

Per questi architetti, che lavorano nei territori occupati della Cisgiordania, la pietra è il sostrato roccioso del tessuto urbano storico che li circonda, e dà forma al loro senso del luogo e alla loro identità palestinese.

Ma grazie a un regolamento edilizio arcaico, curioso strascico dell’Impero ottomano, la pietra è più che un patrimonio storico: è anche il loro principale vincolo fisico.

“Il regolamento stabilisce che almeno il 70 per cento dell’involucro di un edificio vada rivestito di pietra”, spiega Yousef Anastas, che sta attualmente terminando un dottorato di ricerca sulle tecniche avanzate di costruzione in pietra.

Stonematters Il dipartimento di ricerca di AAU ANASTAS "Scales" e il GSA Lab di ENSA Paris-Malaquais stanno esaminando l'uso di volte in pietra a forma libera tridimensionale in Palestina. La ricerca mira a includere la stereotomia di pietra, i processi di taglio delle pietre, i processi di costruzione nell'architettura contemporanea. Si basa su nuove tecniche di simulazione computazionale e di fabbricazione per presentare una moderna tecnica di costruzione in pietra come parte di un linguaggio architettonico locale e globale. I risultati della ricerca saranno utilizzati per costruire la residenza di artisti e scrittori di el-Atlal a Gerico. In quanto tale, Stonematters è il primo modulo della residenza e il primo caveau costruito della nostra ricerca.

AAU ANASTAS, Stone matters, Gerico, 2017

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AAU ANASTAS, Stone matters, Gerico, 2017

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“Nella tradizione la pietra veniva usata come materiale strutturale, ma oggi viene adoperata sempre più spesso per rivestire strutture di calcestruzzo.” Per i due fratelli, che si sono dati il compito – come dicono loro – di “disacrilizzare” la pietra e reintrodurla nell’architettura contemporanea come sistema strutturale, l’attuale panorama delle tendenze dell’urbanistica palestinese è la prova provata della loro convinzione di una connessione strettissima tra progettazione degli elementi architettonici minimi e morfologia urbana.

“Dato che nel contesto urbano siamo costretti a usare la pietra, succede che le strutture hanno tutte le stesse dimensioni, perché i produttori [del settore litico] sono tutti organizzati allo stesso modo. La nostra ricerca è partita come reazione a questa omologazione”, afferma Yousef.

While We Wait While We Wait è un'installazione immersiva sull'affermazione culturale sulla natura. La torreggiante struttura è costituita da piccoli elementi di pietra provenienti da diverse regioni della Palestina, che si dissolvono verso l'alto da calcare rosso terroso a calcare chiaro. Gli elementi in pietra sono modellati sia da tecniche rivoluzionarie che tradizionali: sono disegnati su un computer, tagliati da robot e rifiniti a mano da artigiani locali.

AAU ANASTAS, While We Wait, 2017

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While We Wait While We Wait è un'installazione immersiva sull'affermazione culturale sulla natura. La torreggiante struttura è costituita da piccoli elementi di pietra provenienti da diverse regioni della Palestina, che si dissolvono verso l'alto da calcare rosso terroso a calcare chiaro. Gli elementi in pietra sono modellati sia da tecniche rivoluzionarie che tradizionali: sono disegnati su un computer, tagliati da robot e rifiniti a mano da artigiani locali.

AAU ANASTAS, While We Wait, 2017

While We Wait While We Wait è un'installazione immersiva sull'affermazione culturale sulla natura. La torreggiante struttura è costituita da piccoli elementi di pietra provenienti da diverse regioni della Palestina, che si dissolvono verso l'alto da calcare rosso terroso a calcare chiaro. Gli elementi in pietra sono modellati sia da tecniche rivoluzionarie che tradizionali: sono disegnati su un computer, tagliati da robot e rifiniti a mano da artigiani locali.

AAU ANASTAS, While We Wait, 2017

While We Wait While We Wait è un'installazione immersiva sull'affermazione culturale sulla natura. La torreggiante struttura è costituita da piccoli elementi di pietra provenienti da diverse regioni della Palestina, che si dissolvono verso l'alto da calcare rosso terroso a calcare chiaro. Gli elementi in pietra sono modellati sia da tecniche rivoluzionarie che tradizionali: sono disegnati su un computer, tagliati da robot e rifiniti a mano da artigiani locali.

AAU ANASTAS, While We Wait, 2017

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AAU ANASTAS, While We Wait, 2017

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AAU ANASTAS, While We Wait, 2017

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AAU ANASTAS, While We Wait, 2017

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AAU ANASTAS, While We Wait, 2017

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AAU ANASTAS, While We Wait, 2017

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AAU ANASTAS, While We Wait, 2017

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AAU ANASTAS, While We Wait, 2017

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AAU ANASTAS, While We Wait, 2017

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AAU ANASTAS, While We Wait, 2017

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AAU ANASTAS, While We Wait, 2017

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AAU ANASTAS, While We Wait, 2017

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AAU ANASTAS, While We Wait, 2017

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AAU ANASTAS, While We Wait, 2017

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AAU ANASTAS, While We Wait, 2017

Secondo Elias Anastas le loro sperimentazioni sono anche una reazione alla rapidità di sviluppo della città palestinese. “Quel che sta succedendo oggi non ha a che fare con l’architettura, è legato automaticamente al consumo di territorio: perché, nel comento in cui si costruisce, in qualche modo si tutela il territorio dall’esproprio”, spiega.

“Perciò la questione del come costruire non è più rilevante. Il punto è come farlo il più rapidamente possibile, ma noi, come architetti, vogliamo creare città più adeguate allo stile di vita.”

Palazzo di Giustizia di Toulkarem Situato all'entrata nord di Toulkarem, il Palazzo di Giustizia prende parte a una più ampia ristrutturazione del tessuto urbano e ospita i tribunali del Magistrato e di primo grado. Il concept urbano proposto determina una successione di volumi: sulla strada per Toulkarem verso la città, un primo edificio ospita servizi pubblici mentre un secondo edificio si svela con uno spazio interstizio coltivato localmente. L'edificio principale è direttamente collegato a uno spazio pubblico frontale, che fissa l'edificio nel suo contesto urbano diretto e offre ai cittadini di Toulkarem uno spazio di aggregazione sociale. La differenza di livelli tra la strada e il piano terra dell'edificio, crea una configurazione di spazio pubblico che stimola i cittadini a investire nello spazio. I massicci muri in pietra locale dell'edificio principale sono scolpiti con diverse geometrie inclinate che proteggono lo spazio interno dall'effetto serra durante l'orario di lavoro, offrendo al contempo ampie viste incorniciate dei paesaggi circostanti.

AAU ANASTAS, Palazzo di Giustizia di Toulkarem, Toulkarem, Palestina, 2015. Foto: Mikaela Burstow

Palazzo di Giustizia di Toulkarem Situato all'entrata nord di Toulkarem, il Palazzo di Giustizia prende parte a una più ampia ristrutturazione del tessuto urbano e ospita i tribunali del Magistrato e di primo grado. Il concept urbano proposto determina una successione di volumi: sulla strada per Toulkarem verso la città, un primo edificio ospita servizi pubblici mentre un secondo edificio si svela con uno spazio interstizio coltivato localmente. L'edificio principale è direttamente collegato a uno spazio pubblico frontale, che fissa l'edificio nel suo contesto urbano diretto e offre ai cittadini di Toulkarem uno spazio di aggregazione sociale. La differenza di livelli tra la strada e il piano terra dell'edificio, crea una configurazione di spazio pubblico che stimola i cittadini a investire nello spazio. I massicci muri in pietra locale dell'edificio principale sono scolpiti con diverse geometrie inclinate che proteggono lo spazio interno dall'effetto serra durante l'orario di lavoro, offrendo al contempo ampie viste incorniciate dei paesaggi circostanti.

AAU ANASTAS, Palazzo di Giustizia di Toulkarem, Toulkarem, Palestina, 2015. Foto: Mikaela Burstow

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AAU ANASTAS, Palazzo di Giustizia di Toulkarem, Toulkarem, Palestina, 2015. Foto: Mikaela Burstow

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AAU ANASTAS, Palazzo di Giustizia di Toulkarem, Toulkarem, Palestina, 2015. Foto: Mikaela Burstow

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AAU ANASTAS, Palazzo di Giustizia di Toulkarem, Toulkarem, Palestina, 2015. Foto: Mikaela Burstow

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AAU ANASTAS, Palazzo di Giustizia di Toulkarem, Toulkarem, Palestina, 2015. Foto: Mikaela Burstow

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AAU ANASTAS, Palazzo di Giustizia di Toulkarem, Toulkarem, Palestina, 2015. Foto: Mikaela Burstow

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AAU ANASTAS, Palazzo di Giustizia di Toulkarem, Toulkarem, Palestina, 2015. Foto: Mikaela Burstow

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AAU ANASTAS, Palazzo di Giustizia di Toulkarem, Toulkarem, Palestina, 2015. Foto: Mikaela Burstow

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Palazzo di Giustizia di Toulkarem Situato all'entrata nord di Toulkarem, il Palazzo di Giustizia prende parte a una più ampia ristrutturazione del tessuto urbano e ospita i tribunali del Magistrato e di primo grado. Il concept urbano proposto determina una successione di volumi: sulla strada per Toulkarem verso la città, un primo edificio ospita servizi pubblici mentre un secondo edificio si svela con uno spazio interstizio coltivato localmente. L'edificio principale è direttamente collegato a uno spazio pubblico frontale, che fissa l'edificio nel suo contesto urbano diretto e offre ai cittadini di Toulkarem uno spazio di aggregazione sociale. La differenza di livelli tra la strada e il piano terra dell'edificio, crea una configurazione di spazio pubblico che stimola i cittadini a investire nello spazio. I massicci muri in pietra locale dell'edificio principale sono scolpiti con diverse geometrie inclinate che proteggono lo spazio interno dall'effetto serra durante l'orario di lavoro, offrendo al contempo ampie viste incorniciate dei paesaggi circostanti.

AAU ANASTAS, Palazzo di Giustizia di Toulkarem, Toulkarem, Palestina, 2015. Foto: Mikaela Burstow

Palazzo di Giustizia di Toulkarem Situato all'entrata nord di Toulkarem, il Palazzo di Giustizia prende parte a una più ampia ristrutturazione del tessuto urbano e ospita i tribunali del Magistrato e di primo grado. Il concept urbano proposto determina una successione di volumi: sulla strada per Toulkarem verso la città, un primo edificio ospita servizi pubblici mentre un secondo edificio si svela con uno spazio interstizio coltivato localmente. L'edificio principale è direttamente collegato a uno spazio pubblico frontale, che fissa l'edificio nel suo contesto urbano diretto e offre ai cittadini di Toulkarem uno spazio di aggregazione sociale. La differenza di livelli tra la strada e il piano terra dell'edificio, crea una configurazione di spazio pubblico che stimola i cittadini a investire nello spazio. I massicci muri in pietra locale dell'edificio principale sono scolpiti con diverse geometrie inclinate che proteggono lo spazio interno dall'effetto serra durante l'orario di lavoro, offrendo al contempo ampie viste incorniciate dei paesaggi circostanti.

AAU ANASTAS, Palazzo di Giustizia di Toulkarem, Toulkarem, Palestina, 2015. Foto: Mikaela Burstow

Palazzo di Giustizia di Toulkarem Situato all'entrata nord di Toulkarem, il Palazzo di Giustizia prende parte a una più ampia ristrutturazione del tessuto urbano e ospita i tribunali del Magistrato e di primo grado. Il concept urbano proposto determina una successione di volumi: sulla strada per Toulkarem verso la città, un primo edificio ospita servizi pubblici mentre un secondo edificio si svela con uno spazio interstizio coltivato localmente. L'edificio principale è direttamente collegato a uno spazio pubblico frontale, che fissa l'edificio nel suo contesto urbano diretto e offre ai cittadini di Toulkarem uno spazio di aggregazione sociale. La differenza di livelli tra la strada e il piano terra dell'edificio, crea una configurazione di spazio pubblico che stimola i cittadini a investire nello spazio. I massicci muri in pietra locale dell'edificio principale sono scolpiti con diverse geometrie inclinate che proteggono lo spazio interno dall'effetto serra durante l'orario di lavoro, offrendo al contempo ampie viste incorniciate dei paesaggi circostanti.

AAU ANASTAS, Palazzo di Giustizia di Toulkarem, Toulkarem, Palestina, 2015. Foto: Mikaela Burstow

Palazzo di Giustizia di Toulkarem Situato all'entrata nord di Toulkarem, il Palazzo di Giustizia prende parte a una più ampia ristrutturazione del tessuto urbano e ospita i tribunali del Magistrato e di primo grado. Il concept urbano proposto determina una successione di volumi: sulla strada per Toulkarem verso la città, un primo edificio ospita servizi pubblici mentre un secondo edificio si svela con uno spazio interstizio coltivato localmente. L'edificio principale è direttamente collegato a uno spazio pubblico frontale, che fissa l'edificio nel suo contesto urbano diretto e offre ai cittadini di Toulkarem uno spazio di aggregazione sociale. La differenza di livelli tra la strada e il piano terra dell'edificio, crea una configurazione di spazio pubblico che stimola i cittadini a investire nello spazio. I massicci muri in pietra locale dell'edificio principale sono scolpiti con diverse geometrie inclinate che proteggono lo spazio interno dall'effetto serra durante l'orario di lavoro, offrendo al contempo ampie viste incorniciate dei paesaggi circostanti.

AAU ANASTAS, Palazzo di Giustizia di Toulkarem, Toulkarem, Palestina, 2015. Foto: Mikaela Burstow

axonometrical view 2 Situato all'entrata nord di Toulkarem, il Palazzo di Giustizia prende parte a una più ampia ristrutturazione del tessuto urbano e ospita i tribunali del Magistrato e di primo grado. Il concept urbano proposto determina una successione di volumi: sulla strada per Toulkarem verso la città, un primo edificio ospita servizi pubblici mentre un secondo edificio si svela con uno spazio interstizio coltivato localmente. L'edificio principale è direttamente collegato a uno spazio pubblico frontale, che fissa l'edificio nel suo contesto urbano diretto e offre ai cittadini di Toulkarem uno spazio di aggregazione sociale. La differenza di livelli tra la strada e il piano terra dell'edificio, crea una configurazione di spazio pubblico che stimola i cittadini a investire nello spazio. I massicci muri in pietra locale dell'edificio principale sono scolpiti con diverse geometrie inclinate che proteggono lo spazio interno dall'effetto serra durante l'orario di lavoro, offrendo al contempo ampie viste incorniciate dei paesaggi circostanti.

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Model Situato all'entrata nord di Toulkarem, il Palazzo di Giustizia prende parte a una più ampia ristrutturazione del tessuto urbano e ospita i tribunali del Magistrato e di primo grado. Il concept urbano proposto determina una successione di volumi: sulla strada per Toulkarem verso la città, un primo edificio ospita servizi pubblici mentre un secondo edificio si svela con uno spazio interstizio coltivato localmente. L'edificio principale è direttamente collegato a uno spazio pubblico frontale, che fissa l'edificio nel suo contesto urbano diretto e offre ai cittadini di Toulkarem uno spazio di aggregazione sociale. La differenza di livelli tra la strada e il piano terra dell'edificio, crea una configurazione di spazio pubblico che stimola i cittadini a investire nello spazio. I massicci muri in pietra locale dell'edificio principale sono scolpiti con diverse geometrie inclinate che proteggono lo spazio interno dall'effetto serra durante l'orario di lavoro, offrendo al contempo ampie viste incorniciate dei paesaggi circostanti.

AAU ANASTAS, Palazzo di Giustizia di Toulkarem, Toulkarem, Palestina, 2015. Foto: Mikaela Burstow

Palazzo di Giustizia di Toulkarem Situato all'entrata nord di Toulkarem, il Palazzo di Giustizia prende parte a una più ampia ristrutturazione del tessuto urbano e ospita i tribunali del Magistrato e di primo grado. Il concept urbano proposto determina una successione di volumi: sulla strada per Toulkarem verso la città, un primo edificio ospita servizi pubblici mentre un secondo edificio si svela con uno spazio interstizio coltivato localmente. L'edificio principale è direttamente collegato a uno spazio pubblico frontale, che fissa l'edificio nel suo contesto urbano diretto e offre ai cittadini di Toulkarem uno spazio di aggregazione sociale. La differenza di livelli tra la strada e il piano terra dell'edificio, crea una configurazione di spazio pubblico che stimola i cittadini a investire nello spazio. I massicci muri in pietra locale dell'edificio principale sono scolpiti con diverse geometrie inclinate che proteggono lo spazio interno dall'effetto serra durante l'orario di lavoro, offrendo al contempo ampie viste incorniciate dei paesaggi circostanti.

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Model Situato all'entrata nord di Toulkarem, il Palazzo di Giustizia prende parte a una più ampia ristrutturazione del tessuto urbano e ospita i tribunali del Magistrato e di primo grado. Il concept urbano proposto determina una successione di volumi: sulla strada per Toulkarem verso la città, un primo edificio ospita servizi pubblici mentre un secondo edificio si svela con uno spazio interstizio coltivato localmente. L'edificio principale è direttamente collegato a uno spazio pubblico frontale, che fissa l'edificio nel suo contesto urbano diretto e offre ai cittadini di Toulkarem uno spazio di aggregazione sociale. La differenza di livelli tra la strada e il piano terra dell'edificio, crea una configurazione di spazio pubblico che stimola i cittadini a investire nello spazio. I massicci muri in pietra locale dell'edificio principale sono scolpiti con diverse geometrie inclinate che proteggono lo spazio interno dall'effetto serra durante l'orario di lavoro, offrendo al contempo ampie viste incorniciate dei paesaggi circostanti.

AAU ANASTAS, Palazzo di Giustizia di Toulkarem, Toulkarem, Palestina, 2015. Foto: Mikaela Burstow

No Title Situato all'entrata nord di Toulkarem, il Palazzo di Giustizia prende parte a una più ampia ristrutturazione del tessuto urbano e ospita i tribunali del Magistrato e di primo grado. Il concept urbano proposto determina una successione di volumi: sulla strada per Toulkarem verso la città, un primo edificio ospita servizi pubblici mentre un secondo edificio si svela con uno spazio interstizio coltivato localmente. L'edificio principale è direttamente collegato a uno spazio pubblico frontale, che fissa l'edificio nel suo contesto urbano diretto e offre ai cittadini di Toulkarem uno spazio di aggregazione sociale. La differenza di livelli tra la strada e il piano terra dell'edificio, crea una configurazione di spazio pubblico che stimola i cittadini a investire nello spazio. I massicci muri in pietra locale dell'edificio principale sono scolpiti con diverse geometrie inclinate che proteggono lo spazio interno dall'effetto serra durante l'orario di lavoro, offrendo al contempo ampie viste incorniciate dei paesaggi circostanti.

AAU ANASTAS, Palazzo di Giustizia di Toulkarem, Toulkarem, Palestina, 2015. Foto: Mikaela Burstow

Palazzo di Giustizia di Toulkarem Situato all'entrata nord di Toulkarem, il Palazzo di Giustizia prende parte a una più ampia ristrutturazione del tessuto urbano e ospita i tribunali del Magistrato e di primo grado. Il concept urbano proposto determina una successione di volumi: sulla strada per Toulkarem verso la città, un primo edificio ospita servizi pubblici mentre un secondo edificio si svela con uno spazio interstizio coltivato localmente. L'edificio principale è direttamente collegato a uno spazio pubblico frontale, che fissa l'edificio nel suo contesto urbano diretto e offre ai cittadini di Toulkarem uno spazio di aggregazione sociale. La differenza di livelli tra la strada e il piano terra dell'edificio, crea una configurazione di spazio pubblico che stimola i cittadini a investire nello spazio. I massicci muri in pietra locale dell'edificio principale sono scolpiti con diverse geometrie inclinate che proteggono lo spazio interno dall'effetto serra durante l'orario di lavoro, offrendo al contempo ampie viste incorniciate dei paesaggi circostanti.

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Con questo obiettivo i due fratelli hanno intrapreso una serie di sperimentazioni a partire dal 2012, quando hanno aperto a Parigi il secondo studio AAU Anastas (il primo, a Betlemme, è stato fondato dai loro genitori, anch’essi architetti, nel 1979). Ne sono usciti vari edifici pubblici vincitori di premi, come il tribunale di Tulkarem, una serie di strutture di pietra che sfidano la forza di gravità e una collezione d’arredamento contemporaneo di produzione artigianale. Tutti progetti che rispecchiano la scelta dei due fratelli di lavorare su scale differenti mettendo in discussione le convinzioni cui si ispira la pratica dell’architettura contemporanea.

Ne è un esempio Analogy, il più recente progetto di ricerca dei due fratelli: una volta di pietra autoportante, presentata in ottobre al festival biennale Qalandiya International, nell’ambito di Jerusalem Show IX. Analogy, ispirata all’aqd takaneh – la tradizionale tipologia di volta rettangolare in pietra, comunemente adottata nell’architettura domestica palestinese almeno dal XIII secolo – fonde forme architettoniche storiche, artigianato e materiali tradizionali con l’innovazione del progetto e delle tecniche edilizie. I due fratelli descrivono il risultato come il primo esempio di quello che potrebbe essere definito un manuale di modelli per il XXI secolo.

Analogy Analogy è il più recente progetto di ricerca dei due fratelli: una volta di pietra autoportante, presentata in ottobre al festival biennale Qalandiya International, nell’ambito di Jerusalem Show IX. Analogy, ispirata all’aqd takaneh– la tradizionale tipologia di volta rettangolare in pietra, comunemente adottata nell’architettura domestica palestinese almeno dal XIII secolo – fonde forme architettoniche storiche, artigianato e materiali tradizionali con l’innovazione del progetto e delle tecniche edilizie. I due fratelli descrivono il risultato come il primo esempio di quello che potrebbe essere definito un manuale di modelli per il XXI secolo.

AAU ANASTAS, Analogy, festival biennale Qalandiya International, Jerusalem Show IX, 2018

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AAU ANASTAS, Analogy, festival biennale Qalandiya International, Jerusalem Show IX, 2018

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AAU ANASTAS, Analogy, festival biennale Qalandiya International, Jerusalem Show IX, 2018

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AAU ANASTAS, Analogy, festival biennale Qalandiya International, Jerusalem Show IX, 2018

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AAU ANASTAS, Analogy, festival biennale Qalandiya International, Jerusalem Show IX, 2018

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AAU ANASTAS, Analogy, festival biennale Qalandiya International, Jerusalem Show IX, 2018

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AAU ANASTAS, Analogy, festival biennale Qalandiya International, Jerusalem Show IX, 2018

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AAU ANASTAS, Analogy, festival biennale Qalandiya International, Jerusalem Show IX, 2018

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AAU ANASTAS, Analogy, festival biennale Qalandiya International, Jerusalem Show IX, 2018

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AAU ANASTAS, Analogy, festival biennale Qalandiya International, Jerusalem Show IX, 2018

“L’idea sta nel ridurre gli elementi architettonici alla forma più semplice, con lo scopo di democratizzare l’uso della pietra come materiale strutturale”, sottolinea Elias Anastas. “E il nostro obiettivo è la creazione di un vocabolario degli elementi fondamentali dell’architettura – architrave, colonna, volta – che si possano generare per stereotomia per creare forme economicamente accessibili.” La stereotomia, un tipo di geometria applicata un tempo appannaggio esclusivo dell’architetto costruttore e del capomastro, implica la precisa progettazione matematica, il taglio e il montaggio di singole unità di pietra ed è la tecnica che i due fratelli hanno scelto per condurre la loro rivoluzione strutturale.

In Analogy la stereotomia ha permesso ai fratelli di creare una volta piana di 1.500 chilogrammi profonda soltanto otto centimetri, definita dalle variazioni di profili sinusoidali che formano delle superfici costolate a doppia curvatura e conferiscono alle pietre il necessario grado di reciprocità strutturale. Il risultato è una struttura di ispirazione storica, tanto rispettosa del contesto quanto inedita. In settembre i due fratelli hanno usato tecniche analoghe per costruire nell’abbazia di Santa Maria della ResurrezioneThe Flat Vault, un soffitto composto da 169 pietre cuneiformi a incastro. Il monastero del XII secolo, importante meta di pellegrinaggio cristiano, si trova sulle alture della Giudea nel cuore del villaggio di Abu Gosh, in uno dei tre possibili siti della biblica città di Emmaus.

The Flat Vault Il progetto per il nuovo negozio di St. Mary of the Resurrection Abbey si basa su un principio costruttivo innovativo, che intreccia letteralmente pietre per ottenere la prima volta in pietra piatta rinforzata di tale scala. Le tecniche utilizzate per la costruzione si basano su nuove tecniche di progettazione e simulazione del comportamento strutturale della struttura, nonché su metodi di fabbricazione e montaggio che consentono l'assemblaggio di precisi collegamenti topologici.

AAU ANASTAS, The Flat Vault, Gerusalemme, 2018

The Flat Vault Il progetto per il nuovo negozio di St. Mary of the Resurrection Abbey si basa su un principio costruttivo innovativo, che intreccia letteralmente pietre per ottenere la prima volta in pietra piatta rinforzata di tale scala. Le tecniche utilizzate per la costruzione si basano su nuove tecniche di progettazione e simulazione del comportamento strutturale della struttura, nonché su metodi di fabbricazione e montaggio che consentono l'assemblaggio di precisi collegamenti topologici.

AAU ANASTAS, The Flat Vault, Gerusalemme, 2018

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AAU ANASTAS, The Flat Vault, Gerusalemme, 2018

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AAU ANASTAS, The Flat Vault, Gerusalemme, 2018

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AAU ANASTAS, The Flat Vault, Gerusalemme, 2018

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AAU ANASTAS, The Flat Vault, Gerusalemme, 2018

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AAU ANASTAS, The Flat Vault, Gerusalemme, 2018

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AAU ANASTAS, The Flat Vault, Gerusalemme, 2018

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AAU ANASTAS, The Flat Vault, Gerusalemme, 2018

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AAU ANASTAS, The Flat Vault, Gerusalemme, 2018

The Flat Vault Il progetto per il nuovo negozio di St. Mary of the Resurrection Abbey si basa su un principio costruttivo innovativo, che intreccia letteralmente pietre per ottenere la prima volta in pietra piatta rinforzata di tale scala. Le tecniche utilizzate per la costruzione si basano su nuove tecniche di progettazione e simulazione del comportamento strutturale della struttura, nonché su metodi di fabbricazione e montaggio che consentono l'assemblaggio di precisi collegamenti topologici.

AAU ANASTAS, The Flat Vault, Gerusalemme, 2018

The Flat Vault Il progetto per il nuovo negozio di St. Mary of the Resurrection Abbey si basa su un principio costruttivo innovativo, che intreccia letteralmente pietre per ottenere la prima volta in pietra piatta rinforzata di tale scala. Le tecniche utilizzate per la costruzione si basano su nuove tecniche di progettazione e simulazione del comportamento strutturale della struttura, nonché su metodi di fabbricazione e montaggio che consentono l'assemblaggio di precisi collegamenti topologici.

AAU ANASTAS, The Flat Vault, Gerusalemme, 2018

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AAU ANASTAS, The Flat Vault, Gerusalemme, 2018

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AAU ANASTAS, The Flat Vault, Gerusalemme, 2018

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AAU ANASTAS, The Flat Vault, Gerusalemme, 2018

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AAU ANASTAS, The Flat Vault, Gerusalemme, 2018

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AAU ANASTAS, The Flat Vault, Gerusalemme, 2018

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AAU ANASTAS, The Flat Vault, Gerusalemme, 2018

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AAU ANASTAS, The Flat Vault, Gerusalemme, 2018

Progettato da Scales, il dipartimento di ricerca di AAU Anastas, in collaborazione con il Laboratoire Géométrie, Structure et Architecture dell’École Nationale Supérieure d'architecture Paris-Malaquais,The Flat Vault è il soffitto del punto di vendita del monastero. Il soffitto, pensato fin dall’inizio come una struttura edilizia di pietra la cui integrità si regge su massicci pilastri di pietra e su una delicata stereotomia, è fisicamente costituito da un incastro di pietre calcaree: la prima volta piana di pietra armata di questo genere realizzata a una tale scala.

Elias Anastas ammette che l’ambizione di suo fratello di trasformare il loro paese natale tramite la stereotomia può apparire “un po’ folle”, ma entrambi sono convinti che l’elaborazione di un repertorio di elementi architettonici predefiniti ed economicamente convenienti offra la potenzialità di trasformare la città palestinese volta dopo volta, architrave dopo architrave. “L’altra idea è ridurre al minimo tutte le specifiche e gli incartamenti di un edificio e, usando tecniche edilizie assolutamente classiche e riducendo i requisiti, renderlo accessibile a qualunque affittuario invece che esclusivo”, conclude Elias Anastas.

Turbo.indd Il duo Anastas cercava un modo per inserire tecniche artigianali locali nel proprio lavoro. Il loro vivo interesse per i mobili deriva dal loro lavoro architettonico. Local Industries collabora con specifici artigiani palestinesi: la concezione e la produzione di mobili avviene attraverso un costante scambio di continuità tra tutti gli agenti, minando così i soliti confini che separano la concezione dalla produzione. Il risultato è un nuovo tipo di oggetto, che si adatta ai mezzi di produzione locali, ma anche ai lavori moderni o agli spazi abitativi che richiedono un elevato standard di funzionalità, estetica e qualità.

Local Industries è stata fondata nel 2011 dal duo di  architetti palestinesi

Local Industries di Elias e Yousef Anastas Il duo Anastas cercava un modo per inserire tecniche artigianali locali nel proprio lavoro. Il loro vivo interesse per i mobili deriva dal loro lavoro architettonico. Local Industries collabora con specifici artigiani palestinesi: la concezione e la produzione di mobili avviene attraverso un costante scambio di continuità tra tutti gli agenti, minando così i soliti confini che separano la concezione dalla produzione. Il risultato è un nuovo tipo di oggetto, che si adatta ai mezzi di produzione locali, ma anche ai lavori moderni o agli spazi abitativi che richiedono un elevato standard di funzionalità, estetica e qualità.

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Local Industries di Elias e Yousef Anastas Il duo Anastas cercava un modo per inserire tecniche artigianali locali nel proprio lavoro. Il loro vivo interesse per i mobili deriva dal loro lavoro architettonico. Local Industries collabora con specifici artigiani palestinesi: la concezione e la produzione di mobili avviene attraverso un costante scambio di continuità tra tutti gli agenti, minando così i soliti confini che separano la concezione dalla produzione. Il risultato è un nuovo tipo di oggetto, che si adatta ai mezzi di produzione locali, ma anche ai lavori moderni o agli spazi abitativi che richiedono un elevato standard di funzionalità, estetica e qualità.

Local Industries è stata fondata nel 2011 dal duo di  architetti palestinesi

Local Industries di Elias e Yousef Anastas Il duo Anastas cercava un modo per inserire tecniche artigianali locali nel proprio lavoro. Il loro vivo interesse per i mobili deriva dal loro lavoro architettonico. Local Industries collabora con specifici artigiani palestinesi: la concezione e la produzione di mobili avviene attraverso un costante scambio di continuità tra tutti gli agenti, minando così i soliti confini che separano la concezione dalla produzione. Il risultato è un nuovo tipo di oggetto, che si adatta ai mezzi di produzione locali, ma anche ai lavori moderni o agli spazi abitativi che richiedono un elevato standard di funzionalità, estetica e qualità.

Local Industries è stata fondata nel 2011 dal duo di  architetti palestinesi

Local Industries di Elias e Yousef Anastas Il duo Anastas cercava un modo per inserire tecniche artigianali locali nel proprio lavoro. Il loro vivo interesse per i mobili deriva dal loro lavoro architettonico. Local Industries collabora con specifici artigiani palestinesi: la concezione e la produzione di mobili avviene attraverso un costante scambio di continuità tra tutti gli agenti, minando così i soliti confini che separano la concezione dalla produzione. Il risultato è un nuovo tipo di oggetto, che si adatta ai mezzi di produzione locali, ma anche ai lavori moderni o agli spazi abitativi che richiedono un elevato standard di funzionalità, estetica e qualità.

Local Industries è stata fondata nel 2011 dal duo di  architetti palestinesi

Local Industries di Elias e Yousef Anastas Il duo Anastas cercava un modo per inserire tecniche artigianali locali nel proprio lavoro. Il loro vivo interesse per i mobili deriva dal loro lavoro architettonico. Local Industries collabora con specifici artigiani palestinesi: la concezione e la produzione di mobili avviene attraverso un costante scambio di continuità tra tutti gli agenti, minando così i soliti confini che separano la concezione dalla produzione. Il risultato è un nuovo tipo di oggetto, che si adatta ai mezzi di produzione locali, ma anche ai lavori moderni o agli spazi abitativi che richiedono un elevato standard di funzionalità, estetica e qualità.

Local Industries è stata fondata nel 2011 dal duo di  architetti palestinesi

Local Industries di Elias e Yousef Anastas Il duo Anastas cercava un modo per inserire tecniche artigianali locali nel proprio lavoro. Il loro vivo interesse per i mobili deriva dal loro lavoro architettonico. Local Industries collabora con specifici artigiani palestinesi: la concezione e la produzione di mobili avviene attraverso un costante scambio di continuità tra tutti gli agenti, minando così i soliti confini che separano la concezione dalla produzione. Il risultato è un nuovo tipo di oggetto, che si adatta ai mezzi di produzione locali, ma anche ai lavori moderni o agli spazi abitativi che richiedono un elevato standard di funzionalità, estetica e qualità.

Local Industries è stata fondata nel 2011 dal duo di  architetti palestinesi

Local Industries di Elias e Yousef Anastas Il duo Anastas cercava un modo per inserire tecniche artigianali locali nel proprio lavoro. Il loro vivo interesse per i mobili deriva dal loro lavoro architettonico. Local Industries collabora con specifici artigiani palestinesi: la concezione e la produzione di mobili avviene attraverso un costante scambio di continuità tra tutti gli agenti, minando così i soliti confini che separano la concezione dalla produzione. Il risultato è un nuovo tipo di oggetto, che si adatta ai mezzi di produzione locali, ma anche ai lavori moderni o agli spazi abitativi che richiedono un elevato standard di funzionalità, estetica e qualità.

Local Industries è stata fondata nel 2011 dal duo di  architetti palestinesi

Local Industries di Elias e Yousef Anastas Il duo Anastas cercava un modo per inserire tecniche artigianali locali nel proprio lavoro. Il loro vivo interesse per i mobili deriva dal loro lavoro architettonico. Local Industries collabora con specifici artigiani palestinesi: la concezione e la produzione di mobili avviene attraverso un costante scambio di continuità tra tutti gli agenti, minando così i soliti confini che separano la concezione dalla produzione. Il risultato è un nuovo tipo di oggetto, che si adatta ai mezzi di produzione locali, ma anche ai lavori moderni o agli spazi abitativi che richiedono un elevato standard di funzionalità, estetica e qualità.

Local Industries è stata fondata nel 2011 dal duo di  architetti palestinesi

Local Industries di Elias e Yousef Anastas Il duo Anastas cercava un modo per inserire tecniche artigianali locali nel proprio lavoro. Il loro vivo interesse per i mobili deriva dal loro lavoro architettonico. Local Industries collabora con specifici artigiani palestinesi: la concezione e la produzione di mobili avviene attraverso un costante scambio di continuità tra tutti gli agenti, minando così i soliti confini che separano la concezione dalla produzione. Il risultato è un nuovo tipo di oggetto, che si adatta ai mezzi di produzione locali, ma anche ai lavori moderni o agli spazi abitativi che richiedono un elevato standard di funzionalità, estetica e qualità.

Local Industries è stata fondata nel 2011 dal duo di  architetti palestinesi

Local Industries di Elias e Yousef Anastas Il duo Anastas cercava un modo per inserire tecniche artigianali locali nel proprio lavoro. Il loro vivo interesse per i mobili deriva dal loro lavoro architettonico. Local Industries collabora con specifici artigiani palestinesi: la concezione e la produzione di mobili avviene attraverso un costante scambio di continuità tra tutti gli agenti, minando così i soliti confini che separano la concezione dalla produzione. Il risultato è un nuovo tipo di oggetto, che si adatta ai mezzi di produzione locali, ma anche ai lavori moderni o agli spazi abitativi che richiedono un elevato standard di funzionalità, estetica e qualità.

Local Industries è stata fondata nel 2011 dal duo di  architetti palestinesi

Local Industries di Elias e Yousef Anastas Il duo Anastas cercava un modo per inserire tecniche artigianali locali nel proprio lavoro. Il loro vivo interesse per i mobili deriva dal loro lavoro architettonico. Local Industries collabora con specifici artigiani palestinesi: la concezione e la produzione di mobili avviene attraverso un costante scambio di continuità tra tutti gli agenti, minando così i soliti confini che separano la concezione dalla produzione. Il risultato è un nuovo tipo di oggetto, che si adatta ai mezzi di produzione locali, ma anche ai lavori moderni o agli spazi abitativi che richiedono un elevato standard di funzionalità, estetica e qualità.

Local Industries è stata fondata nel 2011 dal duo di  architetti palestinesi

AAU Anastas, lavorando con artigiani locali in modo non solo innovativo ma propizio alla rinascita delle competenze e al sostegno dell’economia locale, propone un modello di edilizia che pare avere più tratti in comune con l’edilizia medioevale che con le pratiche costruttive contemporanee. Se avranno successo, i fratelli Anastas otterranno qualcosa i più di un’innovazione architettonica: riusciranno a fare ancora una volta di Gerusalemme un crocevia mondiale dell’ispirazione estetica e intellettuale, posizione che occupava all’inizio del primo millennio. “Il nostro progetto più recente di chiama Analogy perché riguarda archetipi architettonici analoghi agli elementi che già si ritrovano nella città, non solo in Palestina, ma in tutta la sfera della stereotomia”, spiega Elias Anastas. “E, così come la città ha un influsso sulla civiltà, Gerusalemme e più in generale la Palestina rappresentano luogo non solo dotato di una specifica architettura ma anche profondamente legato ad altre parti del mondo”.

The Wonder Cabinet The Wonder Cabinet è un progetto fondato da Local Industries. Il progetto mira a rimodellare la storica fabbrica Bandak in una struttura ibrida che combina la produzione industriale con una piattaforma culturale e sociale flessibile.

The Wonder Cabinet, un progetto di Local Industries, 2018

The Wonder Cabinet The Wonder Cabinet è un progetto fondato da Local Industries. Il progetto mira a rimodellare la storica fabbrica Bandak in una struttura ibrida che combina la produzione industriale con una piattaforma culturale e sociale flessibile.

The Wonder Cabinet, un progetto di Local Industries, 2018

The Wonder Cabinet The Wonder Cabinet è un progetto fondato da Local Industries. Il progetto mira a rimodellare la storica fabbrica Bandak in una struttura ibrida che combina la produzione industriale con una piattaforma culturale e sociale flessibile.

The Wonder Cabinet, un progetto di Local Industries, 2018

The Wonder Cabinet The Wonder Cabinet è un progetto fondato da Local Industries. Il progetto mira a rimodellare la storica fabbrica Bandak in una struttura ibrida che combina la produzione industriale con una piattaforma culturale e sociale flessibile.

The Wonder Cabinet, un progetto di Local Industries, 2018

The Wonder Cabinet The Wonder Cabinet è un progetto fondato da Local Industries. Il progetto mira a rimodellare la storica fabbrica Bandak in una struttura ibrida che combina la produzione industriale con una piattaforma culturale e sociale flessibile.

The Wonder Cabinet, un progetto di Local Industries, 2018

The Wonder Cabinet The Wonder Cabinet è un progetto fondato da Local Industries. Il progetto mira a rimodellare la storica fabbrica Bandak in una struttura ibrida che combina la produzione industriale con una piattaforma culturale e sociale flessibile.

The Wonder Cabinet, un progetto di Local Industries, 2018

The Wonder Cabinet The Wonder Cabinet è un progetto fondato da Local Industries. Il progetto mira a rimodellare la storica fabbrica Bandak in una struttura ibrida che combina la produzione industriale con una piattaforma culturale e sociale flessibile.

The Wonder Cabinet, un progetto di Local Industries, 2018

The Wonder Cabinet The Wonder Cabinet è un progetto fondato da Local Industries. Il progetto mira a rimodellare la storica fabbrica Bandak in una struttura ibrida che combina la produzione industriale con una piattaforma culturale e sociale flessibile.

The Wonder Cabinet, un progetto di Local Industries, 2018

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The Wonder Cabinet, un progetto di Local Industries, 2018

The Wonder Cabinet The Wonder Cabinet è un progetto fondato da Local Industries. Il progetto mira a rimodellare la storica fabbrica Bandak in una struttura ibrida che combina la produzione industriale con una piattaforma culturale e sociale flessibile.

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