Negli ultimi anni l’attenzione nei confronti del pianeta e la consapevolezza riguardo le dinamiche ambientali hanno fatto emergere uno dei concetti più necessari e mainstream del momento: la sostenibilità. I consumatori responsabili hanno dato sempre più importanza alla provenienza dei prodotti, all’affidabilità dei marchi e alle conseguenze ambientali, e così è diventato sempre più frequente offrire prodotti e servizi che potessero rispettare e assecondare queste premesse, anche nel mercato della moda.
Dirt shoe è una scarpa che semina fiori mentre si passeggia
Realizzata da Studio Basura e Yerba Madre, la scarpa realizzata con terra e fibre vegetali rilascia a ogni passo dei semi di fiori selvatici, mentre si sgretola fino a distruggersi.

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- Pietro Di Carlo
- 07 luglio 2025
Per definizione, un’autentica moda sostenibile si basa su processi di produzione a basso impatto ambientale, scelta di materiali riciclati/second hand, e offerta di capi resistenti che possano vantare una lunga vita per evitare di contribuire al fast fashion. Eppure, il mercato sostenibile si è appena inventato uno stratagemma che elude l’ultimo punto, quello sulla longevità di un capo, rendendo la deperibilità di un prodotto il suo vero punto di forza.

È così che nasce la calzatura dirt shoe, innovativo risultato di collaborazione tra lo studio di design newyorkese Basura (dallo spagnolo “spazzatura”) e Yerba Madre, azienda di bevande e vari prodotti biologici e naturali. La scelta del nome non è affatto casuale: la scarpa non si limita a trarre ispirazione dalla natura, ma nasce letteralmente da questa: realizzata con terra compattata, fibre vegetali e linfa d’albero, e con una struttura tenuta da leganti biodegradabili, il prodotto vuole solo elementi che provengono direttamente dal suolo e dal terreno, mentre rigetta totalmente coloranti sintetici o elementi chimici.
Realizzare la dirt shoe ha richiesto numerosi esperimenti nella scelta dei materiali, e altrettanti tentativi per pensare a una struttura efficace. Studio Basura ha alternato processi in stampa 3D a lavorazione artigianale, servendosi di tecniche di produzione a basso impatto e di elementi provenienti esclusivamente da aziende agricole sostenibili. Anche la scelta della scatola che conserva il paio di scarpe non è lasciata al caso: realizzata in schiuma d’amido, si dissolve completamente nell’acqua.
Proprio come accennato precedentemente, la scarpa si interroga sul concetto di un capo che per essere sostenibile deve essere resistente e longevo: al contrario, la dirt shoe è pensata per consumarsi nel giro di pochi minuti dal suo utilizzo, non destinata allo smaltimento di discarica, bensì a ritornare alle sue origini, la natura. Ogni paio di scarpe contiene al proprio interno dei semi di fiori selvatici: all’usura, le scarpe iniziano a sgretolarsi gradualmente, restituendo in cambio i proprio semi al suolo. Certo, è quindi sconsigliato indossare la dirt shoe in aree cementate, ma bisogna optare per zone naturali dove gli scarti della calzatura possano crescere senza fatica.
La dirt shoe è pensata per consumarsi nel giro di pochi minuti dal suo utilizzo, non destinata allo smaltimento di discarica, bensì a ritornare alle sue origini, la natura.
Basura Studio è noto per i suoi progetti artistici concettuali, riflessivi e provocatori. Secondo il fondatore Rajeev Basu, questo progetto, chiaramente più ideologico che pratico, si basa sul concetto di rigenerazione. Indossare un paio di scarpe sporche trasforma ogni singolo passo in un atto consapevole e tangibile di attivismo ecologico.