Esiste uno spazio, a Milano, al di sotto dell'headquarter di Fendi in Via Solari 35, che si estende per circa 170 metri quadrati. Non si tratta di un deposito, un magazzino, o di un anonimo non-luogo urbano, bensì dell’Ingresso nel Labirinto di Arnaldo Pomodoro, la sua grande opera ambientale ispirata all’Epopea di Gilgamesh che riaprirà al pubblico a partire dal 20 marzo 2025.
Costruito tra il 1995 e il 2011, il Labirinto non è solamente una testimonianza della svolta intimista nella scultura postmoderna, ma anche un testamento della riflessione biografica e artistica di Pomodoro, che con esso sovverte l’iconografia tradizionale del dedalo. Sostituendo a siepi verdeggianti trafitture, segni e cunei scolpiti, l’artista ha voluto creare una dimensione altra, lontana nel tempo e nella memoria, che parlasse un linguaggio dimenticato e misterioso come quello delle antiche civiltà arcaiche.
“Ho sempre subito un grande fascino per i segni, soprattutto quelli arcaici”, spiegava infatti Pomodoro al critico Sandro Parmiggiani, “il mio ingresso nel labirinto è un invito nei meandri di un percorso, dove il tempo è trasformato in spazio e lo spazio a sua volta diventa tempo”.
Accessibile attraverso una porta monumentale, il percorso si apre su una stanza in penobra con un rullo inciso di ispirazione sumerica, per poi articolarsi tra stanze e superfici scolpite in bronzo, rame e fiberglass, dove la luce ne proietta con nettezza le ombre taglienti. Al centro del labirinto, accanto a un osso di seppia scolpito e sovradimensionato, si trova la reinterpretazione di Pomodoro della struttura tombale del Conte di Cagliostro, l’avventuriero e alchimista italiano vissuto nel XVIII secolo.
Insieme alla riapertura del Labirinto, per celebrare la continuativa collaborazione tra Fendi e Fondazione Arnaldo Pomodoro, la Maison ospiterà nell’atrio di Solari 35 anche due opere-costume realizzate da Pomodoro negli anni ‘80: il Costume di Didone per Dido, Queen of Carthage di Christopher Marlowe, e Costume di Creonte per l’Oedipus Rex di Igor Stravinsky.