Gli USA ricominciano dalle fondamenta, ecco il piano infrastrutturale lanciato da Biden

È passato inosservato sulla stampa. Eppure, il piano infrastrutturale lanciato da Biden sarà ricordato come potente fattore di cambiamento del volto del sistema americano.

Questo articolo è stato pubblicato in origine su DomusAir n.3, dicembre 2021.

I gesti sobri e senza clamore, a volte, possono cambiare il mondo. Così sarà probabilmente per il piano infrastrutture lanciato dal presidente Biden, approvato con un voto quasi bipartisan a inizio di novembre, che è passato inosservato sulla stampa europea ma anche in quella americana. Eppure, fra molti anni, questo progetto da oltre mille miliardi sarà ricordato come potente fattore di cambiamento del volto del sistema americano. Oggi invece è dato per scontato perché in questi mesi abbiamo fatto assuefazione ai progetti statali con grandi cifre in gioco. Avvia però i lavori per rifare le fondamenta di un Paese.

Come è scritto sul sito ufficiale del presidente degli Stati Uniti, “le infrastrutture del nostro Paese cadono a pezzi” e sebbene “gli Usa siano la nazione più ricca della terra, le sue infrastrutture le vedono solo come decimo Paese al mondo secondo il sWorld Economic Forum”. Ed è proprio così, perché l’impatto visivo delle infrastrutture americane, paragonate a quelle dell’Asia e di molte capitali europee, fa solo emergere un Paese che è diversi passi indietro, che è stato capace un tempo di immaginare il futuro ma che deve dimostrare di saperlo fare di nuovo.  

Il Judge Harry Pregerson Interchange, grande svincolo autostradale situato a Los Angeles, in California, che unisce l’Interstate 105 con la 110. Foto Istockphoto

Le cifre del progetto e le direzioni che si svilupperà per dieci anni sono in effetti impressionanti. Oltre mille miliardi di dollari che devono agire sulla rete dei trasporti, stradali, autostradali ferroviari e sui ponti, sul trasporto aereo e via acqua, sull’alta velocità e sulla costruzione di linee ferroviarie che non esistono. Ma anche sull’elettrificazione della mobilità urbana e extra urbana, e sulle infrastrutture digitali ed educative, che mettono mano non solo al 5G ma anche ad infrastrutture scolastiche fatiscenti. Joe Biden non vedrà probabilmente il risultato a lungo termine di questo piano senza precedenti – e qui c’è lungimiranza, senza calcolo elettorale – ma i cittadini americani e il mondo, sicuramente ne avranno beneficio.

Le infrastrutture hanno una potenza trasformatrice profonda

La lettura di queste cifre e di queste ambizioni deve spingerci a fare una riflessione più generale: la crescita, il benessere e la sua più equa distribuzione non sono solo frutto di tanta attività di impresa, di innovazione e di incentivi giusti di politica economica ma sempre di più dell’ambiente, nel senso più ampio e inclusivo possibile, in cui i cittadini vivono. Le infrastrutture hanno quindi una valenza multipla, il cui ruolo strategico è sempre più evidente: sociale, economica ed estetica. In primo luogo, permettono di connettere le persone, di ridurre e di eliminare le esclusioni, di migliorare la qualità della vita grazie alla maggiore velocità e al minore impatto ambientale. In secondo luogo, contribuiscono alla crescita economica, sia direttamente con la loro costruzione e rinnovamento, sia indirettamente grazie alla crescita di opportunità che ne derivano.

Foto Istockphoto

In terzo luogo, ed è questa la “forza” estetica delle infrastrutture, hanno una potenza trasformatrice profonda: riqualificano territori o zone degradate o semplicemente abbandonate; rappresentano un esempio che si espande a macchia d’olio per le iniziative pubbliche e private che sorgono nelle aree rigenerate; diventano un luogo o più luoghi di incontro e di educazione a un comportamento civico migliore. Ben venga per gli Stati Uniti questo cammino di dieci anni per cambiarne il volto. L’Europa, che già è avanti per molti aspetti, così come il nostro Paese e Milano, non perdano il passo ma accelerino ancora di più, perché il volto – non solo delle persone – è spesso l’essenza del tutto.

Immagine di apertura: il treno Cta per pendolari di Chicago, del tipico color argento, viaggia su un binario sopraelevato verso la stazione ferroviaria tra gli edifici della città. Foto Istockphoto

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