In un mondo dove si fruisce in streaming e da dispositivi diversi, sono sempre meno le occasioni che ci tengono incollati alla TV in diretta, ma alcune restano immancabili: gli Oscar, Olimpiadi e Mondiali di calcio, il Festival di Sanremo per gli italiani e per gli americani e il Super Bowl. Molto più di un semplice evento sportivo, la finale del campionato della Football League è un’occasione che tocca diversi aspetti della cultura pop.
Sicuramente, uno di questi è l’Halftime Show, che consacra ulteriormente le già celebri star della musica. Quest’anno è stato Kendrick Lamar a calcare il palco, offrendo una performance che, rispetto a chi lo ha preceduto, è sembrata quasi sobria, puntando più sulla musica – tra cui Not Like Us, considerata la canzone culturalmente più rilevante degli ultimi tempi – che su altri elementi come gli ospiti, le scenografie e le coreografie.
Ma un’altra componente fondamentale dell’evento riguarda gli spazi pubblicitari: non semplici intermezzi, ma un momento che da decenni è attesissimo – e costosissimo: per circa 30 secondi di spot le aziende hanno pagato 8 milioni di dollari. Sono da sempre un pilastro fondamentale dello show che ci ha regalato spot indimenticabili come quelli di Pepsi, Nike o quello di Apple del 1984.
In un contesto in cui il neocapitalismo raggiunge il suo climax, fare pubblicità significa affrontare una sfida tutt’altro che semplice e la competizione tra i brand è alta quanto quella tra le squadre sportive. Domus ha selezionato i 5 spot più rilevanti dell’ultimo Super Bowl.