Accantonate ormai tutte le polemiche, il cantiere procede attualmente a pieno ritmo e si concluderà nel maggio 2009. Quella che sta finalmente prendendo forma è un'architettura sobria e poco spettacolare che, con discrezione, si fa il suo posto. E sta. La discrezione è virtù preziosa in questo luogo incantato, sospeso su un panorama di perfetta bellezza. Qui si passa il tempo affacciati: una specie di incantamento coglie i visitatori e li attira irresistibilmente verso il bordo, tanto che quello che torna alla mente ripensando a Ravello è innanzitutto ciò che si vede rivolgendogli le spalle. L'inserimento di un'architettura contemporanea in un contesto così particolare aveva spaventato molti; eppure, sebbene la cifra dell'architettura di Oscar Niemeyer sia presente sin dai primi schizzi, il progetto è chiaramente il prodotto del luogo per il quale viene concepito. Ecco allora il bianco assoluto ricorrente nell'architettura mediterranea e le sedute per gli spettatori che seguono il declivio naturale del terreno. Non è certo un caso, poi, che l'auditorium sia stato concepito assieme a una piazza. Chi conosce Ravello sa quanto sia importante qui la condivisione dello spazio pubblico: ancora oggi tutto succede e si decide nella piazza del Duomo. Presto un ulteriore spazio di interazione sarà a disposizione della cittadinanza, all'ombra di un tempio sacro alla musica e alla bellezza. A ben guardare, infine, non si può non rimarcare come nemmeno l'auditorium riesca a sfuggire all'incantesimo che colpisce chiunque arrivi in paese; anch'esso, infatti, finisce con il dare le spalle alla cittadina, per rivolgere il suo grande occhio vetrato nella direzione dove tutti guardano. Se ne sta, perciò, affacciato, in bilico sul bordo, a contemplare il blu del mare, l'azzurro del cielo e il grigio-verde della montagna. Laura Falcone