Rossana Orlandi: la plastica non ha colpe

È semmai l’uso che ne facciamo a essere sbagliato. Durante la Milan Design Week 2019 Rossana Orlandi premierà i vincitori del Ro Plastic Prize, premio da lei istituito sulle orme del precedente Guiltless Plastic, per incentivare utilizzi più consapevoli del materiale

Questo articolo è stato pubblicato sul numero speciale Domus Paper, aprile 2019.
Prima di quei suoi grossi occhialoni bianchi, diventati un’inimitabile icona di stile, Rossana Orlandi portava un paio di occhialetti alla Cavour. “Le ciglia, troppo lunghe, sbattevano dietro la lente: ho l’occhio troppo grande e, forse, troppo curioso”. La caleidoscopica gallerista, che nel 2002 ha trasformato una vecchia fabbrica milanese di cravatte in un regno del design con vivaio di talenti e pergolato di vite, ha una nuova missione: “La voglia di un mondo migliore”. E aggiunge, serissima, comodamente seduta su una poltrona con sneaker a pois: “Il design ci salverà. O forse è meglio dire i designer?”. 

Barbie Dolls, Chris Jordan 32.000 Barbie corrispondono al numero di interventi elettivi di protesi al seno effettuati ogni mese negli Stati Uniti nel 2006

Ro Plastic Prize - la plastica non ha colpe

Barbie Dolls, Chris Jordan Dettaglio

Ro Plastic Prize - la plastica non ha colpe

Blue, Chris Jordan 78.000 bottiglie di acqua in plastica raffigurano l'1/10.000 del numero stimato di persone nel mondo che non hanno accesso all’acqua potabile. Per racchiudere la statistica completa occorrerebbero 10.000 stampe di quest’opera che, messe una di fianco all’altra, occuperebbero uno spazio di 16 km.

Ro Plastic Prize - la plastica non ha colpe

Blue Running the Numbers di Chris Jordan

Ro Plastic Prize - la plastica non ha colpe

Caps Seurat, Chris Jordan. Dettaglio Rappresenta 400.000 tappi di plastica che corrispondono al numero di bottiglie di plastica consumate ogni minuto negli Stati Uniti.

Ro Plastic Prize - la plastica non ha colpe

Caps Seurat Georges Seurat - Un dimanche après-midi à l'île de la Grande Jatte

Ro Plastic Prize - la plastica non ha colpe

Over the Moon, Chris Jordan, Dettaglio Raffigura 29.000 carte di credito, equivalenti alla media di persone che ogni settimana hanno dichiarato bancarotta negli Stati Uniti nel 2010.

Ro Plastic Prize - la plastica non ha colpe

Overt the Moon, Chris Jordan

Ro Plastic Prize - la plastica non ha colpe

Spazio Rossana Orlandi, cortile Via Matteo Bandello 14/16, Milano

Ro Plastic Prize - la plastica non ha colpe

Spazio Rossana Orlandi, entrata Via Matteo Bandello 14/16, Milano

Ro Plastic Prize - la plastica non ha colpe

Ro Plastic Prize - la plastica non ha colpe

Con questo virtuoso e ambizioso intento nasce la prima edizione del premio internazionale Ro Plastic Prize (parte dell’iniziativa Guiltless Plastic lanciata lo scorso anno), che chiama a raccolta la comunità del design – e soprattutto le giovani generazioni – per affrontare la sfida dell’inquinamento della plastica. “Sono arrivate oltre 300 candidature da ogni parte del mondo – dalla Turchia alla Nuova Zelanda, dall’Australia al Brasile, passando per Canada e Cina, oltre che dall’Europa. Una bella sorpresa. Credo sia necessario smettere di pensare che il cambiamento climatico sia un problema del futuro, va risolto nel presente. Abbiamo impugnato le armi della progettazione per farne una battaglia creativa generazionale. Perché la plastica di per sé non ha colpe, può diventare una risorsa ricca di possibilità e potenziali. Il vero problema è il suo utilizzo sbagliato. Con questo concorso vorrei stimolare e incentivare i più giovani – ma non solo – a concentrarsi sulle immense possibilità della plastica riciclata. L’invito è studiare, ma studiare davvero, e applicarsi. E tornare alla natura”. 

Ro Plastic Prize. Disegno di Patricia Urquiola

Rivolto a tutti, senza limiti di età, il premio è suddiviso in categorie: Home textiles, per tessuti sintetici riciclati senza colle o prodotti chimici inquinanti; Packaging solutions, per confezioni inedite dal multiplo utilizzo, e, immancabile, la sezione Design dedicata a reintrodurre la plastica riciclata nella nostra vita quotidiana. “Non è assurdo che solo il 2% di questo materiale si trasformi in qualcosa di nuovo?”, si chiede Rossana Orlandi. E aggiunge: “C’è una quarta categoria: Conscious innovation projects, che vede nella responsabilità sociale un elemento cruciale di innovazione”. Dedicata a persone od organizzazioni rivolte a sperimentare e inventare, non è destinata solo al progetto nel suo risultato finale, ma soprattutto al processo stesso che esso comporta. 

“Ma poi lo abbiamo chiamato quel ragazzino dall’India Occidentale?”, domanda a uno dei dieci collaboratori della sua squadra under 35. “Mi piace sceglierli coetanei”, scherza alzando, con grazia, la voce da una stanza all’altra.  Si riferisce ad Haaziq Kazi, il ragazzino di 12 anni nato nella città di Pune che, dopo aver ideato e progettato una nave di 40 metri, larga 12 e alta 25, in grado di ripulire gli oceani dalla plastica attraverso un sistema di pompe aspiranti, oggi è alla ricerca di sponsor che lo aiutino a realizzarla. “Ci piacerebbe invitarlo in galleria, è un vero idealista. Il design non ha forse bisogno anche di questo? Ci piacerebbe coinvolgere anche Greta Thunberg”. La giovane attivista svedese di 15 anni, candidata al Children’s Climate Prize, che ogni venerdì lascia la scuola, incrocia le braccia e impugna gli striscioni davanti al Parlamento di Stoccolma in nome dell’ambiente. “Forse bisognerebbe partire da lì, dall’educazione e dalla formazione. Coinvolgere le scuole, soprattutto gli istituti di design, per attivare un vero circolo virtuoso di insegnamento, evitando la caccia alle streghe su materiali più o meno colpevoli. Abbiamo bisogno di abbracciare il potenziale del design – progettisti e aziende sono tutti coinvolti – e riconoscere l'impatto che può avere: è giusto pensare di essere parte del problema, solo allora si potrà fornire una soluzione”.  

Galleria Rossana Orlandi

La premiazione del Ro Plastic Prize si svolgerà naturalmente al Museo della Scienza e della Tecnica, durante il Salone del Mobile, poco lontano dalla casa madre della mondana cacciatrice di teste progettanti che ama le peonie (e viene dalla campagna). Parallelamente al Padiglione Ferroviario del Museo della Scienza e della Tecnologia, Rossana Orlandi presenta “Plastic-Master’s Pieces”, un’esposizione di soli pezzi unici realizzati dalla plastica riciclata. 

“Abbiamo invitato artisti, designer e architetti a interpretare per la prima volta in vita loro un progetto che poi vorremmo venisse venduto all’asta”, spiega, azzittendo un telefono che continua a squillare. “Ci saranno Patricia Urquiola, Formafantasma, Nacho Carbonell, Barnaba Fornasetti, Piet Hein Eek, Piero Lissoni e molti altri”. Cercando di ricordare nomi – da sempre il suo punto debole – racconta di amici e professionisti della progettazione che caratterizzano e influenzano il suo approccio (multisfaccettato) poliedrico. “Non voglio designer che abbiano una sola visione, ma intercetto punti di vista differenti. Soprattutto attraverso il lavoro che faccio ormai da anni, mi piace vedere quando un pensiero si evolve e si trasforma. Lo cerco con il Premio, negli artisti, nei designer. Lo cerco da sempre. E mi conforta sapere che non c’è un solo futuro, ma ci sono diversi mondi a venire”.   

Rossana Orlandi. Ritratto di Giovanni Gastel
  • Ro Plastic Prize
  • Museo della Scienza e della Tecnica
  • Via San Vittore 21, Milano
  • 10 aprile 2019
  • Plastic-Master's Pieces
  • Padiglione Ferroviario del Museo della Scienza e della Tecnologia
  • Via San Vittore 21, Milano
  • 9-14 aprile 2019 (Milano Design Week)
  • esposizione dei progetti finalisti del Ro Plastic Prize
  • giardino della Galleria Rossana Orlandi
  • via Matteo Bandello 14, Milano
  • 9-14 aprile 2019 (Milano Design Week)