Dark Cosmic Web

Nella mostra “Dark Cosmic Web” Tomás Saraceno con i suoi ibridi di ragnatela, generati dalla collaborazione tra ragni di specie diversa, restituisce un modello del cosmo.

“Dark Cosmic Web”, la personale di Tomás Saraceno a Roma, appare come una lente gravitazionale che ci conduce lungo i filamenti della materia oscura, all’intersezione dei quali si ammassano galassie e mondi. Una ragnatela cosmica estesa miliardi di anni luce, la cui densità filamentosa invisibile, assimilata dall’artista alla serica struttura della ragnatela, costituisce la massa più cospicua di materia nel nostro universo.
Tomás Saraceno, “Dark Cosmic Web”
Hybrid Dark solitary semi-social Cluster HD 190228 c costyruito da: un esemplare di Argiope anasuja e tre esemplari di Cyrtophora citricola, 2016. Tela di ragno, fibra di carbonio, inchiostro, vetro, metallo. Pezzo unico. Courtesy of the artist e Pinksummer Contemporary Art, Genoa. © Photo Studio Tomás Saraceno, 2016
Un’architettura flessibile che trattiene i corpi celesti, opponendo resistenza all’energia oscura o “quintessenza”, così chiamata dagli astrofisici in onore del grande stagirita: Aristotele in questo modo definì l’etere rotante. Una forza antigravitazionale potente e misteriosa che sembra spingere l’universo verso la rarefazione accelerata, dal “Big Bang” al “Big Strip”, evento quest’ultimo, che provocherebbe la disgregazione di ogni concrezione materica, dal macro-cosmo dei mondi al micro-cosmo delle particelle, lasciando solo il buio e il freddo infiniti della stravagante bassa entropia centrifuga. Anche nella mostra “Dark Cosmic Web”, come in tutta la sua opera, Saraceno con i suoi ibridi di ragnatela, effetti causati dalla collaborazione indotta in successione tra ragni di specie diversa, restituisce un modello olonomico del cosmo. Con l’introduzione del suono, presentato per la prima volta nella mostra personale “Cosmic Jive” (2014), al museo d’arte contemporanea di Villa Croce a Genova, accompagnata da un libro con contributi disciplinari altrettanto screziati, Saraceno ha trasformato lo spazio vuoto dell’universo, in un pieno pervasivo e denso d’informazione vibrazionale.
Tomás Saraceno, “Dark Cosmic Web”
Hybrid Dark solitary solitary semi-social Cluster HD 190228 d costruito da: un esemplare di Lyniiphidae sp, un esemplare di Araneus e un esemplare di Cyrtophora citricola, ruotato di 180°, 2016. Tela di ragno, fibra di carbonio, inchiostro, vetro, metallo. Pezzo unico. Courtesy of the artist e Pinksummer Contemporary Art, Genoa. © Photo Studio Tomás Saraceno, 2016
Suoni che disintegrano il tempo lineare come si può distruggere l’illusione generata da un’interferenza, provenendo da un altrove così remoto in termini spazio-temporali, da apparire inimmaginabile. I suoni che Saraceno campiona per creare la sua “sinfonia mondana”, sono quelli carpiti, con strumenti sofisticati da biologo, dai ragni che, per scopi diversi, dalla caccia all’amore, pizzicano la ragnatela come fosse un’arpa, mixati poi, con quelli registrati delle agenzie spaziali. Proprio lo scorso febbraio l’osservatorio Ligo, ha rilevato per la prima volta un’onda gravitazionale, deformazioni della curva spazio-temporale previste dalla teoria della relatività generale di Einstein, proveniente dalla fusione di due buchi neri, avvenuta tra i 600 milioni e 1miliardo e 800 milioni di anni luce fa, il cui spiraleggiare vorticoso l’uno verso l’altro, è giunto a noi veicolato da un suono, che è stato comparato a un cinguettio in crescita fino al sopraggiungere della quiete dell’atto consumato.
Tomás Saraceno, “Dark Cosmic Web”
Hybrid Dark solitary semi-social Cluster HD 190228 b costruito da: un esemplare di Argiope anasuja e un esemplare di Cyrtophora citricola, ruotato di 90°, 2016. Tela di ragno, fibra di carbonio, inchiostro, vetro, metallo. Pezzo unico. Courtesy the artist and Pinksummer Contemporary Art, Genoa. © Photo Studio Tomás Saraceno, 2016
Il suono farà vibrare anche la mostra “Dark Cosmic Web”, strappandoci per un istante dalle coordinate cartesiane, come dentro a un déjà vu che lascia intuire istantaneamente la multidimensionalità dell’universo, in cui passato presente e futuro si addensano di necessità, nel buco nero della contemporaneità.  

fino al 24 novembre 2016
Dark Cosmic Web
Pinksummer Goes to Rome
via del Vantaggio 17/A, Roma

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