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Architectural Environments for Tomorrow

Nella mostra curata da SANAA, 28 architetti e artisti riflettono sui recenti sconvolgimenti ambientali che hanno rimesso fortemente in discussione il rapporto tra natura e architettura.

Per la seconda volta dopo la Biennale di Venezia 2010, Sejiima viene invitata a curare una mostra importante insieme al suo partner Ryue Nishizawa. L'invito questa volta arriva da Yuko Hasegawa, chief curator del MOT-Museum of Contemporary Art Tokyo.

Apre la mostra il modello in scala del Rolex Learning Center di Losanna disegnato da Kazuyo Sejima, un'enorme spazio di una sola stanza che si distribuisce sul terreno in una forma ondulata, simile a quella di un corallo, creando un complesso gioco di relazioni tra interno ed esterno. Segue una collezione di modelli di Akihisa Hirata, nuova stella dell'architettura giapponese, che lavora sulle strutture organiche. Il modello principale è Architectural Farm, un complesso edilizio la cui forma si origina da un unico muro piegato su sè stesso: una struttura che supporta sé stessa ricordando la forma di una spugna. Vincitore del Leone d'oro alla scorsa Biennale, Junia Ishigami occupa la sala principale del museo con un lavoro che utilizza di nuovo l'aria come elemento portante. L'installazione Glass Bubble si compone di 25 fogli di vetro uniti tra loro che sembrano galleggiare nella stanza grazie al sostegno di un generatore di aria. Allo stesso tempo leggero e imponente l'opera comunica l'esperienza dello spazio, dell'equilibrio e della materia.

La mostra si evolve in un continuum spaziale e concettuale, un percorso fluido che dissolve la differenza tra le discipline. Sejima afferma: "al giorno d'oggi non c'è più differenza tra arte e architettura". I lavori artistici trovano così un nuovo contesto narrativo di fianco alle architetture, come l'opera di El Anatsui Garden Wall, un tappeto di fiori fatti col fondo di lattine in alluminio, che ricorda un lavoro di landscape design quando esposto di fronte ai disegni del paesaggista olandese Piet Oudolf.
In alto: AMID. cero9, <i>ESA Pavilion</i>, 2010.
Foto Daici Ano. Sopra, in primo piano, Kazuyo Sejima + Ryue Nishizawa / SANAA, Rolex learning center EPFL (Ecole Polytechnique Federal de Lausanne), 2007, modellino. Alla parete, Walter Niedermayer. Foto: Daici Ano
In alto: AMID. cero9, ESA Pavilion, 2010. Foto Daici Ano. Sopra, in primo piano, Kazuyo Sejima + Ryue Nishizawa / SANAA, Rolex learning center EPFL (Ecole Polytechnique Federal de Lausanne), 2007, modellino. Alla parete, Walter Niedermayer. Foto: Daici Ano
Nell'esposizione si legge il tentativo di Sejima di mostrare attività "in progress": alcuni studi di architettura sono ricostruiti e aperti al pubblico con lo scopo di mostrare i processi creativi in evoluzione. Uno di questi è Segalscano, uno studio di architettura di Madrid che utilizza un'ampia varità di materiali e tecniche per ricreare strutture dall'aspetto organico: una ricca serie di study-models, esposti su delle mensole, introducono i visitatori alle molteplici possibilità che le forme architettoniche potranno incarnare se realizzate.
El Anatsui, <i>Garden Wall</i>, 2011. Foto Daici Ano
El Anatsui, Garden Wall, 2011. Foto Daici Ano
Il piano inferiore del museo ospita il modello del T project (Teshima Art Museum) di Ryue Nishizawa con l'artista Rei Nato. Modellato come una goccia d'acqua attraverso un sofisticato lavoro di curvatura, l'edificio si immerge completamente nella natura delle colline dell'isola di Teshima che dominano l'intera baia. Il museo possiede tre grandi aperture, attraverso la sua conchiglia in cemento, che lasciano fluire il vento e la luce in una struttura mobile che cambia a seconda della stagione. Dall'aspetto organico è anche l'installazione The Golden Dome dello studio madrilegno Amid.cero 9, progettato per l'Ecole Special d'Architecture di Parigi. Si tratta di una struttura gonfiabile che si muove negli interstizi della città, tra alberi ed edifici, con lo scopo di delineare uno spazio di condivisione. Ancora una volta l'attenzione di Sejiima si concentra sullo spazio pubblico, lo spazio dove le persone si "incontrano nell'architettura".
Sejiima ridisegna un percorso simile a quello tracciato nella scorsa Biennale di Architettura di Venezia interrogandosi sulla nozione di environment in architettura in relazione alla corporalità dell'esperienza dello spazio.
El Anatsui, <i>Garden Wall</i>, 2011. Foto Daici Ano
El Anatsui, Garden Wall, 2011. Foto Daici Ano
Sejiima ridisegna un percorso simile a quello tracciato nella scorsa Biennale di Architettura di Venezia interrogandosi sulla nozione di environment in architettura in relazione alla corporalità dell'esperienza dello spazio. Sebbene il contesto museale sfavorisca la lettura di opere fatte per essere esperite in scala reale e disturbi la loro continuità spaziale, l'esposizione regala una visione interessante di come, con diverse sensibilità e soluzioni, architetti e artisti riproducono nelle loro opere l'esperienza della natura. Il tutto filtrato dalla scelta curatoriale ed estetica di Sejiima, che sembra servirsi delle opere in mostra per parlare delle proprie architetture: un modo inedito dunque per esplorare l'universo creativo di uno degli architetti più influenti dei nostri giorni.

L'esposizione rientra nel progetto Tokyo Culture Creation che propone di stimolare l'incontro tra arte, architettura e design attraverso la collaborazione tra il Museum of Contemporry Art of Tokyo e la Tokyo University of the Arts e attraverso l'organizzazione di una serie di eventi diffusi nella città.
Akihisa Hirata, Study Models. Foto Daici Ano
Akihisa Hirata, Study Models. Foto Daici Ano
In mostra: AMID.cero9, El Anatsui, The Ministry of Culture of The Kingdom of Bahrain, Petra Blaisse, Mike Starn, Sou Fujimoto, Antón García-Abril, Frank O. Gehry, Hiroshi Hara, Roland Hagenberg, Akihisa Hirata, Junya Ishigami, Toyo Ito, Christian Kerez, Haruka Kojin, Tetsuo Kondo, Luisa Lambri, Walter Niedermayr, Piet Oudolf, Smiljan Radic, Matthew Ritchie, Kazuyo Sejima, Ryue Nishizawa, SANAA, Matthias Schuler, Studio Mumbai, Fiona Tan, Wim Wenders.

Architectural Environments For Tomorrow New Spatial Practices in Architecture and Art
29 ottobre, 2011 – 15 gennaio, 2012
Museum of Contemporary Art Tokyo, Tokyo University of the Arts, Japan
Haruka Kojin, <i>Contact Lens</i>, 2011. Foto Daici Ano
Haruka Kojin, Contact Lens, 2011. Foto Daici Ano
selgascano, (from) <i>OURShELVES</i>, 1999-2011. Foto Daici Ano
selgascano, (from) OURShELVES, 1999-2011. Foto Daici Ano

Il restyling della storica sede di Fiandre

Il progetto dello studio Iosa Ghini Associati è l’applicazione per eccellenza dei prodotti e della filosofia dell’azienda. Il risultato è uno spazio di lavoro da vivere.

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