A Sapporo, in un anonimo appartamento di circa vent’anni, lo studio giapponese Yoshichika Takagi & Associates ha realizzato una ristrutturazione che scombina lo schema distributivo consolidato basato sulla vincolante successione di corridoi e stanze chiuse: nell’ambiente che originariamente comprendeva due locali, lo studio ha optato per lo smantellamento di setti e tramezze conservando solo gli involucri murari e configurando uno spazio fluido ed unitario, profondamente rinnovato grazie alla vivace articolazione in sezione.
Una struttura leggera in legno grezzo e metallo a pilastri, travi e soppalchi sfalsati, accessibili da gradini e scale a pioli, ricodifica lo spazio precedentemente angusto e funge da “palcoscenico” flessibile e articolato per le diverse funzioni abitative, tutte situate a diverse quote: la camera da letto al livello inferiore, la cucina e il salotto ai livelli sovrastanti e gli ambienti multifunzionali ad una quota ulteriormente rialzata.

Le finiture volutamente grezze, i piani di calpestio che interrompono disinvoltamente le finestre, gli impianti rigorosamente a vista conferiscono allo spazio un carattere non-finito, ruvido ed essenziale mutuato dalle opere provvisionali di cantiere, come se la casa fosse un’opera incompiuta e continuamente “in progress” per intercettare le molteplici e mutevoli esigenze di chi la abita, indipendentemente da tipologie convenzionali e precostituite.
