Progettare è come respirare

#133 Cento prodotti per 32 aziende, 400 nuovi progetti e la voglia di dedicarsi all’architettura. All’apertura della sua personale, Nendo racconta un anno intenso. #salone2015

Nendo, Nendo works 2014-2015, Photo Milo Mussini e Fulvio Testaverde
Cento prodotti realizzati nell’arco di un anno e mezzo (tra il 2014 e il 2015) per 32 aziende, giapponesi e internazionali. Un anno intenso quello di Oki Sato, alias Nendo, verrebbe da pensare.
Se non fosse che, dal 2003, quando ha aperto il suo studio a Tokyo, per lui è sempre stato più o meno così. Lo dimostra la personale che, con scenografia “total white” e grande eleganza, trasfigura gli interni del Museo della Permanente.
Nendo, Nendo works 2014-2015. Photo Milo Mussini e Fulvio Testaverde
Nendo, “Nendo works 2014-2015”, Museo della Permanente
“In questo momento sto lavorando a 400 progetti”, spiega Nendo che abbiamo incontrato all’apertura della mostra. A rendere possibile l’impresa, un team di 30 designer in studio e poi una disponibilità (la sua) pressoché totale: “Io mi occupo dei concept, controllo i prototipi, seguo la presentazione, visito le aziende, i clienti”, prosegue “dedico tutto il mio tempo al design, 24 ore al giorno”. Ammette comunque che la cosa gli piace, al limite della dipendenza. “Più input ricevo, più idee mi vengono. Mi sento come una trottola, che deve continuare a girare a una certa velocità per essere stabile, perché se rallenta o si ferma finisce per cadere. È importante che la mia mente sia sempre pronta per accogliere nuove idee. È un flusso continuo, un po’ come respirare”.
Nendo, Nendo works 2014-2015. Photo Milo Mussini e Fulvio Testaverde
Nendo, “Nendo works 2014-2015”, Museo della Permanente
Oltre a un piccolo shop per la gioia dei Nendo-fan, la mostra riserva anche alcuni inediti: come i 16 oggetti realizzati per Expo 2015 su richiesta del Governo del Giappone, collaborando con 13 diversi artigiani. Il tema di fondo è il cibo: ciotole, bacchette, posate… “Ho cercato di usare soltanto il nero, per fare in modo che le persone si potessero concentrare sulla texture, sui materiali e sulle diverse tecniche impiegate”, racconta il designer. “Per esempio, nel caso della laccatura, abbiamo voluto enfatizzare la lucidità, la rifrazione della luce. Abbiamo fatto molti esperimenti con gli artigiani. Ognuno di questi oggetti ha una sua storia da raccontare, fatta di diversi materiali e diverse tecniche”.
Nendo, Nendo works 2014-2015. Photo Milo Mussini e Fulvio Testaverde
Nendo, “Nendo works 2014-2015”, Museo della Permanente

Dopo così tanti oggetti e arredi, Nendo confida però di sentirsi pronto per una nuova avventura. “Al momento, stiamo lavorando più su progetti d’interni e di architettura. Non è la prima volta che mi occupo di architettura, avevo disegnato alcune abitazioni private in passato (2003–2005), ma avevo deciso di smettere per un po’, perché l’architettura ha bisogno di tempo, di grande attenzione per i dettagli. Ora mi sento pronto a convertire in architettura l’esperienza e le competenze maturate in questi anni in diversi settori. Credo che inizieremo in Giappone, per poter controllare ogni fase e ogni singolo dettaglio.

È una scala del tutto diversa da quella del mobile e degli oggetti, ma per me si tratta sempre delle emozioni delle persone, di una narrazione: vorrei provare a trattare i progetti di architettura con lo stesso processo che adottiamo per il design”.

Nendo, Nendo works 2014-2015. Photo Milo Mussini e Fulvio Testaverde
Nendo, “Nendo works 2014-2015”, Museo della Permanente

14–19 aprile 2015
Nendo works 2014-2015
Museo della Permanente
via Turati 34, Milano

Ultime News

Altri articoli di Domus

Leggi tutto
China Germany India Mexico, Central America and Caribbean Sri Lanka Korea icon-camera close icon-comments icon-down-sm icon-download icon-facebook icon-heart icon-heart icon-next-sm icon-next icon-pinterest icon-play icon-plus icon-prev-sm icon-prev Search icon-twitter icon-views icon-instagram