Domus 1053 è in edicola: “Un’iniziazione per mezzo della luce”

Nel primo numero curato da Tadao Ando, Riichi Miyake rilegge il rapporto tra spazio e luce; Caroline Corbetta compara Fontana ed Eliasson; Kenneth Frampton racconta della collaborazione fra Louis Kahn e Luis Barragán. Sfoglia la gallery e scopri i contenuti del numero di gennaio.

Domus 1053 è il primo numero diretto da Tadao Ando, Guest Editor del 2021. Nel suo primo editoriale ci racconta di come la luce naturale abbia conquistato lo zenit dell’architettura in tutte le epoche e in ogni luogo, dalla luce ascetica del nord Europa alle ombre intime delle case giapponesi. “Mentre la tecnologia dell’illuminazione artificiale sta facendo passi da gigante, stiamo gradualmente perdendo la nostra componente fisica e la sensibilità innata alla luce naturale”, spiega Ando.

Segue uno saggio di Riichi Miyake, estratto di Libro d’ombra (Bompiani, 2017), nel quale lo storico rilegge
la storia dell’architettura moderna sotto la lente d’ingrandimento del rapporto tra spazio e luce, fonte d’ispirazione di molti progettisti. Il suo scritto offre una visione critica multidisciplinare delle tipologie di luce che possiamo trovare oggi in architettura.

Nella sezione Architettura vengono presentati sei progetti, caratterizzati da tre usi diversi della luca. Come Luce primitiva sono illustrati Ca’n Terra di Ensamble Studio, progetto di recupero di una ex cava parte dalla luce, e l’Aranya Art Center di Neri&Hu Design and Research Office, caratterizzano da un cono bianco che illumina dall’alto l’anfiteatro pensato per la comunità litoranea. Le costruzioni, invece, caratterizzate da una Luce filtrata sono il Centro Anandaloy dello Studio Anna Heringer, un centro per persone disabili in bambù e fango, e le residenze Mar Tirreno dell’architetta messicana Frida Escobedo, dove l’uniformità del gioco chiaroscurale sulle facciate di calcestruzzo nasconde la varietà delle configurazioni spaziali delle unità abitative. Infine per la Luce senza ombre sono stati selezionati il Yingliang Stone Natural History Museum di Atelier Alter Architects, caratterizzato da grandi volumi piramidali, e MoAE – Huamao Museum of Art Education progettato congiuntamente da Álvaro Siza e Carlos Castanheira, dove la luce naturale entra zenitalmente nel vuoto a tutta altezza del museo.

Nelle pagine dedicate all’Arte, Caroline Corbetta delinea le relazioni e similitudini dei lavori di Lucio Fontana e Olafur Eliasson, due artisti lontani nel tempo e nelle intenzioni, ma che condividono la fiducia nella luce come strumento per costruire ambienti di innescare trasformazioni.

Per Design sono illustrati i progetti di del designer giapponese Tokujin Yoshioka, dello studio milanese Mandalaki Design Studio, e di YOY studio, oggetti caratterizzati rispettivamente da Luce riflessa, Luce cromatica e Luce e ombra.

La nuova sezione Creatori è stata istituita per illustrare la varietà di forme di pensiero che possono emergere intorno a un’idea. Ogni mese offriremo a una serie di artisti e progettisti che plasmano oggetti, spazi ed edifici la possibilità di esprimersi visivamente sul tema che indagheremo sul numero. A questi creativi abbiamo chiesto di visualizzare liberamente ciascuna di queste idee astratte sotto forma di immagini, collage, disegni, schizzi e testi. Per questo numero, la ricerca si focalizza sulla domanda “Che cosa è la luce?”.

Per Attorno al progetto, Kenneth Frampton scrive della collaborazione, pur sostanziale, fra Louis I. Kahn
 e Luis Barragán per la corte del Salk Institute rimangono poche tracce. Il disegno tecnico del soffietto e il disegno a mano, dell’architetto navale Tony Tucker, sono diversi per approccio e finalità, ma insieme raccontano il progetto della chiesa galleggiante Genesis di Denizen Works. Steven Holl racconta il processo costruttivo del nuovo polo sanitario e centro culturale Cofco a Shanghai, il quale accoglie la bellezza del cemento a vista in fase di costruzione, preferendolo al bianco.

Nel Diario di questo mese, pagine dedicate all’attualità, una tavola rotonda tra Sergio Buttiglieri, Federica Damiani, Piero Lissoni e Gilberto Negrini si interroga sul il valore del lusso in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo. Valentina Petrucci incontra Stefano Gabbana e Domenico Dolce, mentre Carlos D’Ercole visita la casa di Francesco Clemente, ambienti nei quali si è risospinti verso epoche e civiltà lontane nel tempo. Alessandro Scarano racconta l’incontro con Renzo Vitale, responsabile del suono per la BMW. Andrea Caputo intervista i LAN durante uno studio visit, nei loro uffici flessibili e in forte connessione con la città . Il direttore editoriale Walter Mariotti conclude la sezione con un incontro con Tobia Scarpa, architetto e designer fuori dal comune: simile a un poeta, che scende nel profondo del sé per scoprire il noi.

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