“Upper West”: Berlino Ovest si sviluppa in altezza

Accanto alla rinomata Chiesa della Memoria, il grattacielo firmato da Christoph Langhof è una scultura in acciaio e vetro alta 118m.

Christoph Langhof, Upper West, Berlino, 2017

Dallo scorso maggio 2017 West Berlin – la zona ovest della capitale tedesca, così come è stata definita in seguito alla costruzione del muro nel 1961 – vanta un nuovo fiore all’occhiello in campo architettonico: una sorta di gigante scultura a forma di monolite di colore bianco splendente che si erge nella Breitscheidplatz accanto alla rinomata Chiesa della Memoria (la Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche, il cui rudere post Seconda Guerra Mondiale è stato affiancato a inizio anni ’60 da quattro edifici in cemento armato progettati da Egon Eiermann). Situato a un passo dal Kurfürstendamm (la via più esclusiva per lo shopping con i grandi magazzini KaDeWe) e dalla storica stazione Zoologischer Garten, si tratta di Upper West, un grattacielo di 118 metri d’altezza firmato dallo studio di architettura guidato dal Prof. Christoph Langhof.

Christoph Langhof, Upper West, Berlino, 2017. Foto Tobias Nikolajew
Christoph Langhof, Upper West, Berlino, 2017. Foto Tobias Nikolajew

Composto da due elementi architettonici – un blocco antistante più basso, di otto piani, e il grattacielo vero e proprio, una costruzione in acciaio e vetro alta 118 m – il complesso ha una superficie totale di 53.000 metri quadri suddivisi tra uffici, spazi commerciali e appartamenti di lusso. Ma non è tutto, i primi 10 piani della torre ospitano il più grande hotel della catena alberghiera tedesca Motel One, mentre al 33esimo e ultimo piano un elegante lunghe bar offre un’impagabile vista panoramica sulla città. 



La storia di Upper West è lunga e complessa. È infatti già nel 1994 che il Prof. Langhof elabora i primi bozzetti del progetto allora conosciuto come ‘Atlas Tower’. È soltanto l’inizio di una vicenda ampiamente discussa e durata ben vent’anni. 

Christoph Langhof, Upper West, Berlino, 2017. Foto Tobias Nikolajew
Christoph Langhof, Upper West, Berlino, 2017. Foto Tobias Nikolajew

A inizio anni Novanta il sito nel cuore della Berlino Ovest ospitava la Schimmelpfenghaus: costruito da Gustav Müller e Franz–Heinrich Sobotka nel 1957-1960 e considerato all’epoca  monumento architettonico parte integrante del patrimonio storico-culturale berlinese, l’edificio con una sezione centrale a ponte sulla Kantstraße venne poi demolito in due fasi, rispettivamente nel 2009 e poi da dicembre 2012 fino a febbraio 2013, per fare spazio a un nuovo sviluppo urbano che valorizzasse l’area.

Christoph Langhof, Upper West, Berlino, 2017. Foto Tobias Nikolajew
Christoph Langhof, Upper West, Berlino, 2017. Foto Tobias Nikolajew

Langhof, che conosceva bene la Schimmelpfenghaus perché qui si trovava la sede dell’ufficio del suo studio di architettura, aveva osservato in prima persona a inizio anni Novanta come la zona attraesse sempre meno passaggio, degradandosi via via e trasformandosi in un fulcro di attività illecite. A suo avviso, la struttura dell’edificio ne era in parte responsabile: la Schimmelpfenghaus faceva da ostacolo, da frattura architettonica sia fisica che visiva, contribuendo così a rovinare l’atmosfera cosmopolita e vivace che caratterizzava questo crogiolo di strade negli anni Cinquanta. Si convinse quindi della necessità di un intervento urbanistico che risolvesse questa problematica: per ripristinare il flair chic-borghese e dare respiro alla Chiesa della Memoria – e di riflesso all’intera zona – occorreva liberare l’imbocco della Kantstraße. Decise quindi di presentare il progetto di un grattacielo che fosse in grado di offrire un vantaggio urbanistico ed economico innegabile. La Berlino del tutto-è-possibile post caduta del muro faceva da coulisse perfetta.

Christoph Langhof, Upper West, Berlino, 2017
Christoph Langhof, Upper West, Berlino, 2017. Foto Tobias Nikolajew

Il progetto non venne però accolto con grande entusiasmo. Anzi. Le critiche furono molteplici: tra i principali oppositori c’era chi, come l’associazione ‘Denk mal an Berlin’ (ndr. un gioco di parole che invita a pensare al bene di Berlino e contiene al tempo stesso la parola tedesca ‘monumento’), difendeva la Schimmelpfenghaus in quanto simbolo a cavallo tra Bauhaus e Razionalismo, e chi invece puntava il dito contro un colosso di 118 m di altezza che avrebbe rischiato di offuscare, sia visivamente che a livello simbolico, la Chiesa della Memoria.

Christoph Langhof, Upper West, Berlino, 2017. Foto Tobias Nikolajew
Christoph Langhof, Upper West, Berlino, 2017. Foto Tobias Nikolajew



A una situazione già di per sé combattuta si aggiunsero poi anche il cambio di governo e la crisi economica iniziata nel 2008. Tutto ciò portò a un’avvincente ping-pong ventennale prima dell’apertura ufficiale del cantiere nel 2014, nonostante il progetto fosse stato approvato dalla commissione edilizia del Senato del Land già nel 2003 e l’autorizzazione a costruire fosse stata rilasciata al colosso edile di Colonia Strabag nel 2005 e poi di nuovo nel 2013.

Christoph Langhof, Upper West, Berlino, 2017. Foto Tobias Nikolajew
Christoph Langhof, Upper West, Berlino, 2017. Foto Tobias Nikolajew



Un progetto costato ben 250 milioni di euro, Upper West è l’aggiunta più recente allo skyline della City West (definita Neuer Westen, ’Nuovo Ovest’, a fine Ottocento), già sviluppatasi in altezza con Zoofenster, l’altro grattacielo di 118 m che ospita l’esclusivo hotel Waldorf Astoria. 
Se a inizi anni Novanta l’interesse degli investitori si concentrava perlopiù su Mitte, il centro storico nella zona est della capitale, e sugli interstizi rimasti vuoti nel tessuto urbano dopo la caduta del Muro nel 1989, la City West sembra aver riacquistato negli ultimi dieci anni una certa centralità simbolica, rappresentando il carattere di metropoli ultramoderna della capitale tedesca.

Progetto:
Upper West
Architetto:
Christoph Langhof
Programma:
edificio multiuso
Luogo:
Berlino
Superficie:
53.000 mq
Costo:
€250M
Completamento:
2017

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