Un appartamento degli anni Settanta nel quartiere di Shinagawa diventa occasione per riportare alla luce qualità dimenticate della tradizione giapponese, reinterpretandole per la vita urbana contemporanea. Il fulcro dell’intervento è l’ampia zona giorno: uno spazio unitario scandito da filtri leggeri, come pannelli scorrevoli, e arricchito da episodi architettonici, tra cui una nicchia curva in terra cruda che si presta a seduta o superficie d’appoggio per oggetti e fiori.
Da qui si sviluppa una sequenza di ambienti tematici, collegati da passaggi fluidi: una sala da tè, uno studio raccolto e persino una stanza dedicata al vino. La tradizione affiora in dettagli discreti, come l’ingresso rifinito con ciottoli che restituiscono sotto i piedi la matericità della pietra, o il lungo shoji di carta di riso, quindici metri di superficie luminosa realizzata da artigiani, che diffonde la luce naturale e genera un senso di continuità, trasformando gli interni in un paesaggio mutevole nell’arco della giornata.
La sala da tè può essere isolata grazie a pannelli mobili illustrati che, reagendo alla luce, modulano l’atmosfera. Nel bagno, una vasca in legno di hinoki — materiale nobile della tradizione giapponese — trasforma la cura del corpo in un rituale di rigenerazione, reinterpretato come lusso quotidiano.
Kooo Architects non considera la tradizione come vincolo, ma come risorsa aperta, e Apartment Kairou è un esempio di come la tradizione possa andare oltre la nostalgia e diventare materia viva di progetto.
