Con la ristrutturazione di un appartamento di 70 mq a Torino, lo studio Tanaka|Tomidei ha messo a punto un sistema di ingegnose soluzioni spaziali semplice ma efficace, riuscendo a creare una dinamica dilatazione degli ambienti domestici in una pianta piuttosto compatta. L’aspetto più convincente dell’intervento riguarda la scelta decisamente non convenzionale di rinuncia all’open space, in favore di uno spazio semiaperto, e la volontà di preservare il più tradizionale elemento del corridoio, lavorando piuttosto verso una sua reinterpretazione, dando vita a una sequenza di “situazioni” e “distrazioni”, come le definiscono gli stessi architetti di Tanaka|Tomidei.
A Torino, Tanaka Tomidei anima lo spazio di un appartamento pieno di distrazioni
Con un gioco di archi diritti e rovesciati, la ristrutturazione di Tanaka|Tomidei ha dilatato lo spazio di una piccola casa creando giochi visivi prospettici ed evocando le architetture storiche della città.
Foto Francesca Iovene
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- Carla Rizzo
- 17 novembre 2025
- Torino, Italia
- Tanaka|Tomidei
- 2022
Il progetto rinuncia all’open space in favore di uno spazio semiaperto, lavorando piuttosto sulla reinterpretazione del corridoio e dando vita a una sequenza di situazioni e distrazioni.
Nel dettaglio, una volta varcata la soglia di ingresso, l’area living del soggiorno è concepita in comunicazione visiva diretta con la cucina, ma i due spazi sono volutamente separati da una parete divisoria, dove si apre un arco rovesciato che inquadra l’ambiente della cucina rendendolo in parte permeabile.
Ad accentuare questa condizione di misurata attraversabilità è il tavolo scorrevole ideato come un vero e proprio oggetto site-specific: elemento centrale della vita domestica, si posiziona esattamente a cavallo dei due ambienti principali della casa, e funge da tavolo da pranzo e da lavoro, un luogo di attrazione per i riti della quotidianità.
Il corridoio è definito nel tentativo di rompere l’essenza tradizionalmente chiusa del semplice spazio servente, generando piuttosto una sorta di passeggiata nell’evocazione dell’immagine della galleria torinese, dove la figura dell’arco si ripete in una ritmica moltiplicazione delle aperture: da una parte le porte vere e proprie di accesso agli ambienti, dall’altra le ante delle armadiature.
Il senso generale di straniamento dovuto alla ripetizione degli elementi e delle forme culmina nello specchio posizionato in fondo al corridoio, che nuovamente riflette l’immagine opposta del soggiorno, allungando la prospettiva spaziale.