Roma, la Vela di Calatrava risorge per il Giubileo dopo 20 anni

Dopo due decenni di attese e abbandono, l’incompiuta di Tor Vergata torna protagonista: ospiterà il Giubileo dei Giovani 2025.

Come diceva Ernesto Nathan Rogers, i cadaveri d’architettura rimangono insepolti. Ed è il caso di quelle numerose opere che punteggiano il territorio nazionale, divorate dall’incuria e dall’abbandono a causa di procedure (e ambizioni) incapaci di tenere il passo con cambi di rotta di interessi economici pantagruelici, con gli umori volubili della politica e con pastoie procedurali. Tra queste rientra, all’interno della Città dello Sport di Tor Vergata, la celebre Vela di Santiago Calatrava: opera trionfale ed ingegneristicamente dirompente, come nella migliore tradizione dell’archistar spagnola che l’ha progettata, concepita per strappare un sonoro effetto “wow” in occasione dei Mondiali di Nuoto a Roma del 2009. Peccato che l’opera sia rimasta incompleta per vent’anni, tra lo sdegno per promesse non mantenute e risorse sfumate e la delusione di un triste primato: con i suoi 75 m di altezza, è stata la più grande opera incompiuta d’Italia.

Foto Stefano Tammaro

A fare risollevare la vela dal fiume dell’oblio è stato il Giubileo 2025, evento salvifico anche da un punto di vista urbanistico (oltre che spirituale): pochi giorni fa, infatti, l’Agenzia del Demanio ha riconsegnato alla Città Eterna la struttura che ospiterà gli eventi del Giubileo dei Giovani in programma per la fine luglio. Il piano originario, avviato nel 2005, includeva due palazzetti, uno per basket e pallavolo e l’altro per il nuoto, assieme a piscine olimpiche di allenamento outdoor e indoor. Dopo alterne vicende (lievitazione del budget e crisi economica del 2008), lo scheletro di cemento era l’unica struttura realizzata e l’evento natatorio del 2009 è stato spostato altrove. Nel 2021 l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” ha trasferito il diritto di proprietà all’Agenzia del Demanio con funzione di stazione appaltante, con l'obiettivo di completare l'opera quale intervento indifferibile tra quelli programmati nel Giubileo.

Foto Giovanni Cingolani

La “resurrezione” dell’opera, finanziata con a 80 milioni di euro dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, dall’Agenzia del Demanio e dalla Struttura Commissariale per il Giubileo, ha complessivamente interessato un'area di 48 ettari e riguardato il consolidamento e il collaudo delle strutture esistenti, il completamento del Palasport, trasformato in un'arena all'aperto con 8mila posti a sedere e 15mila in piedi, la riqualificazione dell'area esterna a nord, la viabilità, i parcheggi e i sottoservizi. I cadaveri d’architettura rimangono insepolti ma, talvolta, miracolosamente si rialzano.

Immagine di apertura: Foto Stefano Tammaro