A New York un piccolo gruppo di professionisti dell'architettura, accademici, biologi, urbanisti e artisti fa parte di un nuovo tipo di laboratorio-studio a indirizzo formativo, che usa materiali inconsueti nella tradizione del progetto: materiale biologico, compresi tessuti viventi, batteri, alberi e funghi. ONE Lab School for Urban Ecology (Laboratorio unificato di Ecologia urbana), creato nel 2009 dall'architetto Maria Aiolova, ha sede nell'edificio collettivo del MEx, il Metropolitan Exchange di Brooklyn, e comprende laboratori di biologia di sintesi, urbanistica biomimetica, programmazione parametrica e uso di organismi per la coltivazione strutturale. L'iniziativa di cooperazione—una specie di bio-Bauhaus in nuce—intende unificare più prospettive e più obiettivi sfruttando le competenze dei collaboratori di varie organizzazioni che si dedicano alla formazione e all'ecologia, tra cui Terreform ONE, Genspace, Il MIT Media Lab, la Columbia University e la Scuola di silvicoltura di Yale. Il programma, benché attivo da un tempo relativamente recente, promuove la collaborazione tra le discipline del progetto e le scienze biologiche, e promette di far nascere il genere di prospettive e di innovazioni non ortodosse di cui c'è urgente necessità nell'èra delle crisi climatiche e della scarsità di risorse naturali. Il programma inoltre offre ai non specialisti un'occasione nuova di contribuire alla ricerca scientifica e di sperimentare strategie di progetto nuove ed ecologiche, e dà modo al progetto di espandersi in territori inesplorati.
Design e biologia: un solo laboratorio
Maria Aloiova, docente e architetto, spiega come l'architettura e l'urbanistica del futuro probabilmente si realizzeranno in uno studio-laboratorio ibrido come quello che ha creato.
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- William Myers
- 22 novembre 2011
- New York
William Myers: Come è nata l'idea di ONE Lab e come è iniziata l'attività?
Maria Aiolova: ONE Lab è stato fondato come gruppo indipendente senza fini di lucro per occuparsi di ricerca e di formazione in una sintesi di progetto e tecnologia. È iniziato come un gruppo ristretto di giovani architetti, ingegneri, biologi, ecologi, esperti di robotica, designer, specialisti di agricoltura urbana, fisici e artisti multimediali, tutti in cerca di alternative alle forme tradizionali di insegnamento e di prassi professionale. Tra loro c'erano anche Mitchell Joachim, Oliver Medesi, Ellen Jorgensen, Alex Felson e Vito Acconci. Tramite l'interazione abbiamo scoperto la necessità di un terreno pedagogico interdisciplinare, in cui gli studenti potessero liberamente fare domande, discutere, realizzare esperimenti e intraprendere azioni dagli effetti positivi per la comunità mondiale.
In che modo la prospettiva pedagogica di ONE Lab è differente da quella di altri studi e laboratori di progettazione?
ONE Lab rappresenta un canale di ricerca progettuale nuovo, in cui gli studenti usano attivamente gli strumenti e le tecnologie delle scienze biologiche. D'estate, nel corso di qualche settimana, i partecipanti apprendono le nozioni fondamentali della biotecnologia, compresa l'ingegneria genetica, la coltura dei tessuti e la clonazione; come coltivare materiali destinati al progetto, compresi alberi, piante e funghi; e si accostano alla programmazione informatica e ai modelli di coltivazione controllata. Gli studenti hanno a disposizione un laboratorio di biologia e hanno accesso ad apparecchiature e competenze specialistiche. Cosa più importante, creiamo una zona di conoscenza spiccatamente interdisciplinare per favorire la libera interazione e lo scambio reciproco delle idee.
Traiamo beneficio dall'ispirazione dell'energia e del cameratismo degli spazi che condividiamo
Che tipo di studenti viene attratto dal programma e che tipo di progetti ne è uscito?
I membri di ONE Lab vanno dagli studenti di design, scienza e arte a professionisti giovani o in carriera di tutto il mondo. Sono attirati dalla possibilità di sperimentare liberamente e di spezzare il recinto delle rispettive istituzioni accademiche o situazioni professionali. Ai corsisti si chiede di ripensare che cosa ci sia di salubre nella città, sia nella sua forma sia nella sua vita. I progetti elaborati vanno dalle fattorie urbane mobili, ai muri portanti costituiti da alberi vivi e micelio, alle celle di fitorigenerazione per il filtraggio delle acque grigie e nere, e alle vernici a base di batteri fosforescenti.
Un gruppo di studenti ha fondato una sua organizzazione senza scopo di lucro che lavora con gli abitanti della zona centrale di Chicago, insegnando loro a costruire fattorie mobili e a concentrare la luce solare. Eduardo Mayoral, uno dei partecipanti, quest'anno ha vinto il premio Holcim Next Generation con il suo progetto Bioluminescent Devices for Zero-Electricity Lighting (Apparecchiature bioluminescenti per l'illuminazione a elettricità zero), nato nel nostro laboratorio con la supervisione di Oliver Medvedik.
Secondo te in un prossimo futuro si chiederà agli studenti di architettura di studiare biologia o biologia di sintesi? E, in caso affermativo, da che cosa dipende questa evoluzione?
Credo di sì, ma ci vorrà un po' di tempo. Le scuole d'architettura devono rispettare i requisiti del NAAB (il National Architectural Accrediting Board, l'organismo che negli Stati Uniti garantisce la qualità della formazione dei professionisti dell'architettura), che sono lenti a cambiare e a cambiare rotta. Lo studio della biologia e della biologia di sintesi, d'altra parte, sta facendo passi da gigante essenziali nel colmare il dislivello tra progettisti e mondo naturale. Offre anche nuove occasioni e soluzioni creative in abbondanza all'attuale crisi dell'ambiente. Scuole indipendenti come ONE Lab hanno la capacità di dar corpo a un curriculum comprendente la biotecnologia che ci permette di affrontare i problemi significativi del nostro tempo e ci spalanca le possibilità dell'autosostentamento, della crescita organica e del cambiamento permanente.
In che modo, secondo te, il fatto che la sede delle attività sia l'edificio del MEx influisce sui contenuti e sull'esperienza del laboratorio da parte degli studenti?
L'idea di ONE Lab è nata tutta nell'edificio del Metropolitan Exchange, che comprende un'immensa diversità di raggruppamenti di società e di individui, ma abbiamo in comune la creatività, la fattività e la professionalità. Traiamo beneficio dall'ispirazione dell'energia e del cameratismo degli spazi che condividiamo. Terreform ONE è stato il primo studio d'architettura a costruire un laboratorio di biologia che si è trasformato in un'infrastruttura formativa in collaborazione con Genspace, altro laboratorio senza fini di lucro dedito ad ampliare l'accesso alla biotecnologia. Per i corsisti di ONE Lab l'attività di laboratorio in questo contesto è impagabile. E per di più non dobbiamo mai andar lontano per trovare docenti: quest'estate oltre la metà dei nostri insegnanti provenivano da organizzazioni del MEx.
Se esistesse un unico elemento della forma urbana di New York che tu potessi cambiare all'istante e per sempre, quale sarebbe, e perché?
New York è una città acquatica. Mi piacerebbe vedere l'acqua e il litorale di New York diventare uno spazio pubblico realmente interessante, integrato con la produzione energetica, la depurazione delle acque e la creazione di luoghi d'abitazione. L'estate scorsa abbiamo bandito un concorso, Water as the Sixth Borough (L'acqua come sesta area urbana), dedicato a New York e alle sue vie d'acqua, che concentrava l'attenzione sullo spazio per il tempo libero, sul trasporto pubblico, sull'industria locale e sull'ambiente originale della città. Insomma, se fossi re per un giorno aprirei al pubblico tutti i mille chilometri di litorale, creerei una barriera permeabile e realizzerei alcuni dei progetti vincitori.
A parte ONE Lab, a quali progetti ti stai dedicando, ora e nel prossimo futuro?
Stiamo lavorando per trasformare ONE Lab in corso annuale e riconosciuto. Stiamo valutando se farlo autonomamente oppure insieme con un'istituzione accademica ufficiale. Stiamo anche lavorando a un progetto per i cantieri della Marina di Brooklyn che si chiama Super Dock. Adottando i principi dell'ecologia industriale proponiamo che i bacini di carenaggio sottoutilizzati diventino spazi destinati a impianti produttivi e a incubatori, contribuendo a risolvere i problemi dei bisogni della comunità, del pubblico accesso, dello smaltimento delle acque meteoriche, del filtraggio delle acque e dell'innalzamento del livello del mare.
Wiliiam Myers insegna e scrive di storia del design e dell'architettura. Il suo prossimo libro, Bio-Design, sarà pubblicato nel 2012 da Thames & Hudson.
Maria Aiolova, architetto e urbanista di New York, ha fondato insieme con Mitchell Joachim Terreform ONE e Planetary ONE, ed è direttrice della ONE Lab School for Urban Ecology e dello ONE Prize Design and Science Award. In seguito ha insegnato al Pratt institute, alla Graduate School of Architecture and Urban Design e alla Parsons the New School for Design. Ha ottenuto il Viktor J. Papanek Social Design Award e lo Zumtobel Group Award for Sustainability and Humanity. Si è laureata in Architettura all'Università di Harvard, dopo aver studiato al Wentoworth Institute of Technology ed essersi laureata in Ingegneria alla Technische Universität di Vienna e a Sofia.