Focus sui materiali

#140 Quattro nuovi progetti di designer e artisti – Anastasio, Branzi, Guazzini e Zanellato – nelle sale della galleria di Luisa delle Piane durante la Design Week. #salone2015

Galleria Luisa delle Piane, vista dell'allestimento
La proposta della storica galleria della zona Paolo Sarpi è sempre un po’ spiazzante, inaspettata, con il suo raggio d’azione ampio che include design, arte contemporanea, gioiello e “quanto altro nelle tendenze per la casa e il corpo”.
Anche quest’anno, chi si spinge un po’ fuori dai circuiti più ricchi e praticati del percorso del FuoriSalone e arriva fino in via Giusti può vivere un momento di stacco dalla proposta classica del Salone e cambiare registro.
Galleria Luisa delle Piane, vista dell'allestimento
Galleria Luisa delle Piane, vista dell'allestimento

A fare da apripista è Andrea Branzi, che porta in galleria “Trasparency”, una collezione costituita dalla libreria Onda e dai vasi Iceberg e Ofelia, interamente realizzati in plexiglass.  

“Nel contesto complessivo delle mie ricerche, dei miei progetti”, afferma Branzi, “ la plastica non ha un ruolo autonomo; io ho sempre utilizzato vari materiali, seguendo le molteplici possibilità che questi mi offrivano per rappresentare alcune idee o alcune immagini. Mi sento in linea con una tradizione del design italiano secondo cui la tecnologia viene usata per le sue possibilità estetiche e l’estetica è applicata per le sue capacità tecnologiche. Oggi la plastica si lega a un insieme articolato di materiali tecnologicamente molto evoluti che possono dare delle opportunità espressive e creative nuove. Questo è l’aspetto che più mi interessa per le mie ricerche e i miei progetti perché mi permette di ottenere sfumature, trasparenze che un tempo erano impossibili”.

Galleria Luisa delle Piane, vista dell'allestimento
Galleria Luisa delle Piane, vista dell'allestimento

Nella sala attigua, si trovano invece le lampade al neon di Giorgia Zanellato, che con la collezione di otto pezzi Mirage ha voluto sperimentare l’uso di questa fonte luminosa, che l’ha sempre affascinata per la varietà di colori e la brillantezza diffusa che è in grado di offrire. Marwoolus è invece la definizione scelta da Marco Guazzini per sintetizzare la sua ricerca di un nuovo materiale idrorepellente e dalle caratteristiche tattili spiccate, frutto dell’unione di polvere di marmo e lana, come lascia intuire il nome scelto. Il risultato è quello che in un primo momento può sembrare un marmo con le sue tipiche venature, ma che in realtà è un materiale caldo al tatto con una marezzatura costituita da filamenti sparsi casualmente che danno fluidità al disegno e lo rendono particolarmente dinamico e visivamente morbido.

Il tour in galleria finisce al secondo piano, con le opere del progetto Ri-frazioni di Andrea Anastasio, un progetto articolato in oggetti, sedute e vasi, connotati da una’eterogenea co-presenza di materiali: frammenti di specchi infranti, vetri ‘cuciti’ e ‘intrecciati’ tra loro per mezzo di tessuti floreali strappati, sedute imbottite e tavoli in marmo ‘cucito’.

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