Charlie Hebdo Pavilion

Il padiglione, frutto delle riflessioni di Aurélie Kasisi e Anouk Dandrieu, riflette lo spirito irriverente di Charlie Hebdo: sfida le convenzioni del format espositivo tradizionale.

Charlie Hebdo Pavilion
Aurélie Monet Kasisi and Anouk Dandrieu, architetti dell’EPFL (École polytechnique fédérale de Lausanne), hanno vinto il primo premio del concorso di architettura indetto da Bree Beeders con il Padiglione in onore di Charlie Hebdo. Il progetto non sarà realizzato; il fine ultimo del concorso mirava a sensibilizzare i cittadini e portare problemi contemporanei sulla scena pubblica.
Charlie Hebdo Pavilion
Charlie Hebdo Pavilion, progettato da Aurélie Kasisi e Anouk Dandrieu
“Preferisco morire in piedi che vivere in ginocchio” (Emiliano Zapata, da Charlie Hebdo del settembre 2012, pochi giorni dopo la pubblicazione delle vignette controverse sul Profeta Maometto): l’idea principale del progetto dei due architetti era di trasmettere alla sfera pubblica il concetto della libertà di espressione. Come riuscirci? Semplicemente mostrando la manifestazione di questo diritto fondamentale attraverso un mezzo effimero e aperto: il Charlie Hebdo Portable Pavilion. Il padiglione, infatti, celebra la rivista satirica, incoraggiando il pubblico a portare avanti la lotta per la libertà di espressione, combattuta dai caricaturisti che vi lavoravano.
Il concetto di esposizione si rifà allo spirito libero e irriverente di Charlie Hebdo. Il padiglione sfida le convenzioni, opponendosi al format espositivo contemplativo tradizionale: le opere d’arte non sono schermate sotto campane, ma liberamente create dagli stessi visitatori, che diventano così protagonisti attivi e non consumatori passivi.
L’installazione portatile non ha la pretesa di essere la sola realtà autorevole, ma è pensato per essere interpretato, modellato e vissuto. Offre un’esperienza altamente democratica e partecipativa, che si posiziona chiaramente contro il totalitarismo e la censura. Il Padiglione diventa così un forte simbolo della città, portatore di ideali sociali e politici per cui lottare.
Charlie Hebdo Pavilion
Assonometria del Charlie Hebdo Pavilion, progettato da Aurélie Kasisi e Anouk Dandrieu
Il padiglione è costituito da un insieme di elementi spaziali autonomi che consentono un'esperienza collettiva all'interno della città. L’area espositiva è composta da grandi pannelli cavalletto, giustapposti uno all'altro a formare una griglia che rende il padiglione ampio, aperto, fluido e permeabile. Lo spazio per le presentazioni, il memoriale, la reception, la sala conferenze e il caffé sono sparsi all'interno dell’area, come piccole infrastrutture pubbliche, capaci di ospitare eventi formali ma anche la vita di ogni giorno.
L’intero padiglione è fatta di legni squadrati sovrapposti. La leggerezza e la modularità di queste strutture è fatta da elementi costitutivi smontabili, facilmente trasportabili in qualsiasi spazio all'interno del tessuto urbano. Il padiglione ha quindi un forte potenziale: trasformare gli spazi pubblici delle città in siti che rinforzano i ricordi dei suoi abitanti.

Charlie Hebdo Portable Pavilion, vincitore del concorso indetto da Bee Breeders Architecture Competition
Tipologia: Architettura effimera
Architetti: Aurélie Monet Kasisi e Anouk Dandrieu

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