La colonia marina Fara, dedicata al generale Gustavo Fara per il suo ruolo nella guerra italo-turca, fu inaugurata nel 1936 da Mussolini in persona.
Colonia marina Fara
Giulia Bianchi, fotografa, e Nello Brunelli, scrittore, hanno investigato la storia e l’abbandono di una delle colonie marine fasciste, la Fara a Chiavari, la cui ristrutturazione sta per cominciare.
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- 01 settembre 2015
- Chiavari
L’architetto Camillo Nardi Greco progettò l’edificio con un certo coraggio, in stile futurista e razionalista, caratterizzato da una forte innovazione tecnica e rompendo il più possibile con i canoni architettonici del passato. I cromatismi e linee dinamiche servivano nell’insieme a suggerire un’idea di velocità e di movimento.
Dopo alterne vicende, negli anni ’80 l’edificio fu dichiarato inagibile. L’area circostante fu recintata, furono sbarrate le finestre e saldate le porte. Negli anni le autorità dichiararono di voler recuperare la struttura ma gli eventi prevalsero sulla buona volontà e la colonia rimase dimenticata.
Nel 2014, prima dell’inizio dei lavori di ristrutturazione dell’edificio, ne abbiamo documentato la storia. Salendo lungo la torre e a ritroso nel tempo, abbiamo trovato le tracce dei profughi istriani ospitati negli anni ’50, i registri e i mobili dell’ostello internazionale degli anni ’70, gli oggetti personali dei senza tetto poi cacciati da un incendio, i banchi di scuola degli anni successivi. Attraverso la Fara ci siamo interrogati sul rapporto tra il passato e il futuro e il bisogno di avere cura delle cose e di noi stessi.
Giulia Bianchi è fotografa, insegnante di fotografia e appassionata creatrice di libri. Nello Brunelli è sviluppatore software e scrittore freelance; vive a Chiavari e ha frequentato le scuole elementari che erano ospitate all’interno della colonia. Il libro “Colonia Marina Fara: Cinquanta Modi per Abbandonare il tuo amore” è attualmente in fase di pubblicazione.