Carlo Mollino e la cultura politecnica, in mostra a Torino

Nel 1953 Carlo Mollino, maestro dell’architettura torinese autore del Teatro Regio, faceva il suo ingresso come docente al Politecnico; vent’anni più tardi moriva, a breve distanza dall’apertura del suo capolavoro, e presso la Facoltà di Architettura veniva trasferito il suo archivio. A ricordare queste date, l’Ateneo celebra con l’Archivio di Stato la figura di Mollino curando una mostra che ne attraversa formazione, carriera accademica e professionale, opere ed immancabili eccentricità. Ma se tanto si è già dedicato alla biografia dell’architetto, fino a renderne l’abitazione un’icona estetica internazionale, la mostra punta ad aprire un discorso in parte differente, che connette la figura individuale alle varie discipline politecniche, dell’architettura e dell’ingegneria.

Si tratta di un progetto corale di curatela – intitolato non a caso Mollino/Politecnico. Le culture dell’architettura e dell’ingegneria a Torino – portato avanti da docenti, ricercatrici e ricercatori del Politecnico attraverso dieci sezioni per altrettanti temi negli spazi torinesi dell’Archivio di Stato.
Si parte dalla scala urbana di molti edifici di Mollino, per poi esplorare la cura dei sistemi costruttivi, i dettagli, l’eclettismo delle soluzioni per le architetture montane, il design di arredi e prodotti, le macchine in senso stretto – come gli aerei di cui era appassionato. Ci sono il disegno – tra schizzo, tecnica e visioni della casa ideale – e la parola scritta, anche nella forma del racconto, e uno spazio dedicato all’influenza e l’ispirazione del lavoro di Mollino sui progetti di espansione e trasformazione contemporanea dei luoghi del Politecnico.