Cimiteri verticali

“Il nostro impegno per la qualità è eterno”. Così nel proprio sito web sono vantati i meriti del Memorial Necrópole Ecumênica, cimitero verticale, fondato a Santos in Brasile nel 1983. Attualmente 14.000 loculi disposti su 14 piani accolgono le sepolture di persone di diverse confessioni religiose.

di Fabrizio Gallanti

“Il nostro impegno per la qualità è eterno”. Così nel proprio sito web sono vantati i meriti del Memorial Necrópole Ecumênica, cimitero verticale, fondato a Santos in Brasile nel 1983. Attualmente 14.000 loculi disposti su 14 piani accolgono le sepolture di persone di diverse confessioni religiose.

Un ampliamento ancora in costruzione permetterà la dislocazione di altri 25.000 loculi, inseriti all’interno di un grattacielo alto 108 metri, che completerà il complesso, gestito da un’impresa privata, dotato di un ristorante, di una cappella, di una laguna con tartarughe e di un vivaio di pavoni e che si è convertito in una delle destinazioni turistiche più popolari di Santos. La tipologia del cimitero verticale è particolarmente diffusa in Brasile. Il Cimíterio Metropolitano di Sao Paulo, di 14 piani di altezza (ognuno attrezzato per contenere 1.100 loculi e 300 ossari) è localizzato all’interno della città, sovvertendo le norme che stabilivano che i cimiteri fossero ubicati al di fuori della città.

Come nel caso di Santos, l’espressione anodina di una perpetuazione del linguaggio postmoderno proprio dell’architettura generica delle metropoli latinoamericane, anestetizza qualsiasi simbologia associabile al lutto (la torre è un brutto edificio di uffici), riducendo la morte ad una mera una questione tecnica, risolvibile inoltre con un buon profitto finanziario, che si appoggia all’offerta di una gamma di servizi innovativi (come l’apertura sette giorni su sette, ventiquattrore su ventiquattro). La Necrópole Ecumênica Vertical Universal di Curitiba possiede invece una planimetria panottica di tipo carcerario, mentre il Memorial Vicentino di San Vicente è indistinguibile da una palazzina residenziale. La saturazione dei cimiteri pubblici e l’alto valore del suolo urbano appaiono essere le cause di una nuova nicchia di investimenti immobiliari che attraversa tutto il Brasile.

Tale tipologia inizia ad affermarsi anche in altre località: il complesso Panteón Memorial Towers, composto da tredici torri dal gusto vagamente decostruttivista, progettato da Héctor Mejía, Felipe Uribe de Bedout e Mauricio Gaviria, è stato presentato nel maggio 2006 a Bogotá in Colombia, sollevando un dibattito sulle modificazioni del rapporto con il decesso legatie alle vicende sociali degli ultimi trenta anni: la desacralizzazione del rito funebre, propria dei funerali legati agli omicidi del narco-traffico a Medellín, convertiti in opulente feste popolari, appare aver dato la stura a diverse pratiche di tumulazione, spesso legate a meccanismi di gestione privati.

Il cimitero-parco, di matrice anglosassone, ma effettivamente alieno al cattolicesimo Latinoamericano, ed i futuri cimiteri verticali colombiani sono la conseguenza di diverse strategie di marketing, che rompono con la tradizione. Mentre le operazioni brasiliane sono assimilabili tra loro per un ingenuo desiderio di mimesi (cimiteri certo, però che non si noti troppo) e per una sensazione di massificazione poco costosa della morte, il progetto colombiano ambisce ad un’eternità monumentale (le torri si chiameranno Sole, Luna, Vento), che si appoggia su un palinsesto di servizi pensati per una clientela affluente: parcheggi sotterranei, caffetteria e ristorante, telecamere di sorveglianza e guardie giurate (“con impeccabile uniforme da parata, che non avrà nulla da invidiare alle guardie dei grandi palazzi”)e musica d’ambiente diffusa giorno e notte.

L’accesso diretto dall’autostrada permette anche di immaginare che un loculo possa essere un buon investimento (come si perita di evidenziare il sito web della società): clienti potenziali sono comunque sempre garantiti. Ma se il kitsch strisciante di questi progetti permette di liquidarli facilmente, non andrebbe dimenticato che all’interno del padiglione sud-coreano dell’ultima Biennale di Architettura di Venezia, il progetto The Last House dell’architetto Chanjoong Kim aveva declinato la stessa ipotesi allineandosi a espressioni architettoniche più in linea con alcune mode attuali, afferenti ad un linguaggio zoomorfo, che riecheggia sistemi di circolazione vascolare. Del progetto erano presentate le successive tappe di sviluppo, conseguenza di letture ed analisi relative a simbologie, relazioni psichiche ed emotive e flussi di movimento ed informazione, cucinate con tutti i crismi della ibridazione disciplinare e della trascrizione diagrammatica che non possono mancare nella cassetta degli attrezzi dell’architetto ben informato, comunque lesto nel cogliere l’occasione di una nuova area dove la morte si fa mercato, al confine tra consumo ed intrattenimento. Senza lasciarsi però sopraffare da un eccesso di buon gusto moralisteggiante è utile considerare questi esempi come la cristallizzazione finalmente visibile di una trasformazione del lutto e della sua elaborazione all’interno della contemporaneità.

Come rimarcato da Giorgio Agamben, già Rainer Maria Rilke, nei Quaderni di Malte Laurids Brigge del 1910 aveva dedicato alcuni passaggi illuminanti sull’industrializzazione della morte, passata a divenire nella modernità una questione prettamente quantitativa (intuizione elaborata ben prima della macelleria della prima guerra mondiale). Se si tratta di una questione di numeri, che annichilisce progressivamente le possibilità di un rapporto individuale e specifico, che sostanzialmente aveva trovato nel cimitero uno dei suoi luoghi di manifestazione, non stupisce che nuove modalità di seppellimento, più efficienti, siano all’orizzonte. Il cimitero di Derrinallum in Australia, gestito da una società privata, Palacom, ha ottenuto nel 2005 di realizzar sepolture verticali (mentre nei cimiteri verticali citati, loculi ed ossari sono orizzontali, ancora). Nelle parole di Tony Dupleix, direttore, “non si bruciano 90 litri di gas in un crematorio e non ci sono costi di manutenzione”.

http://www.grupomemorial.com.br http://www.panteonmemorialtowers.com http://nsystemlab.com

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