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Per favore, sogniamo! Winy Maas intervista la sindaca di Madrid Manuela Carmena

La sindaca di Madrid, Manuela Carmena, sogna una città unica: accogliente e innovativa nell’urbanistica.

Intervista a Manuela Carmena, domus 1035 maggio 2019

Winy Maas: Madrid è il centro di una regione metropolitana con oltre 6.000.000 di abitanti. A Domus siamo interessati a capire come è organizzata l’agenda di un sindaco di una città così grande. Sta già facendo cose meravigliose sulla greenizzazione, sta rimuovendo il traffico privato dal centro e regolando il turismo di massa... Quali altri sogni ha per Madrid?
Manuela Carmena
: Il mio sogno è dare una specificità a Madrid e renderla unica.

Madrid Vallecas. Photo Ricardo Espinosa
Madrid Vallecas. Photo Ricardo Espinosa

Quale specificità?
Vogliamo potenziare l’attitudine all’accoglienza. Madrid è la città dell’abbraccio, è fraterna, aperta e tollerante. Inoltre, stiamo lavorando affinché sia policentrica e ci sia ricchezza culturale, turistica, commerciale in tutti i suoi distretti. Di recente abbiamo restaurato il monumento El abrazo (“L’abbraccio”), una scultura eretta in memoria dei quattro avvocati del lavoro e del sindacalista uccisi nella strage di Atocha del 1977, negli anni della transizione dalla dittatura di Franco alla democrazia parlamentare. Fu un evento molto drammatico per me, visto che morirono quelli che definirei miei fratelli. Questo monumento rappresenta la storia di Madrid. La transizione in Spagna è stata molto pacifica e l’abbraccio rappresentava quello che era avvenuto fra tante persone per porre fine alla dittatura franchista.

El abrazo significa anche che date il benvenuto alle persone, tutte le persone, che si trasferiscono a Madrid in questi giorni. Dato che i confini all’interno dell’Europa sono aperti e che sempre più immigrati stanno cercando di entrare nell’Unione Europea, come pensa che dovremmo affrontare questo problema?
La mia idea è che Madrid sia la città della tolleranza, il che non è un artificio, perché è sempre stata composta da persone venute da fuori. Fin dall’epoca coloniale, la capitale della Spagna è stata un polo di attrazione, dove arrivava gente da tutta l’America Latina. È difficile, infatti, trovare madrileni i cui antenati siano nati qui. Madrid è tolleranza e abbraccio.

Experimento Distrito, avviato dal Media Lab del Prado è un programma che coinvolge  cittadini in laboratori di quartiere, ospitati negli spazi de La Nave e di biblioteche e centri culturali
Experimento Distrito, avviato dal Media Lab del Prado è un programma che coinvolge cittadini in laboratori di quartiere, ospitati negli spazi de La Nave e di biblioteche e centri culturali

Un tale tipo di “ideologia dell’abrazo” ha un potenziale incredibile per quello che riguarda creatività, diversità e così via. Ma è anche necessario pensare alle economie in grado di supportare l’arrivo di così tante persone. E penso soprattutto ai giovani.
In effetti, molte delle persone che sono andate via nel periodo della crisi economica adesso stanno ritornando. I giovani, per la maggior parte studenti, scelgono di vivere a Madrid. In fin dei conti, questa è la capitale della lingua spagnola, il che si ripercuote su una numerosissima popolazione studentesca. Inoltre, in città stanno sorgendo sempre più nuove imprese.

La mia idea è che Madrid sia la città della tolleranza, il che non è un artificio, perché è sempre stata composta da persone venute da fuori.

In poco tempo la capitale della Spagna sta diventando una delle mete turistiche più gettonate del Paese e di tutta l’Europa. Il Comune di Madrid come pensa di accogliere questa valanga di visitatori?
Madrid è consapevole di dover regolamentare il turismo, dal momento che può rovinare la città. Per questo motivo abbiamo preso due grandi decisioni: impedire che il turismo continui a crescere in centro e consentire lo sviluppo di nuclei di attrazione nei 21 distretti della città. In periferia, per esempio, ci sono numerosi palazzi abbandonati che appartengono all’aristocrazia madrilena. Li stiamo ristrutturando e trasformando in centri artistici ed educativi per bambini e adolescenti.

Questa iniziativa è pensata per i bambini. Pensa che ci andranno anche i turisti?
Certo. Anche se questi luoghi hanno una funzione educativa e culturale, sono isolati storici con una grande forza di attrazione.

Per il primo numero di Domus del 2019 abbiamo invitato alcuni ragazzi di Milano a pensare al futuro della città. Hanno espresso idee bellissime e ho chiesto al sindaco di concretizzarle. Anche a Madrid, potrebbe essere interessante che i bambini non solo seguano programmi educativi, ma anche vedano le loro idee realizzate.
Certamente, sarebbe fantastico. Credo sia molto importante prendersi cura dell’infanzia. Ogni piccolo madrileno, quando nasce, riceve dall’amministrazione il suo primo libro. E più volte nell’arco dell’anno accogliamo gruppi di bambini che scelgono i loro rappresentanti, vengono in Comune e fanno i loro progetti. Inoltre, su richiesta degli adolescenti, abbiamo creato i centri “in rete”, dedicati a loro.

Le sponde del Rio Manzanares sono state recuperate con il progetto "Madrid Rio", con l'interramento della M30 e la creazone di un grande spazio verde
Le sponde del Rio Manzanares sono state recuperate con il progetto "Madrid Rio", con l'interramento della M30 e la creazone di un grande spazio verde. Photo © Kike Para / Ediciones El Pais SL 2018

Cercare di dare ai giovani un indirizzo o una voce è un bellissimo programma.
Assolutamente, su questo punto, invitiamo i bambini a scriverci. Abbiamo ricevuto da loro molte lettere con le loro idee per Madrid e ho risposto ai loro genitori.

Direi che padroneggia l’apertura, che è una maker. Se fossi in lei, farei un ulteriore passo in avanti e mostrerei le idee dei bambini alla città e al mondo. Tornando, invece, al ruolo del turismo, sono d’accordo con lei in quanto è una fonte di reddito molto importante. Ritengo che possa rappresentare fino al 15% del PIL di una città, ma è essenziale diversificare le economie urbane. Qual è la sua opinione in merito?
La città svolge un ruolo fondamentale nelle nuove tecnologie. In questo senso, abbiamo creato quello che chiamiamo il “Google municipale”, grazie alla collaborazione tra pubblico e privato. Si tratta del complesso La Nave, dove si sono insediate più di 180 piccole imprese tecnologiche.

Winy Maas e la sindaca di Madrid Manuela Carmena
Winy Maas e la sindaca di Madrid Manuela Carmena

Penso che lei abbia bisogno di professionisti per mostrare il futuro che intende per la città. Assume architetti per questo?
Certo. Noi collaboriamo strettamente con il Collegio degli Architetti di Madrid (COAM). Per esempio, ogni volta che ristrutturiamo un edificio pubblico, organizziamo un bando attraverso il COAM. Inoltre, grazie al servizio “Lettere alla Sindaca”, anche questo organizzato dal COAM, ho ricevuto decine di messaggi di architetti che esprimevano le loro idee e preoccupazioni riguardo alla costruzione della città. Ho risposto a tutti, uno per uno, e poi ho organizzato un incontro per decidere insieme cosa bisogna fare.

Quest’anno abbiamo chiuso il centro di Madrid al traffico privato. Possono circolare soltanto i veicoli elettrici o non inquinanti. I cittadini si stanno dimostrando molto ligi alla norma, rispettandola ampiamente

Penso che ci siano molti punti nella tua agenda per la città cui nessuno può essere contrario. Chi è contro l’edilizia sociale? O contro il verde? O, ancora, contro l’accessibilità?
In effetti, alcuni temi sono molto chiari a tutti, come le politiche di mobilità. Quest’anno abbiamo chiuso il centro di Madrid al traffico privato. Possono circolare soltanto i veicoli elettrici o non inquinanti. I cittadini si stanno dimostrando molto ligi alla norma, rispettandola ampiamente (siamo intorno al 70%). Si tratta di una misura rivoluzionaria, visto che mai nessuno aveva osato dire che i veicoli privati non potevano entrare nel centro di Madrid. Noi l’abbiamo fatto. In più, abbiamo dato un grandissimo impulso al trasporto pubblico e l’assoluta priorità al pedone.

Penso siano molti i sogni urbani che aspettano di essere realizzati. Ha intenzione di produrre altre fantasie per Madrid?
Sì. Madrid è una città emergente, una città accogliente nell’ideologia e innovatrice nell’urbanistica. Recupereremo la città per il cittadino. Lasceremo l’auto a casa e ci chiederemo come costruire la nostra città, come deve crescere. Non riprodurremo il modello di sviluppo rappresentato da Sanchinarro. Non vogliamo questo modello di espansione urbana senza limiti. Abbiamo chiuso definitivamente con questo modello. Bisogna crescere dall’interno, migliorando le strutture esistenti, approfittando dei vuoti urbani. Vogliamo fare città dentro la città.

Recupereremo la città per il cittadino. Lasceremo l’auto a casa e ci chiederemo come costruire la nostra città, come deve crescere.

Dice che non vuole replicare il modello Sanchinarro, e questo è grandioso. Ma quali sono i tuoi piani per tutti gli sviluppi falliti e incompleti disseminati intorno alle aree centrali della città? Come integrarli?
La nostra intenzione è di umanizzare questi luoghi. Cominceremo creando parchi e linee di produzione agricola nei viali sovradimensionati di questi quartieri incompiuti. Infatti, da tempo in Comune stiamo promuovendo un piano per la creazione di orti urbani. Portiamo gli orti in tutte le scuole che li richiedono (attualmente 200). Stiamo realizzando orti per adulti collegati direttamente al mercato dei produttori.

Un comitato di cittadini negli spazi del centro polivalente La Nave
Un comitato di cittadini negli spazi del centro polivalente La Nave

“Gli orti di Madrid”, questo potrebbe essere un tema per la trasformazione della città. Le serre dove vengono prodotti gli ortaggi potrebbero prendere il controllo della città, specialmente degli sviluppi incompleti...
A dire il vero, per realizzare un simile progetto contiamo sullo straordinario dinamismo dell’industria gastronomica madrilena. Questa industria è interessata a una produzione agricola alternativa. Alcuni ristoranti dispongono già di un proprio orto. Gli alimenti crescono già lì e i clienti possono vederli. Crediamo nel traino dell’agricoltura urbana come supporto per una nuova economia.

Qualcuno di questi sogni, almeno in parte, è già diventato realtà?
Sì. Abbiamo creato il Mercato dei produttori (Mercado de la Cebada, ndr) al quale accedono ogni tre settimane i produttori provenienti da un circondario di 60 km. E stiamo creando una fitta rete di orti urbani. Queste sono le prime parti reali del sogno. Un sogno di solidarietà, partecipazione e creatività nelle città.

Manuela Carmena (1944) è una politica, scrittrice e avvocatessa spagnola. Giudice emerita della Corte Suprema di Spagna, dopo essersi candidata con la lista Ahora Madrid è stata eletta sindaco della capitale spagnola il 13 giugno 2015

Questa intervista è stata pubblicata in origine su Domus 1035, maggio 2019.

Foto di apertura: El Campo de la Cebada, Madrid

Speciale Guest Editor

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