Il lato etico del design degli elettrodomestici

Controllo dello spreco del cibo, contenimento del consumo di acqua ed energia. Riduzione di rifiuti organici e detersivi. L’approccio al design dell'elettrodomestico è sempre più etico.

Il tratto che accomuna gli elettrodomestici di ultima generazione è cercare di rendere sempre più facile il loro utilizzo, in parallelo a una ricerca tecnologica portata avanti nel rispetto dell’ambiente e della salute dell’uomo. Questo implica individuare e studiare, per ogni tipologia, soluzioni tecniche che risolvano problematiche altre rispetto a quelle già affrontate quali il consumo energetico, lo spreco dell’acqua e la rumorosità. Lo spreco del cibo è una delle ultime sfide di questo comparto produttivo, oggetto di analisi, tra gli altri, dell’Osservatorio Waste Watcher dell’istituto di ricerca SWG e da Last Minute Market, una società nata da uno spin-off dell’Università di Bologna. Gli ultimi dati parlano di un trend in miglioramento, ma c’è ancora molto. Nel suo rapporto 2020 l’osservatorio ha registrato, per la prima volta, un calo negli sprechi alimentari: nelle case degli italiani, si parla di 4,9 euro a settimana buttati nella spazzatura contro i 6,6 euro del 2019, invertendo la tendenza del 25 per cento. Conti alla mano, comprensivi dei dati relativi allo spreco nella filiera produzione/distribuzione, in poco più di un anno l’Italia ha risparmiato circa 1 miliardo e mezzo di euro. Oltre che alla crisi economica, questi risultati sono stati ottenuti grazie a campagne di informazione che hanno reso tutti più consapevoli. Il rapporto registra che, al momento di acquistare cibo, l’attenzione agli aspetti specifici del suo impatto sulla salute ambientale e della persona sono ormai determinanti per 1 italiano su 3. Lo spreco alimentare è una questione etica, sociale, economica e ambientale: cibo e salute sono diventati il nuovo binomio che gli italiani guardano con attenzione.

Eppure, nonostante questi dati rassicuranti, le stime del Progetto Reduce (studio pluriennale del Ministero dell’Ambiente e dell’Università di Bologna) indicano comunque 220.000 tonnellate di cibo sprecato ogni anno di cui i 4/5 nell’ambiente domestico. Cambiare le abitudini quotidiane (anche nella spesa) non è facile: incombenze pressanti e mancanza di tempo non aiutano. Ma la tecnologia ci può aiutare ad adattarci a uno stile di vita più sostenibile. Samsung, per esempio, ha creato il frigorifero intelligente Family Hub™, dotato di funzioni che aiutano a migliorare le proprie abitudini domestiche come quella denominata View Inside™, pensata per controllare da remoto, via app, grazie a tre telecamere interne, che cosa realmente abbiamo già al fresco. Non solo, avendo l’accortezza di registrare la scadenza degli alimenti mentre vengono riposti nel frigorifero, sarà l’applicazione stessa ad avvisarci in prossimità della data ultima e a suggerire combinazioni creative per consumarli. In linea con questo approccio è anche il modello di LG InstaView, dotato di tecnologia ThinQ di seconda generazione: un controllo visivo e l’intelligenza artificiale tracciano il contenuto del frigorifero e aiutano a farne l’inventario. Il pannello frontale trasparente della versione 2020 consente poi di guardare all’interno senza aprire la porta, impedendo sbalzi di temperatura e fungendo da display per navigare in Rete e guardare video di cucina tramite il wi-fi senza utilizzare altri device.

Smeg, Vitality System

Oltre a non sprecare il cibo, dobbiamo anche fare attenzione a come lo conserviamo e lo cuociamo. Per far fronte a questo, Smeg propone il trio di elettrodomestici Vitality System, che comprende un abbattitore di temperatura per raffreddare rapidamente – mantenendo inalterate le caratteristiche organolettiche e nutritive degli alimenti freschi –, un cassetto sottovuoto in grado di garantire una più lunga conservazione e permettere la cottura sottovuoto, un forno a vapore combinato, ideale per cucinare piatti sani e creativi. Sempre in ambito cucina e in tema di risparmio energetico, a chi vuole utilizzare il piano a induzione senza rischiare il collasso del contatore energetico (normalmente a 3kW) Siemens propone il modello EX975KXW1E con powerManagement: un sistema che consente di autolimitare la potenza assorbita dal piano cottura al livello desiderato, partendo da un minimo di 1 kW.

Un aiuto all’ambiente può arrivare anche da un corretto smaltimento dei residui organici. Anche se in molti non lo sanno, gli scarti alimentari che finiscono nelle discariche producono metano, un gas 21 volte più nocivo dell’anidride carbonica. Per smaltirli ci si può servire di un dissipatore di rifiuti, un elettrodomestico che spesso manca nelle case degli italiani ma che è estremamente utile per eliminarli all’istante riducendoli in particelle finissime che vengono scaricate nelle acque chiare. Diversi i modelli oggi proposti, che sono anche molto silenziosi, contrariamente a quanto si pensa comunemente, e facili da inserire sotto il lavello (produzione InSinkErator).

Agli elettrodomestici che si occupano del lavaggio sono connesse altre sfide che riguardano la salvaguardia dell’ambiente. Nel caso della lavastoviglie, il problema si annida nei dosaggi spesso eccessivi di detersivi e brillantanti. Un aiuto nella gestione dei quantitativi lo fornisce, per esempio, il modello DEN38530XAD di Beko, che ne regola automaticamente il consumo: si caricano una volta sola e si possono fare fino a 23 lavaggi. Stesso problema per le lavatrici, dove il dosaggio in eccesso porta a lasciare sui tessuti aloni e residui che, oltre ad avere un impatto negativo sull’ambiente, possono provocare allergie. La soluzione sono modelli quali l’i-Dos di Bosch, dotata di sensori che rilevano il tipo di tessuto, il grado di sporco e il carico, dosando la giusta quantità di detersivo, ammorbidente e acqua necessari per ogni lavaggio. Questo evita inutili cicli di risciacquo con un risparmio di detersivo del 38% e fino a 7.000 litri di acqua all’anno.

Beko, Lavastoviglie Autodose DEN38530XAD

Il problema più grave connesso all’uso delle lavatrici è però la dispersione di microplastiche nei nostri mari e oceani. I biologi marini concordano infatti nel sostenere che la maggior parte di quelle che stanno danneggiando la biosfera, il mare e la salute umana non provengono da bottiglie o contenitori vari (macroplastiche) ma dal lavaggio a macchina dei tessuti sintetici: i ricercatori dell’Università di Plymouth, in Inghilterra, hanno scoperto che un carico da 6 kg può rilasciare oltre 700 mila microplastiche. L’Italia, che gestisce meno dell’1% di questi elettrodomestici a livello mondiale, rilascia circa 120 kg di microplastiche ogni settimana attraverso i modelli domestici, il che equivale a ben 15mila sacchetti di plastica. Esistono soluzioni parziali (che in pochi seguono), oltre a farle andare solo a pieno carico: ovvero l’applicazione manuale di filtri all’interno della propria lavatrice, l’utilizzo di detersivi liquidi che rispetto a quelli in polvere hanno un’azione abrasiva inferiore; basse temperature e velocità di centrifuga media. Per trovare una soluzione pratica al problema, Grundig ha brevettato una tecnologia di filtraggio della microfibra: il sistema Fiber Filtering, già integrato in certi modelli, filtra il 99,9% delle microfibre di tessuto.
Dall’acqua passiamo all’aria. Per migliorare quella della cucina ci sono a disposizione tecnologie come E.ion di Falmec, che rilascia nell’ambiente, mediante la ionizzazione bipolare controllata, ioni simili a quelli presenti nell’atmosfera prodotti da fenomeni naturali quali cascate, fulmini e onde marine. In questo modo, a parte eliminare gli odori sgradevoli e gli agenti irritanti o inquinanti (come batteri, virus, acari, pollini, spore, polveri, fumi nocivi o gas di scarico), si produce un effetto positivo sull’equilibrio psicofisico grazie al rilascio degli ioni.

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