Flávio de Carvalho (1899–1973) è stato uno dei primi esempi di espressione artistica vissuta e creata in prima persona, in grado di rapportarsi autonomamente a tutto il vasto e complesso apparato mediatico moderno. La sua particolare attitudine gli consentiva di predisporre le condizioni ideali, affinché si venissero a creare le circostanze attraverso cui stimolare e sperimentare le reazioni del pubblico. Cercava così di abbattere le barriere culturali imposte dalla società in cui viveva.
Se riflettiamo sul concetto di transizione, possiamo concordare che le rivoluzioni storiche presentano tutti i caratteri della transe collettiva: una sorta di effervescenza comune, tipica dei periodi di passaggio, e un fenomeno che certamente aveva interessato De Carvalho, così come si può ricavare dalle sue esperienze domus 963 November 2012 artistiche, spesso, di provocatore ante litteram.
Durante il mio soggiorno a Campinas, nello stato di San Paolo del Brasile, ho avuto modo di visionare l'archivio privato e gli articoli di giornale che De Carvalho stesso conservava. Negli archivi dell'Unicamp (Universidade Estadual de Campinas), ho potuto avvicinarmi alla straordinaria parabola artistica di una personalità che aveva costantemente privilegiato sintesi e scambio fra teoria e prassi. Anche nella mia pratica artistica mi interessa esplorare le potenzialità che il medium della performance—quale mezzo ibrido, a metà strada tra azione e comunicazione—può mettere in campo, grazie alle caratteristiche d'imprevedibilità e aleatorietà, d'intensità emotiva e di organicità: come se la performance stessa acquisisse una vita propria.
Nella “Città degli uomini nudi”, De Carvalho immagina un’umanità senza tabù, in grado di vivere in strutture urbane disposte secondo cerchi concentrici
