L’idea che i curatori hanno maturato nel loro percorso tratteggia il collezionista come fosse una sorta di artista: un mecenate illuminato che interpreta l’arte non solo come forma di investimento che affronta con successo le crisi di borsa, ma soprattutto come strumento “in grado di arricchire l’esistenza umana”.
Al di là della valenza economica, “le ragioni del collezionare sono sempre altre… per esempio, il valore dell’opera non deriva soltanto dalla sua capacità di durare nel tempo, ma anche dall’essere lo specchio della realtà”. Ognuno troverà in questa mostra lo specchio in cui riflettere la propria esistenza perché molti e diversi sono i lavori in mostra: Di Pietrantonio e Rodeschini hanno infatti selezionato dalle collezioni private bergamasche un caleidoscopio di circa duecento opere. Lo hanno così reso per la prima volta accessibile al pubblico e, come tale, imperdibile.
Artisti, a loro modo, sono anche i curatori che hanno accostato con intelligenza lavori molto diversi tra loro: dal collettivo A12 a Maurizio Cattelan, da Gabriele Basilico a Thomas Struth, da Vik Muniz a Weng Fen, da Michelangelo Pistoletto a Damien Hirst, da Olafur Eliasson a Matthey Barney, tra gli altri.
In parallelo, la GAMeC di Bergamo presenta altre due mostre: “Le Rappel des Oiseaux”, una personale dedicata al lavoro dell’artista marocchino Latifa Echakhch (1974, El Khnansa) e “Igor e Svetlana Kopystiansky. Opere video”. Laura Bossi
“Il museo privato”
“Le Rappel des Oiseaux”
“Igor e Svetlana Kopystiansky. Opere video”
Fino al 9 gennaio 2011
GAMeC, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea
Museo Associato Amaci
Via Aan Tomaso, 53
Bergamo
Da martedì a domenica, ore 10.00 - 13.00, 15.00 - 19.00
