Vincenzo Trione, critico d’arte e professore di Arte e Nuovi Media e Storia dell’Arte Contemporanea allo IULM di Milano e autore del volume Effetto città, presentato su Domus di novembre, è il curatore del Padiglione Italia alla 56. Biennale d’Arte di Venezia, che inaugurerà in maggio.
Codice Italia
Vincenzo Trione, curatore del Padiglione Italia alla 56. Biennale d’Arte, anticipa a Domus alcuni contenuti del suo progetto espositivo, che indagherà la specificità dello stile italiano.
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- 11 novembre 2014
- Venezia
Nominato dal ministro dei Beni e delle attività culturali Dario Franceschini nei giorni scorsi, Trione è stato scelto tra una rosa di 10 candidati (Mauro Codognato, Cristiana Collu, Lorenzo Giusti, Gianfranco Maraniello, Letizia Ragaglia, Francesco Stocchi e Andrea Viliani), che hanno presentato ciascuno un progetto espositivo. A Domusweb anticipa alcuni aspetti del suo progetto, per molti versi ancora “riservato” e in progress, fino al prossimo febbraio.
Come nasce il titolo della mostra “Codice Italia”? “Codice Italia” è un riferimento al codice genetico dell’Italia. Il mio progetto nasce con grande semplicità: dal bisogno di capire se esiste, o meno, una specificità dello stile italiano. I padiglioni italiani si sono spessi limitati a dare una ricognizione fenomenologica. Io vorrei invece provare a guardare al panorama dell’arte italiana, facendone emergere la peculiarità dello stile.
Quanti artisti e di quale generazione saranno presenti in mostra? Gli artisti in mostra potrebbero essere circa 10-15. Ho cercato di essere molto corretto sia dal punto di vista geografico, coinvolgendo artisti da tutta Italia, sia dal punto di vista anagrafico. L’idea è mettere in mostra almeno un’opera significativa per ogni artista, che sia stata creata ad hoc per questa occasione e per rispondere al questo tema. Il “Codice Italia”, come già avevano intuito Fabro e Merz, si fonda sul connubio molto sottile tra gesto scandaloso da un lato e frequentazione costante di memorie dall’altro: da quelle di carattere autobiografico a quelle storico-artistiche. Vorrei provare a individuare coloro che, dall’arte povera ai giorni nostri, hanno lavorato su questa esigenza.
Pensando di esporre solo opere nuove, le scadenze sono molto vicine… Mi è già capitato, al Foro Romano per esempio, di lavorare con tempi strettissimi, la cosa non mi spaventa. E la fase di scouting è quella che mi affascina di più, vorrei riuscire a individuare anche alcune voci giovanissime, scegliendo 5-6 artisti. E, alla fine del percorso espositivo, vorrei creare un capitolo a parte, sulle ultime generazioni.
Ha già in mente come allestire lo spazio? Con l’architetto Giovanni Francesco Frascino abbiamo già messo a punto un progetto molto dettagliato, tutti i momenti dell’allestimento sono già ben definiti: dalle pareti ai singoli dettagli progettuali. Con Frascino il rapporto è consolidato, abbiamo lavorato insieme anche alla mostra di De Chirico e a “Valencia 09-Confines”, entrambe all’IVAM.
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9 maggio – 22 novembre 2015
56. Esposizione Internazionale d’Arte
All the World’s Futures
Curatore Biennale: Okwui Enwezor
Curatore Padiglione Italia: Vincenzo Trione