Best of 2016 #arte

Dieci mostre, personali e collettive, installazioni, progetti curatoriali e un testo speciale.

Olafur Eliasson, Deep mirror (yellow), 2016. Vista dell'installazione a Versailles, 2016
L’arte di cui parliamo è contemporanea, e questo “best” del 2016 è soprattutto da leggere. Abbiamo recensito mostre importanti e parlato di artisti giovani e dato notizia di eventi che hanno colpito la fantasia del pubblico. Tra le letture una è a sua volta un’opera d’arte concettuale. Quale?

– In mostra alla Fondazione Prada di Milano, le opere di Edward Kienholz sono l’espressione di uno sguardo in profondità sulla società statunitense.

– Ivo Bonacorsi ha intervistato Maurizio Cattelan in occasione della sua mostra alla Monnaie de Paris, dopo che l’artista aveva dichiarato che la mostra del Guggenheim sarebbe stata l'ultima.

– Nelle installazioni di Eliasson a Versailles, gli spostamenti e la destabilizzazione modificano la nostra percezione degli spazi, invitando i visitatori a diventare partecipi della realtà che li circonda.

Christo torna in Italia con 70.000 mq di tessuto arancione che consentiranno di camminare sulle acque e sponde del Lago d’Iseo per 3 km.

– Doppio appuntamento a Torino con le installazioni ambientali dell’artista egiziano Wael Shawky, che collega prospettive mitologiche con il mondo fisico e materiale.

– La dodicesima biennale dell’arte africana contemporanea del Senegal mette trionfalmente in mostra la fragilità: della biennale stessa, dell’arte del passato e di quella del futuro.

– Attraverso quattro casi-studio la mostra di Jonas Staal si snoda attorno all’estetica architettonica, vista come modello di rappresentazione di un pensiero politico che, nel corso del tempo, ha conosciuto svolte spesso sorprendenti.

Christian Chironi prosegue nella sua scoperta di case private disegnate da Le Corbusier, per capire come “La casa dell'uomo” sia effettivamente vissuta e percepita.

– All’HangarBicocca in un susseguirsi di esperienze ed emozioni, l’artista tedesco Carsten Höller (laureato in fitopatologia) esplora i territori dell’aspettativa, per lo più disattesa, che si genera verso cose o eventi.

– Nel Noordsvaarder – a nord dei Paesi Bassi – Marc van Vliet ha creato un’installazione che cambia col variare delle maree, rivelando aspetti sempre diversi del paesaggio.

– Nelle mastodontiche sculture aliene di Villar Rojas, in mostra a Torino, la rovina convive con l’asteroide, l’archeologia con l’apocalisse e una conchiglia con una SIM card.

In apertura: Olafur Eliasson, Deep mirror (yellow), Versailles, 2016. Photo Anders Sune Berg. Courtesy of the artist; neugerriemschneider, Berlin; Tanya Bonakdar Gallery, New York. © 2016 Olafur Eliasson

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