La loro ricerca, del background, delle applicazioni, analogie e differenze tra i ricami fatti a mano e usando la macchina è stato completata da diversi esperimenti al TextielLab. In particolare, ad attirare la loro attenzione è stato un ricamo su uno sfondo solubile in acqua sul quale, una volta lavato, restano solo le parti ricamate, simili a un pizzo. Spingendo al limite i confini consentiti dalla tecnica è stato possibile collegare le tecniche del passato a quelle del presente.
La tavola tradizionale, riccamente imbandita e la sensazione di festa che questa evoca sono diventati il punto di partenza del progetto. Il ricamo è stato ispirato a motivi vegetali e animali – come carciofi, frutta, pesce e frutti di mare – tutti provenienti dalle numerose nature morte disegnate dai maestri olandesi del XVII secolo e ricamate sull'immacolata biancheria per la tavola. "Al posto delle tradizionali illustrazioni, più realistiche", spiegano i designer, "abbiamo utilizzato la prospettiva tridimensionale e una griglia di disegni, che di tanto in tanto fuoriescono dai confini del tessuto". I ricami bianchi sembrano essere soltanto appoggiati e, al tempo stesso, si fondono con il tessuto bianco.
La serie di tessuti in lino è composta da tovaglia, runner e tovagliette, accompagnati da portatovaglioli con lettere che si possono aggiungere, per consentire l'aggiunta delle iniziali dell'ospite, per un tocco più personale. New Perspectives fa parte della mostra "Turkish Red & More", che raggruppa progetti di Studio Formafantasma, Lenneke Langenhuijsen, Merel Boers e Minale Maeda.








Che valore ha il confine per l'architettura? Lo racconta una mostra
Al Magazzino delle Idee di Trieste le immagini di Roberto Conte e Miran Kambič ripercorrono un secolo diarchitettura transfrontaliera attraverso dittici visivi che rivelano connessioni, divergenze e memorie condivise.