Il mare non è infedele

La performance Havet er ikke troløst commissionata dalla Kunsthall Oslo, scritta e diretta da Marianne Heier con Marco Vaglieri, mette in scena la migrazione nel vissuto dei due artisti.

Marianne Heier e Marco Vaglieri, Havet er ikke troløst, Oslo 2016
Havet er ikke troløst (Il mare non è infedele) è un lavoro site specific di Heier e Vaglieri. Tøyen, quartiere popolare e multietnico dove vivono i due artisti, è uno dei luoghi simbolo dell’incontro tra culture nella Oslo contemporanea. Nella biblioteca locale, molto frequentata, la grande letteratura incontra lettori provenienti da tutto il mondo, rappresentanti di tutte le religioni e tutte le classi economiche e sociali. La performance di Heier e Vaglieri è il prendere corpo di questi incontri, che parlano come un coro di voci allo stesso tempo diverse e unite.
Marianne Heier e Marco Vaglieri, Havet er ikke troløst, Oslo 2016. ph Kristine Jakobsen/Kunsthall Oslo
Marianne Heier e Marco Vaglieri, Havet er ikke troløst, Oslo 2016. ph Kristine Jakobsen/Kunsthall Oslo. In apertura: Il testo di Irma Vaglieri dice: "Mio padre arrivò in Norvegia, per essere il mio papà, appena prima che io nascessi. Se io fossi nata ora, nel 2016, non avrei avuto nessun papà. Perché lui non avrebbe avuto il permesso di venire"
Heier e Vaglieri costruiscono il lavoro intorno alla loro stessa esperienza. Non si riconoscono nelle nozioni semplificate usate per descrivere l’esperienza della migrazione, e cercano un linguaggio più articolato per comunicarla. Havet er ikke troløst mette a nudo i meccanismi coi quali la politica di integrazione finisce per produrre distanze incolmabili e frizioni esplosive nel corpo della società.
Marianne Heier e Marco Vaglieri, Havet er ikke troløst, Oslo 2016. ph Kristine Jakobsen/Kunsthall Oslo
Marianne Heier e Marco Vaglieri, Havet er ikke troløst, Oslo 2016. ph Kristine Jakobsen/Kunsthall Oslo
Serpente e Ghepardo si incontrano su una spiaggia dopo aver attraversato l’oceano. ll dialogo che ne segue da vita a due posizioni contrastanti rispetto all’esperienza della migrazione. Serpente è riflessivo, solidale e profondamente legato alle sue radici, mentre Ghepardo, pronto a lasciarsi il passato alle spalle, rappresenta ambizione, velocità e orientamento. Il pezzo esplora la tensione tra le due figure in un gioco di equilibri e conflitti con sullo sfondo la situazione di migrazione nel mondo oggi. Havet er ikke troløst sposta l’attenzione dalle semplici nozioni di ’noi’ verso ’loro’, di ’centro’ verso ’periferia’ restituendo voce a chi è veicolo di questa esperienza. Il testo, profondamente antigerarchico nel suo intento, è un collage che da la stessa dignità a frammenti scelti tra grandi capolavori della letteratura mondiale e testimonianze dirette di migranti in vari stadi del loro viaggio.
Marianne Heier e Marco Vaglieri, Havet er ikke troløst, Oslo 2016. ph Kristine Jakobsen/Kunsthall Oslo
Marianne Heier e Marco Vaglieri, Havet er ikke troløst, Oslo 2016. ph Kristine Jakobsen/Kunsthall Oslo


Havet er ikke troløst
Testo, regia e allestimento:
Marianne Heier
Co-regia e allestimento: Marco Vaglieri
A cura di: Elisabeth Byre/ Kunsthall Oslo
Attori: Evelyn Rasmussen Osazuwa, Kevin Mgubua, Irma Heier Vaglieri
Luci: Tobias Leira
Musica: Per Platou
Suono: Erlend Hogstad
Commissionato da: Kunsthall Oslo, è parte del programma esteso di Oslo Architecture Triennale

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