Grand Egyptian Museum: il progetto di Shi-Fu Peng

Sarà il team irlandese-cinese Róisín Heneghan & Shi-Fu Peng (Heneghan-Peng Architects) a realizzare il Grand Egyptian Museum, il futuro museo più grande del mondo che sorgerà accanto alle piramidi di Giza. Secondo e terzo classificato, rispettivamente, lo studio austriaco Coop Himmelb(l)au e l’italiano Renato Rizzi.

È stato questo il recente esito dell’imponente concorso internazionale - bandito all’inizio del 2002 ha mobilitato 1557 professionisti provenienti da ogni parte del mondo - che, con un budget di 350 milioni di dollari, porterà alla costruzione della nuova sede del museo (ora al Cairo) destinata ad ospitare oltre 150mila pezzi su un’area di 50 ettari, e ad attirare 3 milioni di visitatori e ricercatori all’anno.

La nuova architettura, che sorgerà sul primo altopiano desertico tra le piramidi e la capitale egiziana, è pensato in modo da segnalare ai visitatori una sorta di cambio di rotta: dalla modernità delle città (Alessandria e il Cairo) ci si addentra nell’antichissimo patrimonio culturale del territorio (le piramidi). I lavori dovrebbero avere inizio già nel 2004.

The Grand Museum of Egypt
Technical Committee, Remayah Square
Giza, Egypt
T +(202) 386 5911/17
http://www.gem.gov.eg
La forma del museo proposto da Coop Himmelb(l)au (secondo classificato) è il risultato di tre diversi sistemi: il museo sotterraneo, il tetto a cono e il paesaggio, il tetto di pietra nera – che nasconde un sofisticato sistema tecnologico in grado di sfruttare il caldo del deserto per produrre energia
La forma del museo proposto da Coop Himmelb(l)au (secondo classificato) è il risultato di tre diversi sistemi: il museo sotterraneo, il tetto a cono e il paesaggio, il tetto di pietra nera – che nasconde un sofisticato sistema tecnologico in grado di sfruttare il caldo del deserto per produrre energia
La proposta di Renato Rizzi (terzo classificato) si integra nel paesaggio dell’altopiano e prende le mosse dagli archetipi dei monumenti funerari dell’antico Egitto, a forma di “T”
La proposta di Renato Rizzi (terzo classificato) si integra nel paesaggio dell’altopiano e prende le mosse dagli archetipi dei monumenti funerari dell’antico Egitto, a forma di “T”

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