Realismo Probatorio. Una mostra sulle indagini forensi e l’arte

Ispirato a casi come WikiLeaks, Edward Snowden e i Panama Papers, un gruppo di artisti coinvolti nell’ambito forense e investigativo esplorano il ruolo dell’arte nell’era della cybercultura.

Thomas Keenan e Eyal Weizman, Mengele’s Skull, 2012

Che cosa è una testimonianza e come può essere tradotta in opera d’arte? Sotto la curatela dell’artista/hacktivista italiano con base a New York, Paolo Cirio, la mostra collettiva “Evidentiary Realism”, che sarà allestita presso la galleria d’arte contemporanea NOME di Berlino fino al 17 febbraio, presenta dodici progetti che si approcciano all’arte con piglio investigativo.

Come suggerisce il titolo stesso della mostra, gli artisti che partecipano ad “Evidentiary Realism” si fanno portavoce di un nuovo genere di realismo che potremmo definire “probatorio”, dal momento che nasce dalla necessità di raccontare grandi problematiche dei nostri tempi quali la disuguaglianza economica, le conseguenze geopolitiche devastanti post 11 settembre, le catastrofi ambientali e la violazione dei diritti umani.

Harun Farocki, I Thought I Was Seeing Convicts, 2000
Harun Farocki, I Thought I Was Seeing Convictsa, 2000. Videoproiezione digitale, canale unico, 23 min., Analog BetaSp. Courtesy Harun Farocki GbR

Nell’era della ciber-cultura, lo sviluppo tecnologico incide notevolmente sulle modalità di fruizione, trattamento e condivisione delle informazioni: l’ambiente virtuale aperto e globale nel quale viviamo causa la moltiplicazione degli stimoli ai quali siamo esposti quotidianamente, generando così un senso della realtà amplificato. Ispirati dai casi WikiLeaks, Snowden e Panama Papers, per citare giusto un paio di esempi, gli artisti di “Evidentiary Realism” intendono affermare pratiche artistiche contemporanee volte ad esplorare la realtà servendosi di dati, prove e nuove tecnologie, sottolineando così le molteplici modalità attraverso le quali questa può essere rappresentata e trasmessa.

James Bridle, Seamless Transitions, 2015
James Bridle, Seamless Transitions, 2015. Videoproiezione digitale, canale unico, 5:28 min. Seamless Transitions è stata commissionata da The Photographers’ Gallery, Londra, e sostenuta da Nome, Berlin, e il fondo pubblico della National Lottery attraverso l'Arts Council England. Animazione di Picture Plane

I progetti in mostra presso la galleria NOME non vanno intesi come tentativi giornalistici o di reportage, bensì puntano a essere fonte di piacere estetico e a stimolare nello spettatore una risposta emotiva. Attraverso installazioni, video, sculture e fotografie gli artisti di “Evidentiary Realism” si focalizzano sulla potenza evocativa dell’immagine e plasmano il proprio linguaggio visivo in base al soggetto al centro del processo narrativo. Enigmatiche e stimolanti, le opere d’arte in mostra costituiscono un campione rappresentativo dell’approccio investigativo ai sistemi sociali complessi e spesso difficili da interpretare del giorno d’oggi.

Titolo:
Evidentiary Realism
Date di apertura:
2 dicembre 2017 – 17 febbraio 2018
Curatore:
Paolo Cirio
Artisti:
Sadie Barnette, Josh Begley, James Bridle, Ingrid Burrington, Harun Farocki, Navine G. Khan-Dossos, Hans Haacke, Jenny Holzer, Khaled Hafez, Mark Lombardi, Kirsten Stolle, Thomas Keenan & Eyal Weizman
Galleria:
NOME
Indirizzo:
Glogauer str. 17, Berlino

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