Ferdinand Hodler, che come nessun altro nei suoi dipinti ha caratterizzato il volto della Svizzera, era al tempo stesso uno fra i maggior artisti sul volgere del XIX secolo e l'aprirsi della modernità. Per documentare la fase più matura di Hodler (1913–1918), la Fondation Beyeler raccoglie circa 80 opere eseguite dal maestro negli ultimi cinque anni di vita. A quel tempo l'artista di misere origini non doveva più dimostrare nulla a nessuno: era diventato benestante e un pittore largamente affermato. Nei dipinti ancora una volta riprende i grandi temi della sua esistenza e della sua arte, che raffigura in serie e in diverse varianti. Si pensi agli autoritratti, alle leggendarie vedute delle Alpi, alla fascinazione per la donna, la morte e l'eternità. Le composizioni di Hodler si fanno sempre più radicali e astratte.
Curata da Ulf Küste e Jill Lloyd, la mostra è introdotta da uno spazio di documentazione, nel quale le testimonianze sulla vita e l'opera di Hodler si accompagnano alle fotografie realizzate dalla grande amica e collezionista Gertrud Dübi-Müller che ritraggono l'artista con la famiglia il giorno precedente la morte. Il focus della mostra è sui paesaggi di Hodler, soprattutto vedute sia ravvicinate sia panoramiche delle Alpi.

Dal 27 gennaio al 26 maggio 2013
Ferdinand Hodler
Fondation Beyeler
Baselstrasse 101, Riehen, Basilea




Per una nuova ecologia dell’abitare
L’eredità di Ada Bursi si trasforma in un progetto d’esame del biennio specialistico in Interior Design allo IED di Torino, in un racconto sull’abitare contemporaneo, tra ecologia, flessibilità spaziale e sensibilità sociale.