Border City

Border City, installazione di Fernando Romero, prova a immaginare una città bi-nazionale in uno dei più confini più importanti e discussi al mondo: quello tra USA e Messico.

L’installazione giunge in un momento in cui è necessario mettere in discussione e in crisi concetti quali immigrazione, controllo delle frontiere e libero commercio. Spesso però si affrontano questi temi in modo provocatorio e poco concreto e approfondito.

Sono molti gli esempi storici di luoghi di frontiera e d’incontro, città con culture molto diverse che si scontrano e si fondono per creare qualcosa di completamente unico: Hong Kong, Andorra, Baarle Hertog/Baarle Nassau e Standstead/Derby Line. Border City è il primo masterplan per una città bi-nazionale.

Fernando Romero, Border City, vista aerea

Per dare forma fisica al concetto, la città è stata posizionata al confine di tre stati: New Mexico, Texas e Chihuahua. Particolare attenzione viene data alla logistica e al trasporto delle merci locali, con la previsione del nuovo porto interno di Santa Teresa, l’autostrada I-10 che collega le coste est e ovest e l’inclusione dei sette posti di frontiera esistenti.

Fernando Romero, Border City, veduta dell'installazione alla London Design Biennale, 2016

Una visione unitaria mette insieme le opportunità occupazionali e commerciali di El Paso e la prosperità economica di Ciudad Juarez, riconoscendo le carenze urbanistiche dell’area che unisce le città sorelle. I beni economici, sociali, culturali e urbani e la sostenibilità ambientale sono i principi cardine della proposta. Romero introduce un modello di urbanizzazione a pianta esagonale per un mondo in rapido sviluppo.

Fernando Romero, Border City, veduta dell'installazione alla London Design Biennale, 2016