The Japanese House

Al MAXXI di Roma, una grande mostra indaga l’interpretazione della casa da parte di oltre 60 architetti giapponesi, capace di raccontare un’intera cultura dal Dopoguerra a oggi.

Con la mostra “The Japanese House. Architettura e vita dal 1945 a oggi” co-prodotta dal MAXXI con Japan Foundation, Barbican Centre e Museum of Modern Art Tokyo (dove sarà esposta rispettivamente a marzo e nell’estate del 2017), il MAXXI racconta tre generazioni di progettisti dal dopoguerra a oggi, esplorando uno dei temi centrali dell’architettura giapponese: il disegno della casa.

“The Japanese House. Architettura e vita dal 1945 a oggi”, vista della mostra al MAXXI di Roma

Dal lavoro di archistar come Kenzo Tange, Toyo Ito, Kazuyo Sejima e Shigeru Ban, a quello di alcuni dei loro maestri finora meno conosciuti in occidente, come Seike Shirai, Kazuo Shinohara, Kazunari Sakamoto fino alle sperimentazioni di un manipolo di giovani progettisti straordinariamente promettenti. Disegni, modelli e fotografie per comprendere non solo la naturale semplicità con cui gli architetti giapponesi miscelano nel loro lavoro modernità, tradizione e capacità di dialogo con i committenti, ma anche il ruolo virtuoso che il lavoro di questi designer assume nella società e nelle città del loro paese.

“The Japanese House. Architettura e vita dal 1945 a oggi”, vista della mostra al MAXXI di Roma
“The Japanese House. Architettura e vita dal 1945 a oggi”, vista della mostra al MAXXI di Roma
“The Japanese House. Architettura e vita dal 1945 a oggi”, vista della mostra al MAXXI di Roma
“The Japanese House. Architettura e vita dal 1945 a oggi”, vista della mostra al MAXXI di Roma
“The Japanese House. Architettura e vita dal 1945 a oggi”, vista della mostra al MAXXI di Roma
“The Japanese House. Architettura e vita dal 1945 a oggi”, vista della mostra al MAXXI di Roma


fino al 26 febbraio 2017
The Japanese House. Architettura e vita dal 1945 a oggi

MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma
Curatori
: Pippo Ciorra, Florence Ostende, Kenjiro Hosaka
Allestimento: Atelier Bow-Wow