Sono i piccoli prodigi dell'architettura: quello che è successo a Manhattan con la High Line, a Bilbao con il Guggenheim."Ma il doppio stadio è doppio anche come segno architettonico: femminile/maschile, aperto/chiuso, pesante/leggero, Yin/Yang", dichiarano Boštjan Vuga e Jurij Sadar, gli architetti. "O ancora: il doppio è tra 'floating arena' e 'sunken stadium', arena galleggiante e stadio immerso: perché abbiamo cercato di creare non dei gemelli monozigoti, ma due identità diverse, che dialogano tra di loro.
E quindi se l'arena – che dai lubianesi è già stata ribattezzata 'capasanta', come la conchiglia – è esterna e visibile, e fa già parte dello skyline; lo stadio, al contrario, è come un cratere scavato nel parco". C'è però un tratto volutamente comune, spiega Sadar: "La copertura, che è la stessa per entrambe le strutture: scaglie di alluminio in due tonalità di colore, argento e oro".

Quindici anni: lo studio infatti è stato fondato dai due architetti nel 1996. "Siamo stati fortunati", ammettono. "Perché, appena usciti dall'università, abbiamo vinto, uno dietro l'altro, due concorsi per due grandi progetti a Lubiana: la Camera di Commercio, e l'ampliamento della Narodna Galerija, la Galleria Nazionale. È stato il nostro trampolino di lancio. Da allora, non ci siamo mai fermati. Il 90% di quello che abbiamo costruito finora è in territorio sloveno; è quindi un'architettura prettamente nazionale, ma attenzione, non nazionalistica. Un case study di come l'architettura possa influenzare il territorio, generare cambiamento sociale. Noi abbiamo solo fornito l'hardware".

E se il socialismo glam fosse esportabile? Già, perché tra i nuovi progetti firmati da Sadar Vuga, a parte il primo design hotel sloveno, che aprirà a Lubiana ai primi di luglio (e che si chiamerà Vander, affacciato sul fiume che attraversa la città), il prossimo cantiere è in Belgio, dove gli architetti stanno lavorando a un campus universitario a Gent.

Dobbiamo credergli? In ogni caso, a proposito di progetti futuri, ce n'è uno molto vicino, in Italia: Trieste. "Da Lubiana a Trieste bastano 55 minuti di macchina", precisa Vuga. "Quello che ci si mette a Londra per andare da un quartiere all'altro, e neppure nell'ora di punta. Qui, invece, in 55 minuti si può cambiare Paese, clima, cultura, lingua. Una ricchezza straordinaria. E Trieste ha un grandissimo potenziale. È la città più vecchia d'Italia, ha un'altissima qualità di vita, e un enorme spazio da ripensare: il Porto Vecchio, ora abbandonato".

Chissà. Magari in Europa arriverà proprio da est, passando per il porto di Trieste, un vento di socialismo glam. Lisa Corva

Architects: SADAR + VUGA (responsabili del progetto); KSS, Londra (consulenti in architettura sportiva)
Progettazione paesaggistica: AKKA, Lubiana
Strutture: ELEA iC; Gradis; Atelier One, Londra; ELEA iC
Ingegneria meccanica: Lenassi; Jelen & Zaveršnik
Ingegneria elettrica: Elprojekt; UTRIS; Genera
Sistema antincendio: EKOsystem
Circolazione: LUZ
Supervisione cantiere: LUZ

Superficie degli edifici:
stadio: 24.600 mq
arena multifunzione: 14.100 mq
parco: 143.970 mq
Superficie totale:
stadium: 33.700 mq
arena multifunzione: 35.500 mq
centro commerciale: 91.000, mq (seconda fase)
parcheggio sotterraneo: 134.000 mq
parco: 143.970 mq
Capacità:
stadio: 16.038 posti
arena multifunzione: 12.484 posti
parcheggio: 1.111 spazi auto + 62 spazi bus (prima fase), 2.503 spazi auto (seconda fase)




