Austria. Thoughs Form Matter

La formula tre (installazioni) per una (mostra) del Padiglione dell’Austria convince per la qualità dei singoli contributi, meno per la coerenza dell’insieme.

“Thoughts Form Matter“ exhibition view with “Sphere 1:50.000” (LAAC), “Layers of Atmosphere“ (Henke Schreieck) and “Beauty=Function“ (Sagmeister & Walsh). Courtesy of Österreich Pavillon 2018. Foto Martin Mischkulnig

Molti padiglioni nazionali della Biennale di quest’anno sono stati criticati, in estrema sintesi, perché troppo vuoti. Tra di essi il Belgio, il Venezuela, e anche la Gran Bretagna, che pure ha ricevuto una menzione speciale. I loro ammiratori hanno lodato la rarefazione di contenuti tridimensionali come segno di una maggiore densità concettuale, mentre i detrattori si sono concentrati più su quello che sembrava insolitamente assente (una mostra), che su ciò che avrebbe dovuto sostituirla (un’idea forte). Questa riflessione non si applica certo al Padiglione dell’Austria, Thoughs Form Matter, curato da Verena Konrad, che si articola in ben tre grandi installazioni.

Per la sala principale del padiglione, gli architetti viennesi Henke Schreieck concepiscono Layers of Atmosphere, una struttura di legno accessibile che compenetra una sequenza di veli di carta, progettata con Anna Rubin, costruttrice di aquiloni della Carinzia. Per attraversare l’opera, i visitatori camminano sulla piattaforma curva e specchiante di Sphere 1:50.000, dello studio di architettura LAAC. I suoi autori la descrivono come una superficie che “piega, distorce, trasporta e permette di proiettarsi in un luogo altro”, mentre alcuni pettegolezzi più prosaici si sono curiosamente concentrati sui suoi (inattesi) risvolti voyeuristici. Infine, i soffitti delle sale laterali ospitano due superlative proiezioni di Sagmeister & Walsh, Beauty = Function.

Il team del padiglione Austria 2018: Frank Ludin, Marta Schreieck, Dieter Henke, Jessica Walsh, Stefan Sagmeister, Verena Konrad, Kathrin Aste. Foto Darko Todorovic
Il team del padiglione Austria 2018: Frank Ludin, Marta Schreieck, Dieter Henke, Jessica Walsh, Stefan Sagmeister, Verena Konrad, Kathrin Aste. Foto Darko Todorovic

Il lavoro della curatrice austriaca, che ha saputo selezionare contributi di così alta qualità, è certamente da apprezzare. La mostra riesce a centrare l’obiettivo dichiarato di interpretare il Freespace come “un luogo versatile, modellato dalla coesistenza”, dove “concetti come deviazione, atmosfera e bellezza” possono materializzarsi. D’altra parte, le tre opere, di grande impatto, si relazionano con questi temi ciascuna con il suo linguaggio, i suoi materiali e le sue forme specifiche. Così, a prima vista restano tre eventi separati, che non riescono ad armonizzarsi in un insieme coerente, indebolendo un poco il risultato complessivo. Resta da vedere se il pubblico frettoloso della Biennale riuscirà a ritagliarsi qualche minuto per concedere a questo padiglione un meritatissimo secondo sguardo.

Titolo mostra:
Thoughts Form Matter
Date di apertura:
26 maggio – 25 novembre 2018
Curatrice:
Verena Konrad
Sede:
Austrian Pavilion, Giardini

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