Sull’onda emotiva della strage avvenuta nel campo sfollati di Rafah, nelle ore successive è diventata virale – condivisa anche da influencer e celebrities – l’immagine realizzata dall’utente malese shahv4012 con l’AI, che rappresenta in formato di story un grande accampamento di tende con la scritta “All Eyes on Rafah”.

Se da un lato i social, Instagram in particolare, sono stati criticati da diversi utenti rispetto a policy non del tutto trasparenti sul conflitto; dall’altro, Instagram è diventato al tempo stesso un importante veicolo di informazione diretta, con molti utenti palestinesi che hanno iniziato subito dopo il 7 ottobre a condividere sulla piattaforma la loro esperienza diretta, testimoniando le atroci violenze subite.
Da anni c’è un importante dibattito deontologico sulle immagini di morte, guerra e violenza, sulla leicità loro diffusione, così come sullo sguardo da riservare alle vittime; fa pensare, comunque, che non sia diventata virale una delle tante fotografie reali che cristallizzano la disumanità del genocidio in corso a Gaza, bensì un’immagine molto più neutra e per certi aspetti distaccata, un simbolo più che una prova.

La pietra naturale: una materia eterna
Giunto alla sua 59esima edizione, Marmomac torna dal 23 al 26 settembre a Verona, per raccontare il ruolo della pietra nella progettazione contemporanea.