Grecia. The School of Athens

Ricco di contenuti e ben allestito, il Padiglione della Grecia è una delle sorprese positive della Biennale 2018.

Anche la Grecia, come la Spagna, ricerca il suo Freespace nelle scuole, i luoghi della trasmissione del sapere architettonico. I curatori Xristina Argyros e Ryan Neiheiser, però, non si concentrano sul prodotto delle esperienze di apprendimento, ma sullo spazio dove esse avvengono. The School of Athens, che è il risultato di una serie di workshop congiunti tra la National Technical University di Atene e l’Architectural Association di Londra, mette in mostra 56 sedi di altrettante istituzioni universitarie, selezionate senza limitazioni di epoca né luogo, e comprendendo anche progetti non realizzati.

Fig.1 Vista del Padiglione della Grecia, Venezia, 2018
Fig.2 Vista del Padiglione della Grecia, Venezia, 2018
Fig.3 Vista del Padiglione della Grecia, Venezia, 2018
Fig.4 Vista del Padiglione della Grecia, Venezia, 2018
Fig.5 Vista del Padiglione della Grecia, Venezia, 2018
Fig.6 Vista del Padiglione della Grecia, Venezia, 2018
Fig.7 Vista del Padiglione della Grecia, Venezia, 2018
Fig.8 Vista del Padiglione della Grecia, Venezia, 2018
Fig.9 Vista del Padiglione della Grecia, Venezia, 2018
Fig.10 Vista del Padiglione della Grecia, Venezia, 2018
Fig.11 Vista del Padiglione della Grecia, Venezia, 2018
Fig.12 Vista del Padiglione della Grecia, Venezia, 2018
Fig.13 Vista del Padiglione della Grecia, Venezia, 2018
Fig.14 Vista del Padiglione della Grecia, Venezia, 2018
Fig.15 Vista del Padiglione della Grecia, Venezia, 2018
Fig.16 Vista del Padiglione della Grecia, Venezia, 2018
Fig.17 Vista del Padiglione della Grecia, Venezia, 2018
Fig.18 Vista del Padiglione della Grecia, Venezia, 2018

Una griglia regolare di piedistalli di metallo sospende ad altezza occhi le 56 maquettes, una per progetto, tutte stampate in 3d con un unico materiale e linguaggio. Attraversare questo paesaggio di candidi modelli miniaturizzati è motivo di continua sorpresa: essi infatti non rappresentano la totalità degli edifici di partenza, ma ne selezionano criticamente e ne visualizzano solo i commons, gli spazi intermedi aperti a usi non programmati. Così, il tema guida di Freespace diventa un filtro, una chiave di lettura della realtà attraverso la quale spazi conosciuti assumono una fisionomia nuova e inaspettata. Alcune architetture, come le case a schiera georgiane di Bloomsbury dell’Architectural Association, risultano del tutto irriconoscibili, e al tempo stesso immediatamente “chiare” nel funzionamento dei loro spazi pubblici. The School of Athens è una ricerca seria, sistematica, potenzialmente estendibile, arricchita anche da un bel catalogo in tre mini-volumi, ciascuno dei quali offre un differente strumento di confronto tra i progetti in mostra (immagini, disegni, dati). L’allestimento è decisamente ben confezionato e costruisce, manco a dirlo, un Freespace variamente appropriabile dal pubblico (qui, un anfiteatro rielaborato). Di fronte a tanta solerzia classificatoria e cura formale, manca forse un momento di sintesi, un’eccezione alla griglia, ma è un peccato veniale che si perdona volentieri alla migliore partecipazione greca di questo decennio.

  • The School of Athens
  • 26 maggio – 25 novembre 2018
  • Xristina Argyros, Ryan Neiheiser
  • Padiglione della Grecia, Giardini