Con gli incroci colorati, Milano finalmente si adegua alle altre grandi città

La città ha adottato un prassi diffusa da tempo all’estero per affrontare il problema della sicurezza stradale, tutelando ciclisti e pedoni.

È un dato di fatto riconosciuto a livello internazionale: gli incroci colorati sono più sicuri. Secondo uno studio realizzato da Sam Schwartz, azienda newyorkese che si occupa di ricerche sul traffico, dipingere parzialmente o completamente gli incroci porta a una riduzione del 50% degli incidenti che coinvolgono pedoni o ciclisti; del 37% degli incidenti gravi; e un aumento del 27% dei conducenti che danno la precedenza ai pedoni sulle strisce (cosa che in teoria in Italia sarebbe già obbligatoria ma che molto raramente viene rispettata).

Milan coloured intersections

Milan coloured intersections

Milan coloured intersections

Milan coloured intersections

Anche Milano inizia ad adeguarsi a questa prassi, rinnovando la segnaletica orizzontale a partire dal centro, tra corso Monforte, via Visconti di Modrone e via San Damiano. Tuttavia, questo primo segnale di cambiamento della viabilità verso la sicurezza di biciclette e pedoni, nonostante i morti degli ultimi mesi (11 pedoni e 5 ciclisti), ha suscitato diverse polemiche. L’incrocio è stato definito come un “labirinto”, un “incrocio pazzo”, “un rompicapo”, “un tetris”. La colorazione ha cambiato anche il volto degli attraversamenti della ciclabile in corso Buenos Aires, che è quella più simbolica tra le poche realizzate finora dal Comune.

Dipingere l’asfalto, in realtà, è una delle migliori soluzioni proposte in tutto il mondo dall’ingegneria del traffico per ridurre la violenza stradale, ed era ora che anche una città come Milano la adottasse. Un piccolo, necessario, cambiamento che riverbera profondamente sulla qualità della vita di tutti gli abitanti e i visitatori della città.