"Prima di essere forma o funzione, queste lampade sono pura materia", spiegano i designer. "In questo progetto sperimentale abbiamo cercato di inventarci il mezzo da utilizzare." Guardandole da fuori non si riesce a definire il tipo di materiale usato — che può assomigliare tanto alla ceramica quanto a una schiuma sintetica — ma, a sorpresa, il loro nome indica proprio il tipo di composizione: pigmento colorato.
"Volevamo focalizzarci soprattutto sul colore. Quindi abbiamo deciso di lavorare con forme molto semplici in modo da accentuare la tonalità del pigmento", spiegano. "Per ribaltare la gerarchia classica tra forma e colore è stato necessario sporcarsi le mani e trovare un nuovo metodo e un nuovo materiale, la formula magica. È un modo di lavorare che nasce dalla materia stessa e in questo processo siamo diventati un po' come degli alchimisti, pesando e mescolando attentamente le diverse polveri, come quando si crea l'argilla."
Le lampade sono state completate con l'inserimento di lampadine a basso consumo e, nell'insieme, ricordano le famose luci che Le Corbusier aveva inserito nella cripta del convento di Sainte Marie de La Tourette, valorizzando l'unione di luce e colore. La versione di Studio Monsieur ne è un'efficace alternativa domestica. — Tony Come