Domus 1072 è in edicola, un numero dedicato alla memoria

Il magazine di ottobre si focalizza sul rapporto con la memoria, con un approfondimento sull’opera di Amateur Architecture Studio. Sfoglia la gallery per scoprire i contenuti della rivista.

Editoriale/ Perdita delle memorie Nell’editoriale di Domus 1072, il guest editor racconta l’importanza del tempo passato e di quello futuro e di come le architetture di oggi possano essere in grado di creare emozioni ed indurci a riflettere.

Testo Jean Nouvel. Foto © Michel Denancé

Saggi/ Le ragioni del sensazionale Per il critico di architettura Scalbert gli edifici progettati dagli architetti devono essere visti, devono essere guardati e ammirati. Bramano di essere fotografati e pubblicizzati.  

Testo Irénée Scalbert. Foto © Iwan Baan  

Saggi/ Peter Zumthor – Le persone e le cose Ciò che la classicità dell’architetto evocata da Zumthor ci suggerisce è duplice: da un lato il lavoro di composizione di un’opera può essere visto come semplice inferenza, dall’altro può essere inteso come qualcosa che agisce attraverso una forma di risonanza, una sorta di progressivo coinvolgimento.

Testo Valter Scelsi. Foto © Andrew Meredith  

Architettura/ Amateur Architecture Studio – Il pulsare della forma Gli Archivi Nazionali per complessità, ricchezza e dimensioni ricordano i loro recenti musei di Fuyang e Ninghai, ma nessuno di quei pur affascinanti progetti possiede la raffinatezza e la qualità di questo complesso, né il suo dinamismo: una delle migliori espressioni del lavoro di Amateur Architecture Studio.

Testo David Leatherbarrow. Foto © I.Mathie  

Architettura/ Amateur Architecture Studio – National Archives of Publications and Culture, Hangzhou, Cina, 2022 Il movimento lungo le linee di confine tra le colline e gli specchi d’acqua unisce i diversi edifici che compongono gli Archivi Nazionali. Nei dipinti di paesaggi della dinastia Song, che gli architetti hanno studiato attentamente, linee come queste sono spesso velate dalla nebbia o da nuvole basse.

Testo David Leatherbarrow. Foto Laksana Studio

Architettura/ Paradigma Ariadné – Rural Geometries, Sándorfalva, Hungary, 2021 Cinque strutture legate da un camminamento creano una piattaforma di osservazione che recupera aspetti formali e materiali dagli edifici agricoli dell’est Europa.

Testo Giulia Ricci. Foto Attila Róbert Csóka

Architettura/ Shigeru Ban Architects – Zen Wellness Seinei, Awaji, Japan, 2022 L’imponente edificio lineare culmina con una trave di legno Vierendeel a sbalzo: le scelte strutturali messe in atto mirano a massimizzare la continuità fra interno ed esterno.

Testo Shigeru Ban Architects. Foto Hiroyuki Hirai  

Architettura/ Luciano Lerner Basso – Fortunata House, Caxias do Sul, Brazil, 2020 Realizzata con una tecnica diffusa nella regione, la residenza circonda un albero di Araucaria minimizzando gli sprechi e sfruttando i materiali di risulta della costruzione.

Testo Luciano Lerner Basso. Foto Manuel Sá  

Architettura/ Atelier Marko Brajovic – Casa Macaco, Paraty, Brazil, 2020 Le radici della palma juçara sono il punto di partenza del progetto. La residenza minimizza così l’impronta al suolo, mentre la sua sagoma slanciata occupa lo spazio libero appena al di sotto delle chiome degli alberi.

Testo Atelier Marko Brajovic. Foto Rafael Medeiros  

Arte/ Sally Gabori – La rivincita della memoria I colori accesi di paesaggi immaginari fanno rivivere il ricordo della terra d’origine dell’artista aborigena. Testimoni silenti delle violenze del colonialismo.

Testo Angela Maderna. Foto © The Estate of Sally Gabori. Collection privée

Design/ Giuseppe Arezzi – Fiscella, It’s Great Design, 2022 Memoria e tradizione sono elementi ricorrenti nel lavoro del designer siciliano, che parte dall’archetipo rurale per creare oggetti ibridi e contemporane.

Testo Elena Sommariva. Foto Natale Leontini  

Design/ Konstantin Grcic – Bench, Plank, 2022 Una trave di abete rosso della tradizione alpina è il punto di partenza di una collezione di panche e tavoli che unisce sofisticata semplicità e tecnologia.

Testo Loredana Mascheroni. Foto Miro Zagnoli

Design/ Valentine Maurice – (Un)learning time by light. The Metaphor of the Screen, 2021 Con sguardo socio-antropologico, la designer francese cerca la connessione con la nostra memoria biologica per combattere l’insonnia digitale.

Testo Silvana Annicchiarico. Foto courtesy Valentine Maurice

Diario/ Confini – Seguendo la logica di un foglio di carta Con Caruso St John, Thomas Demand ha realizzato per Kvadrat un triplo capriccio, dove l’arte sconfina nell’architettura per creare un’esperienza unica.

Testo Elena Sommariva. Foto Nic Tenwiggenhorn  

Diario/ Interni – Un bozzolo giallo acusticamente protetto per pause e riunioni Mini Break (Show)room è uno dei molti progetti figli di quel cambiamento che la pandemia ha solo accelerato: quello della ricerca di un maggior benessere sul posto di lavoro attraverso ambienti ibridi.

Testo Giulia Ricci. Foto Francesca Perani

Diario/ Bambini – De Matos Ryan: una casa sull’albero che non ha bisogno di alberi Lo studio britannico De Matos Ryan, fondato nel 1999 da Angus Morrogh- Ryan e Jose Esteves De Matos, si è trovato a fronteggiare su richiesta di una giovane famiglia con bambini, residenti nella zona nordoccidentale di Londra.

Testo Elena Sommariva. Foto Hufton+Crow  

Diario/ Talenti – Interrogare il nostro rapporto con lo spazio, il tempo e le cose Al confine tra performing art, e design emozionale e comunicazionale, Gicquel immagina universi intesi non come luoghi staticamente abitati o occupati da entità oggettuali ben definite e perimetrate, ma come spazi di osmosi e di scambio.

Testo Silvana Annicchiarico. Foto Haiyang

Copertina di Domus 1072 Amateur Architecture Studio, National Archives of Publications and Culture, Hangzhou, China, 2022

Foto Ji Yun

Il numero di ottobre di Domus si concentra sulla memoria e il rischio dell’oblio che si corre nel mondo dell’immediatezza. Il guest editor 2022 Jean Nouvel nel suo Editoriale racconta l’importanza del tempo passato e di quello futuro e di come le architetture di oggi possano essere in grado di creare emozioni ed indurci a riflettere. “Ricordiamoci che la modernità attiva, quella dell’invenzione permanente, esige di essere collegata alle invenzioni più lontane e ai saperi più antichi. Non abbiamo più il tempo per pensare. Non abbiamo più il tempo per ricordare”. Segue nei Saggi il critico e storico dell’architettura Irénée Scalbert in cui racconta di come gli edifici progettati dagli architetti devono essere visti, devono essere guardati e ammirati: bramano di essere fotografati e pubblicizzati. A seguire, Valter Scelsi scrive dell’opera del maestro svizzero Peter Zumthor. “Ciò che la classicità dell’architetto evocata da Zumthor ci suggerisce è duplice: da un lato il lavoro di composizione di un’opera può essere visto come semplice inferenza, dall’altro può essere inteso come qualcosa che agisce attraverso una forma di risonanza, una sorta di progressivo coinvolgimento”.

La prima parte della sezione Architettura è dedicata all’opera di Amateur Architecture Studio. A presentare lo studio, il professore David Leatherbarrow decide di analizzare gli Archivi Nazionali di Hangzhou come una delle migliori espressioni del loro lavoro. Qui il movimento lungo le linee di confine tra le colline e gli specchi d’acqua unisce i diversi edifici che compongono gli Archivi Nazionali. Nel sito infatti si alternano questi due elementi naturali che, articolati e accentuati dagli edifici, sembrano ora, in retrospettiva, aver fornito al progetto la sua struttura primaria.

Continua la sezione un progetto ungherese di Paradigma Ariadné, cinque strutture legate da un camminamento che creano una piattaforma di osservazione, recuperando aspetti formali e materiali dagli edifici agricoli dell’est Europa. Shigeru Ban Architects presenta il recente Zen Wellness Seinei Awaji, imponente edificio lineare che culmina con una trave di legno Vierendeel a sbalzo: le scelte strutturali messe in atto mirano a massimizzare la continuità fra interno ed esterno. Luciano Lerner Basso ci accompagna alla Fortunata House, una residenza che circonda un albero di Araucaria e costruita minimizzando gli sprechi e sfruttando i materiali di risulta della costruzione. A chiudere la sezione Casa Macaco di Atelier Marko Brajovic, una villa in Brasile caratterizzata dalla minima impronta al suolo.

Copertina di Domus 1072

La rubrica Arte è questo mese dedicata all’opera di Sally Gabori, artista aborigena che attraverso i colori accesi di paesaggi immaginari fanno rivivere il ricordo della terra d’origine. “La storia di questo popolo e quella dell’artista sono fortemente intrecciate, al punto che è pressoché impossibile comprendere la sua ricerca visiva senza conoscere le traversie subite dalla sua comunità a causa del colonialismo occidentale” scrive Angela Maderna. Per Design, il designer siciliano Giuseppe Arezzi parte dall’archetipo rurale per creare oggetti ibridi e contemporanei, mentre Konstantin Grcic utilizza una semplice trave in abete rosso come punto di partenza per una collezione di panche e tavoli che unisce sofisticata semplicità e tecnologia. Infine Silvana Annicchiarico scrive della designer francese Valentine Maurice, la quale con sguardo socio-antropologico cerca la connessione con la nostra memoria biologica per combattere l’insonnia digitale.

Chiude il numero una riflessione finale del filologo e responsabile museale Donatien Grau. Nello scritto si interroga sull’origine del gesto architettonico. “La filosofia non ha mai smesso di interrogare le origini e l’architettura deve, per svilupparsi a partire dal carattere, dare loro un nome. Grazie a questo processo, l’architettura si afferma come attività umana, all’interno di un ambito culturale”.

Il Diario di questo mese, pagine dedicate all’attualità, è aperto dalla sezione Punti di vista, dove il geografo Richard Reynolds e l’architetta Marina Otero Verzier dialogano sul rapporto tra architettura e natura. Elena Sommariva scrive dell’ultima collaborazione tra Caruso St John e Thomas Demand, autori per Kvadrat un triplo capriccio, dove l’arte sconfina nell’architettura per creare un’esperienza unica. Giulia Ricci racconta Mini Break (Show)room, uno dei molti progetti figli di quel cambiamento che la pandemia ha solo accelerato: quello della ricerca di un maggior benessere sul posto di lavoro attraverso ambienti ibridi. Silvana Anniciarico analizza l’opera della designer Fanny Gicquel, al confine tra performing art, e design emozionale e comunicazionale. Infine il direttore editoriale Walter Mariotti dialoga con Brunello Cucinelli, presidente esecutivo di Brunello Cucinelli S.p.A..

Editoriale/ Perdita delle memorie Testo Jean Nouvel. Foto © Michel Denancé

Nell’editoriale di Domus 1072, il guest editor racconta l’importanza del tempo passato e di quello futuro e di come le architetture di oggi possano essere in grado di creare emozioni ed indurci a riflettere.

Saggi/ Le ragioni del sensazionale Testo Irénée Scalbert. Foto © Iwan Baan  

Per il critico di architettura Scalbert gli edifici progettati dagli architetti devono essere visti, devono essere guardati e ammirati. Bramano di essere fotografati e pubblicizzati.  

Saggi/ Peter Zumthor – Le persone e le cose Testo Valter Scelsi. Foto © Andrew Meredith  

Ciò che la classicità dell’architetto evocata da Zumthor ci suggerisce è duplice: da un lato il lavoro di composizione di un’opera può essere visto come semplice inferenza, dall’altro può essere inteso come qualcosa che agisce attraverso una forma di risonanza, una sorta di progressivo coinvolgimento.

Architettura/ Amateur Architecture Studio – Il pulsare della forma Testo David Leatherbarrow. Foto © I.Mathie  

Gli Archivi Nazionali per complessità, ricchezza e dimensioni ricordano i loro recenti musei di Fuyang e Ninghai, ma nessuno di quei pur affascinanti progetti possiede la raffinatezza e la qualità di questo complesso, né il suo dinamismo: una delle migliori espressioni del lavoro di Amateur Architecture Studio.

Architettura/ Amateur Architecture Studio – National Archives of Publications and Culture, Hangzhou, Cina, 2022 Testo David Leatherbarrow. Foto Laksana Studio

Il movimento lungo le linee di confine tra le colline e gli specchi d’acqua unisce i diversi edifici che compongono gli Archivi Nazionali. Nei dipinti di paesaggi della dinastia Song, che gli architetti hanno studiato attentamente, linee come queste sono spesso velate dalla nebbia o da nuvole basse.

Architettura/ Paradigma Ariadné – Rural Geometries, Sándorfalva, Hungary, 2021 Testo Giulia Ricci. Foto Attila Róbert Csóka

Cinque strutture legate da un camminamento creano una piattaforma di osservazione che recupera aspetti formali e materiali dagli edifici agricoli dell’est Europa.

Architettura/ Shigeru Ban Architects – Zen Wellness Seinei, Awaji, Japan, 2022 Testo Shigeru Ban Architects. Foto Hiroyuki Hirai  

L’imponente edificio lineare culmina con una trave di legno Vierendeel a sbalzo: le scelte strutturali messe in atto mirano a massimizzare la continuità fra interno ed esterno.

Architettura/ Luciano Lerner Basso – Fortunata House, Caxias do Sul, Brazil, 2020 Testo Luciano Lerner Basso. Foto Manuel Sá  

Realizzata con una tecnica diffusa nella regione, la residenza circonda un albero di Araucaria minimizzando gli sprechi e sfruttando i materiali di risulta della costruzione.

Architettura/ Atelier Marko Brajovic – Casa Macaco, Paraty, Brazil, 2020 Testo Atelier Marko Brajovic. Foto Rafael Medeiros  

Le radici della palma juçara sono il punto di partenza del progetto. La residenza minimizza così l’impronta al suolo, mentre la sua sagoma slanciata occupa lo spazio libero appena al di sotto delle chiome degli alberi.

Arte/ Sally Gabori – La rivincita della memoria Testo Angela Maderna. Foto © The Estate of Sally Gabori. Collection privée

I colori accesi di paesaggi immaginari fanno rivivere il ricordo della terra d’origine dell’artista aborigena. Testimoni silenti delle violenze del colonialismo.

Design/ Giuseppe Arezzi – Fiscella, It’s Great Design, 2022 Testo Elena Sommariva. Foto Natale Leontini  

Memoria e tradizione sono elementi ricorrenti nel lavoro del designer siciliano, che parte dall’archetipo rurale per creare oggetti ibridi e contemporane.

Design/ Konstantin Grcic – Bench, Plank, 2022 Testo Loredana Mascheroni. Foto Miro Zagnoli

Una trave di abete rosso della tradizione alpina è il punto di partenza di una collezione di panche e tavoli che unisce sofisticata semplicità e tecnologia.

Design/ Valentine Maurice – (Un)learning time by light. The Metaphor of the Screen, 2021 Testo Silvana Annicchiarico. Foto courtesy Valentine Maurice

Con sguardo socio-antropologico, la designer francese cerca la connessione con la nostra memoria biologica per combattere l’insonnia digitale.

Diario/ Confini – Seguendo la logica di un foglio di carta Testo Elena Sommariva. Foto Nic Tenwiggenhorn  

Con Caruso St John, Thomas Demand ha realizzato per Kvadrat un triplo capriccio, dove l’arte sconfina nell’architettura per creare un’esperienza unica.

Diario/ Interni – Un bozzolo giallo acusticamente protetto per pause e riunioni Testo Giulia Ricci. Foto Francesca Perani

Mini Break (Show)room è uno dei molti progetti figli di quel cambiamento che la pandemia ha solo accelerato: quello della ricerca di un maggior benessere sul posto di lavoro attraverso ambienti ibridi.

Diario/ Bambini – De Matos Ryan: una casa sull’albero che non ha bisogno di alberi Testo Elena Sommariva. Foto Hufton+Crow  

Lo studio britannico De Matos Ryan, fondato nel 1999 da Angus Morrogh- Ryan e Jose Esteves De Matos, si è trovato a fronteggiare su richiesta di una giovane famiglia con bambini, residenti nella zona nordoccidentale di Londra.

Diario/ Talenti – Interrogare il nostro rapporto con lo spazio, il tempo e le cose Testo Silvana Annicchiarico. Foto Haiyang

Al confine tra performing art, e design emozionale e comunicazionale, Gicquel immagina universi intesi non come luoghi staticamente abitati o occupati da entità oggettuali ben definite e perimetrate, ma come spazi di osmosi e di scambio.

Copertina di Domus 1072 Foto Ji Yun

Amateur Architecture Studio, National Archives of Publications and Culture, Hangzhou, China, 2022