American Food 2.0

American Food 2.0, il Padiglione USA di Biber Architects è un invito a entrare in un forum pubblico trasparente e aperto per una conversazione globale sull’alimentazione del pianeta.

Il Padiglione USA all’Expo di Milano presenta il ruolo unico dell’America nel futuro del cibo e ospita una conversazione globale sulla sfida di nutrire più di 9 miliardi di persone entro il 2050.

“American Food 2.0: Uniti per Nutrire il Pianeta”, racconta la storia del cibo americano – uno insieme di innovazione, diversità e imprenditorialità – attraverso una serie di temi, tra cui la sicurezza alimentare e la politica, le relazioni internazionali, la scienza e la tecnologia, la nutrizione e la salute, e la cultura culinaria.

Biber Architects, American Food 2.0, USA Pavilion, Expo Milano 2015

Il padiglione partecipa al dibattito, agendo come un ponte per le idee, e abbracciando la visualizzazione di alcune ibridazioni molto americane: analogico e digitale, naturale e tecnologico, innovativo e riciclato. Sul sito estremamente lungo e stretto, definito da un masterplan insolitamente urbano, il padiglione è delimitato da una parete analogica (contenente ascensori, scale mobili, scale, alberi meccanici, ecc); un tetto puramente digitale (vetrata SPD SmartGlass che passa istantaneamente da trasparente a opaca per rispondere alle condizioni ambientali); una fattoria verticale (con torri idroponiche con un movimento guidato da una matrice); e una passeggiata che sale attraverso il padiglione, realizzata con una passerella recuperata dal lungomare di Coney Island.

Biber Architects, American Food 2.0, USA Pavilion, Expo Milano 2015

A differenza di molti padiglioni storici, e in particolare i più recenti, American Food 2.0 è un invito ad entrare in un forum pubblico visibile, aperto e trasparente. Il padiglione è caratterizzato da apertura, trasparenza e accessibilità. Esso è composto da elementi di design sostenibile con una miriade di riferimenti alla cultura americana. Invece di una marcia forzata attraverso una mostra fissa (come nell’ultimo Expo) il padiglione offre una varietà di esperienze; uno spazio libero e flessibile, nonché una mostra lineare tradizionale. L’edificio è una struttura ispirata a un’azienda agricola industriale che include sia la semplice architettura agricola sia quella industriale e tecnologicamente avanzata in un amalgama molto americano degli opposti.

Aperto per i sei mesi dell’Expo, l’edificio verrà poi smantellato e sarà riutilizzato e riciclato, come richiesto dall’Ufficio internazionale delle Esposizioni. Può apparire un ossimoro di progettazione sostenibile, ma è un atto audace di diplomazia pubblica che sarà visto da circa 25 milioni di persone.

Biber Architects, American Food 2.0, USA Pavilion, Expo Milano 2015
Biber Architects, American Food 2.0, USA Pavilion, Expo Milano 2015
Biber Architects, American Food 2.0, USA Pavilion, Expo Milano 2015, cantiere marzo 2015
Biber Architects, American Food 2.0, USA Pavilion, Expo Milano 2015, schizzo
Biber Architects, American Food 2.0, USA Pavilion, Expo Milano 2015, schizzo
Biber Architects, American Food 2.0, USA Pavilion, Expo Milano 2015, schizzo


USA Pavilion, American Food 2.0, Expo Milano 2015
Cliente: Friends of the USA Pavilion / USA Department of State
Architetto:
 Biber Architects
Architetto incaricato: James Biber FAIA
Team: Daniel Marino, Steven Grootaert, Jackie Krasnokutskaya, Suzanne Holt, Emaan Farhoud, Suzanne Lettieri, Joshua Jow, Federico Pellegrini
Architetto responsabile del procedimento: GLA Genius Loci Architettura S.r.l.
Ingegneria:
 ESA Engineering
Strutture e sistemi:
SCE Project
Allestimento mostre:
Thinc Design
Progetto illuminotecnico:
Tillotson Design Associates
Architetto del paesaggio:
dlandstudio
Grafica:
Pentagram
Area:
3.900 mq circa
Completamento: 2015