Sadar+Vuga: Sportni Park Stožice

Una conversazione con Jurij Sadar e Boštjan Vuga, autori del doppio complesso sportivo di Lubiana, diventato un landmark urbano.

Un doppio stadio: stadio e arena. È Sportni Park Stožice, già diventata un'icona che ha cambiato lo skyline di Lubiana, capitale della Slovenia, la giovanissima Repubblica dell'ex Jugoslavia (ha compiuto vent'anni l'estate scorsa). Stožice è doppio stadio e doppia scommessa, perché è un mix ibrido di pubblico e privato. L'arena e lo stadio di calcio, infatti, ospitano anche concerti rock ed eventi culturali; sono ricoperti da un manto erboso e un parco cittadino; e 'chiusi' da uno shopping center privato, ancora in costruzione. Obiettivo: creare un nuovo magnete, rivitalizzare e cambiare quella che era una zona periferica della città.

Sono i piccoli prodigi dell'architettura: quello che è successo a Manhattan con la High Line, a Bilbao con il Guggenheim."Ma il doppio stadio è doppio anche come segno architettonico: femminile/maschile, aperto/chiuso, pesante/leggero, Yin/Yang", dichiarano Boštjan Vuga e Jurij Sadar, gli architetti. "O ancora: il doppio è tra 'floating arena' e 'sunken stadium', arena galleggiante e stadio immerso: perché abbiamo cercato di creare non dei gemelli monozigoti, ma due identità diverse, che dialogano tra di loro.

E quindi se l'arena – che dai lubianesi è già stata ribattezzata 'capasanta', come la conchiglia – è esterna e visibile, e fa già parte dello skyline; lo stadio, al contrario, è come un cratere scavato nel parco". C'è però un tratto volutamente comune, spiega Sadar: "La copertura, che è la stessa per entrambe le strutture: scaglie di alluminio in due tonalità di colore, argento e oro".
In alto: veduta dei due impianti sportivi. L'ultima fase dei lavori, che prevede la realizzazione di un centro commerciale e di un parcheggio sotterrraneo, sta per essere ultimata. Sopra: l'arena in rapporto con le torri del centro città
In alto: veduta dei due impianti sportivi. L'ultima fase dei lavori, che prevede la realizzazione di un centro commerciale e di un parcheggio sotterrraneo, sta per essere ultimata. Sopra: l'arena in rapporto con le torri del centro città
E il doppio stadio è già landmark, oltre ad essere la copertina del volume appena uscito per l'editore berlinese Hatje Cantz, in cui lo studio Sadar Vuga festeggia i suoi primi quindici anni. Sadar+Vuga: A Review, è il titolo, perché gli architetti chiamati a parlarne, commentare, discuterne, sono arrivati apposta in Slovenia da ogni parte del mondo, dall'America, dall'Olanda, dalla Germania.

Quindici anni: lo studio infatti è stato fondato dai due architetti nel 1996. "Siamo stati fortunati", ammettono. "Perché, appena usciti dall'università, abbiamo vinto, uno dietro l'altro, due concorsi per due grandi progetti a Lubiana: la Camera di Commercio, e l'ampliamento della Narodna Galerija, la Galleria Nazionale. È stato il nostro trampolino di lancio. Da allora, non ci siamo mai fermati. Il 90% di quello che abbiamo costruito finora è in territorio sloveno; è quindi un'architettura prettamente nazionale, ma attenzione, non nazionalistica. Un case study di come l'architettura possa influenzare il territorio, generare cambiamento sociale. Noi abbiamo solo fornito l'hardware".
Gli occhi notturni che si aprono lungo la copertura ondulata dell'arena
Gli occhi notturni che si aprono lungo la copertura ondulata dell'arena
Si sa poco delle nuove architetture dell'Est Europa. Come potremmo definirlo, il vostro stile? "Ci provo: socialismo glam", risponde Boštjan Vuga. Socialismo glam: un ossimoro. È una provocazione? "Anzi. Io definirei il socialismo glam secondo tre parametri. Primo: che gli edifici rivelino l'ambizione dello Stato. Architettura come oggetto scultoreo, o, meglio, scultura come valore aggiunto per l'architettura. E poi c'è la massività, la persistenza: non è architettura light, è fatta per restare, per rimanere. E infine, la serietà. Ci sono degli elementi ludici, certo. Ma il socialismo glam è, soprattutto, austero".

E se il socialismo glam fosse esportabile? Già, perché tra i nuovi progetti firmati da Sadar Vuga, a parte il primo design hotel sloveno, che aprirà a Lubiana ai primi di luglio (e che si chiamerà Vander, affacciato sul fiume che attraversa la città), il prossimo cantiere è in Belgio, dove gli architetti stanno lavorando a un campus universitario a Gent.
La conchiglia del tetto dell'arena si appoggia sul piano del parco pubblico
La conchiglia del tetto dell'arena si appoggia sul piano del parco pubblico
Austerità ma anche ironia. "Perché come architetto mi sento molto masochista", dice Vuga. "Anche in architettura, in fondo, un dolore può diventare piacere. Un elemento di dimensione e scala inadeguata, un dettaglio fatto male, un colore sbagliato… È proprio questo, che all'inizio ti irrita e ti provoca persino dolore, che poi diventa quasi piacere, o comunque stimolo per un tuo prossimo progetto".

Dobbiamo credergli? In ogni caso, a proposito di progetti futuri, ce n'è uno molto vicino, in Italia: Trieste. "Da Lubiana a Trieste bastano 55 minuti di macchina", precisa Vuga. "Quello che ci si mette a Londra per andare da un quartiere all'altro, e neppure nell'ora di punta. Qui, invece, in 55 minuti si può cambiare Paese, clima, cultura, lingua. Una ricchezza straordinaria. E Trieste ha un grandissimo potenziale. È la città più vecchia d'Italia, ha un'altissima qualità di vita, e un enorme spazio da ripensare: il Porto Vecchio, ora abbandonato".
Dettaglio della copertura in scandole di alluminio
Dettaglio della copertura in scandole di alluminio
Vuga si sta occupando proprio di Trieste alla TU (Technische Universität) di Berlino, dove insegna. "Ho pensato a un workshop dove con gli studenti di master, tedeschi ma anche internazionali, abbiamo identificato 7 Place Activators". Cioè? "Cioè sette luoghi, nel Porto Vecchio ma anche nel waterfront della città, da reinventare, da cui partire per 'riattivare' la città. Perché è finito il tempo degli interventi drastici, come ai Docks di Londra, per intenderci. Ci vorrebbe quello che io chiamo 'blending': inserire del nuovo in ciò che è vecchio. O meglio, per usare un concetto più vicino al mondo marino, bisognerebbe sviluppare una 'porosità' architettonica e urbanistica. Perché il porto va innanzitutto aperto alla città; bisogna lasciare che la gente entri, che se ne riappropri. E poi, ristrutturare solo qualche edificio – magari aprire un hotel design, un ristorante – ma tra i magazzini lasciati vuoti, fatiscenti".

Chissà. Magari in Europa arriverà proprio da est, passando per il porto di Trieste, un vento di socialismo glam. Lisa Corva
Le nervature strutturali dell'interno della conchiglia
Le nervature strutturali dell'interno della conchiglia
Credits
Architects: SADAR + VUGA (responsabili del progetto); KSS, Londra (consulenti in architettura sportiva)
Progettazione paesaggistica: AKKA, Lubiana
Strutture: ELEA iC; Gradis; Atelier One, Londra; ELEA iC
Ingegneria meccanica: Lenassi; Jelen & Zaveršnik
Ingegneria elettrica: Elprojekt; UTRIS; Genera
Sistema antincendio: EKOsystem
Circolazione: LUZ
Supervisione cantiere: LUZ
Uno dei corridoi di distribuzione dell'arena
Uno dei corridoi di distribuzione dell'arena
Area del lotto: 182.600 mq

Superficie degli edifici:
stadio: 24.600 mq
arena multifunzione: 14.100 mq
parco: 143.970 mq

Superficie totale:
stadium: 33.700 mq
arena multifunzione: 35.500 mq
centro commerciale: 91.000, mq (seconda fase)
parcheggio sotterraneo: 134.000 mq
parco: 143.970 mq

Capacità:
stadio: 16.038 posti
arena multifunzione: 12.484 posti
parcheggio: 1.111 spazi auto + 62 spazi bus (prima fase), 2.503 spazi auto (seconda fase)
Il campo dell'arena, che ospita principalemte incontri di baskett e di handball
Il campo dell'arena, che ospita principalemte incontri di baskett e di handball
Lo stadio di calco è scavato come un cratere all'interno del parco
Lo stadio di calco è scavato come un cratere all'interno del parco
La forma dell'anello è stata studiata per avvicinare il più possibile lo spettatore all'azione che si svolge in campo
La forma dell'anello è stata studiata per avvicinare il più possibile lo spettatore all'azione che si svolge in campo
La copertura in acciaio dello stadio si sviluppa su una maglia di 4 x 4 m
La copertura in acciaio dello stadio si sviluppa su una maglia di 4 x 4 m

Ultimi articoli di Architettura

Altri articoli di Domus

Leggi tutto
China Germany India Mexico, Central America and Caribbean Sri Lanka Korea icon-camera close icon-comments icon-down-sm icon-download icon-facebook icon-heart icon-heart icon-next-sm icon-next icon-pinterest icon-play icon-plus icon-prev-sm icon-prev Search icon-twitter icon-views icon-instagram