La sostenibilità, secondo Pedrali

Giuseppe Pedrali, Ceo dell’azienda bergamasca, a proposito delle sfide del settore arredo design. Su tutte, la necessità di investire in innovazione e sostenibilità, senza fare greenwashing.

Emissioni ridotte, fonti rinnovabili, prodotti durevoli, materie prime riciclate, resine di origine vegetale. Questi sono soltanto alcuni degli ingredienti di Pedrali, azienda bergamasca di arredi per la casa e per il contract fondata nel 1963 da Mario Pedrali. Oggi Pedrali esporta in oltre 100 paesi e fa della sostenibilità uno dei suoi punti di forza: la produzione è interamente realizzata nelle due sedi produttive di Mornico al Serio e Manzano, controllando nei minimi dettagli l’intera filiera. Di questo e altro ancora abbiamo parlato con il CEO, Giuseppe Pedrali, per fare un bilancio in un momento storico in cui la pandemia ha impattato sulla design industry e mettere a fuoco le sfide di domani.

Che anno è stato il 2021 e come sta andando questo 2022?
Il 2021 è stato un anno positivo, da marzo in poi siamo tornati a lavorare con i numeri pre-pandemia, a partire da settembre abbiamo preso parte a diverse fiere, come il Supersalone e Host. L’anno si è concluso con il segno positivo, quasi con gli stessi numeri del 2019. Abbiamo portato a termine diversi progetti importanti, come nel caso dell’hotel La Mamounia di Marrakech, riarredato con collezione Ester disegnata da Patrick Jouin, oppure il Raffles a Singapore. Il 2022 è partito con tutte le problematiche che tutti conosciamo: dopo la pandemia, le criticità legate all’energia e alle materie prime si sono intensificate. Inoltre la questione della guerra complica le cose, ciononostante abbiamo riscontrato una grande voglia di ripartenza nei mercati. In queste settimane, come Pedrali ci stiamo impegnando a sostenere clienti e famiglie di provenienza ucraina.

Cosa significa sostenibilità per Pedrali?
Sostenibilità è parte della nostra identità, del nostro DNA. Siamo un’azienda che produce internamente e abbiamo sempre investito tanto nelle tecnologie e nell’innovazione all’interno delle nostre fabbriche. Progettiamo i nostri prodotti affinché siano durevoli, dal punto di vista costruttivo ma anche in grado di resistere alla prova del tempo. I nostri arredi sono pensati per essere facilmente riparati dopo 20 anni di utilizzo e disassemblabili facilmente a fine vita. Investiamo costantemente nelle tecnologie per realizzare i prodotti nel miglior modo possibile cercando anche di limitare il nostro impatto. Siamo stati insigniti con numerosi premi: la seduta Frida, oltre ad aver ricevuto il Compasso d’Oro, è stata premiata durante la Settimana Europea per lo Sviluppo Sostenibile.

Pedrali, Fili d’erba, Cino Zucchi Architetti, Mornico al Serio
Pedrali, Fili d’erba, Cino Zucchi Architetti, Mornico al Serio

Il magazzino automatico progettato da Cino Zucchi a Mornico al Serio rientra in questa filosofia.
È uno spazio studiato nei dettagli, è privo di persone ma occupato soltanto da macchine, che funzionano a motori inverter a basso consumo. Ci permettono di essere, oltre che flessibili, precisi e veloci, di impattare meno sull’ambiente. È una grande macchina automatizzata che lavora 24 ore su 24. Tutta l’energia che utilizziamo è derivata da fonti rinnovabili o prodotta con nostri impianti fotovoltaici che stiamo completando e aggiungendo. A fare la differenza sono le certificazioni rilasciate dagli enti specializzati, che verificano ciò che noi dichiariamo: la 9001 e la 14001 sono fondamentali come anche la Carbon Footprint, che da ormai quattro anni misuriamo.

Queste certificazioni sono utili per impostare gli obiettivi e le strategie di miglioramento per rispondere alle sfide ambientali di oggi?
Sì, sono soprattutto utili per comprendere il nostro impatto sull’ambiente e affinché sia migliorativo rispetto al passato e rispetto agli standard del mercato. Sicuramente avere tutto all’interno dell’azienda, dalla lavorazione del metallo, del legno e della plastica, ci permette di avere una filiera corta e monitorare l’uso dell’energia minimizzando gli sprechi. Riusciamo in questo modo a essere consapevoli del nostro impatto, così da calibrare tutti gli investimenti per migliorare gli impianti: non devono essere soltanto più produttivi ma anche impattare meno sull’ambiente.

Quali sono le principali sfide che dovrete affrontare nei prossimi anni?
Abbiamo investito molto nella ricerca e sviluppo dei nuovi materiali. Lo scorso anno, per esempio, abbiamo presentato una plastica riciclata: un polipropilene ricavato al 50% da plastica post consumo e al 50% da scarti industriali certificati. Come avviene per il nostro legno che è verificato e controllato ogni anno da FSC, anche per le materie plastiche stiamo ottenendo una certificazione con ReMade in Italy. Il tema delle certificazioni è molto importante, sono costi aggiuntivi per un’azienda ma preziosi: consente di evitare il dilagare del greenwashing.

Leggi tutto
China Germany India Mexico, Central America and Caribbean Sri Lanka Korea icon-camera close icon-comments icon-down-sm icon-download icon-facebook icon-heart icon-heart icon-next-sm icon-next icon-pinterest icon-play icon-plus icon-prev-sm icon-prev Search icon-twitter icon-views icon-instagram