Architettura, forme e colori della cattiveria

Su Domus di marzo 2018, TV series è una rubrica dedicata agli effetti psicologici e spaziali generati dalle diverse serie televisive.

Una serie di sfortunati eventi. Foto Jose Lederer – Netflix

Leggi l’articolo completo su Domus, marzo 2018.

“Non guardare, non guardare! / Questo show rovinerebbe la tua vita notte e giorno / Ogni singolo episodio provoca sgomento...”. È questo l’incipit di una favola inglese che mette a disagio e che si nutre tanto di cupe atmosfere post-industriali quanto di criptiche narrazioni teatrali. Si tratta, in pratica, della sigla del telefilm per bambini Una serie di sfortunati eventi, prodotto e trasmesso da Netflix. Gli episodi raccontano le tragiche vicende di tre orfanelli vessati da un malvagio tutore, il conte Olaf (interpretato da Neil Patrick Harris).

Il conte Olaf è cattivo per natura e, di professione, è un pessimo attore. Usa il suo dubbio talento per travestirsi e interpretare differenti personaggi. Tuttavia la sua stessa mancanza di talento si esprime nei gesti eloquenti e nei tempi comici di Patrick Harris. Harris non interpreta il personaggio Olaf, ma impersona il ruolo culturale del furfante, in un interno gotico fatto di soffitti alti e archi ogivali, decorati di ragnatele e rettili vari. In costumi sempre diversi e pesanti make-up, Harris dà vita a vari personaggi perfettamente in linea con la scenografia. Sono diversi l’uno dall’altro, ma abbastanza trasparenti da svelare chi li interpreta: il conte Olaf, “il cattivo attore”.  (…)

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