La creatività è un concetto intriso di falsi miti. È un’ossessione che toglie il sonno e affligge lo spirito; una chimera per cui ci struggiamo dalla notte dei tempi e a cui aneliamo sperando di essere ammessi, un giorno, nell’olimpo dei “veri creativi”, pozzi inesauribili di idee sempre all’altezza della loro somma vocazione: “la creatività”.
Ma creativi si nasce, si diventa, o, più prosaicamente, si finge di essere? E se un certo tipo di creatività non fosse altro che l’ennesima reliquia pop levigata dalle mode, impugnabile da chiunque sia afflitto da una vaga inquietudine esistenziale? Parlarne acriticamente a volte produce lo stesso effetto sgradevole di un gessetto troppo duro su una lavagna troppo liscia: stride. Un po’ come quello di Enzo Mari in un popolare video del 2012 riesumato dal purgatorio digitale di Instagram, dove il designer milanese sembra rispondere a queste domande in modo lapidario, liquidandole con la sprezzatura di chi ha visto troppe mode passare: “non esite oggi parola più oscena e malsana della parola creatività..[...] Si produce il nulla, la merda, con la parola creatività”.

ARPEGGIO, un divano alla ricerca dell’armonia perfetta
Fiore all’occhiello dell’azienda Diemme, il sistema modulare ARPEGGIO è un arredo plasmabile in base alle esigenze e in grado di modificarsi nel corso del tempo.