Intrecci per Vennesla

L'intersezione di funzioni e spazio contraddistingue il progetto di Helen & Hard per questa piccola cattedrale della cultura.

Immaginate un'architettura in cui si viva la simbiosi di struttura, infrastruttura tecnica e interni in un'unica realtà che crea un'esperienza spaziale provocatoria. È la descrizione del nuovo Centro culturale di Vennesla, nella Norvegia meridionale, concepito dal non più tanto giovane, ma ancora pieno di energie, studio d'architettura Helen & Hard. Fondato nel 1996, oggi realtà professionale che riunisce architetti di otto Paesi, è noto per il suo lavoro di sperimentazione al centro del quale c'è la continuità tra i concetti di luogo d'incontro e di struttura.

L'intreccio programmatico di funzioni e di spazio è il segno distintivo della particolare e provocatoria architettura del centro culturale della cittadina di Vennesla, nella Norvegia meridionale. Un progetto in cui la cura dei particolari in legno passa dal livello dell'avanguardia più avanzata a quello della semplificazione e della linearità dei giunti. Il progetto unisce una biblioteca, un caffè, degli spazi di riunione e un'area amministrativa, congiungendo la casa comunale preesistente a un centro di formazione. Il tutto è reso possibile dalla realizzazione di un unico spazio continuo – una piccola cattedrale della cultura – di notevole risonanza generale per l'architettura. La forma gradualmente mutevole delle costolature di legno è ottenuta accordando l'esigenza di adattarsi agli edifici adiacenti con i requisiti di programma.

Ognuna delle 27 costolature dell'edificio comprende nicchie integrate per la lettura con i relativi scaffali

Ogni costolatura dell'edificio consiste in un insieme di trave e pilastro di legno laminato e incollato, elementi fonoassorbenti che contengono i condotti dell'aria condizionata, pannelli curvati che fanno da schermo alla luce e da segnaletica, e nicchie integrate per la lettura con i relativi scaffali. Un passaggio dalla piazza alla strada sottostante si apre attraversando l'edificio al flusso della vita cittadina. Ciascuna facciata terminale ha ricevuto la forma dettata dagli specifici requisiti di programma, ma si accorda anche con il carattere dei luoghi circostanti: un carattere estroverso all'ingresso sulla via principale e uno più introverso ma ancora significativo verso la strada sottostante.

Il progetto unisce una biblioteca, un caffè, degli spazi di riunione e un'area amministrativa, congiungendo la casa comunale preesistente a un centro di formazione

"L'età moderna, con la sua crescente alienazione dal mondo, è arrivata al punto che l'uomo, dovunque vada, incontra solo se stesso." Hanna Arendt (Hannah Arendt, The Promise of Politics, New York, Schocken Books, 2005).

Citare l'affermazione di Hannah Arendt a proposito delle azioni compiute dall'uomo per sostenere la verità della propria visione del mondo è più che rilevante per il dibattito dell'architettura contemporanea, se si pensa alle discussioni sull'architettura di cui leggiamo quotidianamente, nelle quali si sostiene l'importanza di questo o quell'edificio e in cui questa retorica viene spesso usata per sostenere una delle opinioni espresse. Discussione che più di una volta è rinchiusa tra le polarità dell'essere pro o contro certi edifici, considerati come un'insegna, la cui forma e il cui senso sono o non sono graditi. Come se ci si aspettasse che fossimo dalla parte di un edificio o contro di esso, come se gli edifici fossero dotati di una verità oggettiva da poter leggere a distanza.

Ogni costolatura dell'edificio consiste in un insieme di trave e pilastro di legno laminato e incollato, elementi fonoassorbenti che contengono i condotti dell'aria condizionata, pannelli curvati che fanno da schermo alla luce e da segnaletica, e nicchie integrate per la lettura con i relativi scaffali

La cura dei particolari in legno passa dal livello dell'avanguardia più avanzata a quello della semplificazione e della linearità dei giunti

Questa retorica spesso non fa che esprimere e rafforzare l'opinione di colui che scrive, o del suo committente, il quale proietta senso su un edificio o su un disegno prospettico che poi vengono presentati come la prova patente di un'idea originale. I committenti, dalle grandi società alle amministrazioni locali, sembrano infatuati dei cosiddetti 'edifici insegna', che spesso riducono l'architettura a una curiosa forma di pubblicità, in cui l'architettura viene spacciata come una forma di pubbliche relazioni culturali o la creazione di cartoline illustrate. Il che di conseguenza ci impedisce di assumere ogni ulteriore responsabilità in merito alla nostra esperienza dell'ambiente realizzato dall'uomo e fa passare in secondo piano l'importanza dell'esperienza nel tempo che inscrive l'architettura nella cultura.

Sorprendenti sedute a nicchia offrono lo spazio adatto a una lettura raccolta

Ma, pensando ad Hannah Arendt, bisogna andare più a fondo: arrivare ai problemi suscitati dall'uso nel tempo, dove l'architettura, così come la città, inizia davvero a trovare il suo spazio. Ed è qui che l'opera di Helen & Hard diventa una sfida interessante.

A Vennesla gli architetti sono riusciti a far convivere più prospettive, e questa simultaneità dell'esperienza e della conoscenza conferisce al progetto una profondità rara. È un'architettura che va oltre la contemplazione tipica del turismo architettonico, in una sfida a ogni lettura semplificatoria e riduttiva, ricordandoci il rischio connesso con il tempo della cultura. Dagli affascinanti particolari tecnici della struttura alle occasioni di esplorazione concreta e all'esperienza di lettura nel raccoglimento offerta dalle sorprendenti sedute a nicchia, l'architettura della biblioteca oscilla magistralmente tra che cos'è e per chi è fatta e tra la raffinatezza e la semplicità – la banalità, perfino – delle soluzioni costruttive.

Le costolature dell'edificio determinano la forma della copertura, e l'orientamento ondulato dell'open space interno

Nell'edificio di Helen & Hard sono ricondotte alla coesistenza categorie di esperienza opposte e, più che confermare l'ovvio, questo spazio è libero, aperto all'occupazione e all'interazione culturale. Non è un'architettura di fronte alla quale si debba prendere posizione pro o contro: basta esserci. Einar Bjarki Malmquist è architetto, titolare di un proprio studio, e direttore della rivista norvegese di architettura Arkitektur N.

Ciascuna facciata terminale si accorda con il carattere dei luoghi circostanti: un carattere estroverso all'ingresso sulla via principale e uno più introverso ma ancora significativo verso la strada sottostante

Vennesla Library, Vennesla, Norvegia
Architetto: Hele & Hard
Team di progetto: Reinhard Kropf, Siv Helene Stangeland, Håkon Solheim, Caleb Reed, Randi Augenstein
Cliente: Municipalità di Vennesla
Realizzazione: 2011
Scaffali: 27
Lunghezza complessiva dei ripiani: 650 m

Un passaggio dalla piazza alla strada sottostante si apre attraversando l'edificio al flusso della vita cittadina

Intrecci per Vennesla

L'intersezione di funzioni e spazio contraddistingue il progetto di Helen & Hard per questa piccola cattedrale della cultura.

Ultimi articoli di Architettura

Altri articoli di Domus