12 manifesti per la sicurezza sul lavoro: “No Safety, No Work”

Un progetto dei giovani studenti dell’istituto Isia di Pordenone, sostenuto da Cafc, trasforma numeri tragici in immagini di denuncia, ispirandosi alla memoria di Lorenzo Parelli, lo studente morto durante un’esperienza di alternanza scuola-lavoro.

Solo la poesia comica e disperata di Charlie Chaplin poteva trasformare in sorriso la tragedia di un incidente sul lavoro. In Tempi moderni (1936) Charlot resta stritolato dagli ingranaggi della catena di montaggio e il pubblico in sala ride. Ma fuori dallo schermo non c’è nulla da ridere: il lavoro uccide. Mutila, brucia, schiaccia, consuma. Ogni anno centinaia di morti, migliaia di feriti. Secondo i dati Inail, nel 2024 le vittime in Italia sono state 1.090. E milioni di lavoratori vivono quotidianamente tra precarietà, ricatti e silenzi: il 60% degli infortuni non viene denunciato.

No Safety, No Work nasce da una riflessione collettiva con i giovani studenti dell’Isia di Pordenone, coordinati dal grafico Bruno Morello: dodici manifesti che diventano dodici grida visive, dodici linguaggi diversi per affermare che la sicurezza non è un optional, non è una variabile di bilancio, ma un diritto. C’è chi sceglie la via della denuncia frontale, come Joshua Ejiofor: una croce rossa composta di teschi e il punteggio tragico – 200 a 0 – del match tra morte e sicurezza. C’è chi riduce tutto a un urlo, come Fatin Lachhab: “Chi lavora non dovrebbe dover urlare per essere protetto”. C’è chi lavora sul vuoto, come Giorgia Spignolo: un equilibrista circondato da lettere instabili, sospeso tra caduta e resistenza. E c’è chi mette in scena la brutalità industriale, come Sifi Ibrahim El Khalil: una mano mozzata, una sega circolare e la frase senza appello: “Broken tools can be replaced. You can’t”. Immagini dure, ma necessarie. Non gratuite: frutto di uno sguardo consapevole e di un’urgenza etica condivisa.

Dodici manifesti che diventano dodici grida visive, dodici linguaggi diversi per affermare che la sicurezza non è un optional, non è una variabile di bilancio, ma un diritto.

Il progetto è stato sostenuto da Cafc, da anni attenta al tema della sicurezza anche nei percorsi di stage e formazione. Un impegno che si è tradotto nella Carta di Lorenzo, documento nato in memoria di Lorenzo Parelli, giovane studente friulano scomparso nel 2022 durante un’esperienza di alternanza scuola-lavoro. La Carta riconosce negli studenti non forza lavoro da utilizzare in modo strumentale, ma persone in formazione, da accompagnare e tutelare. Come ha ricordato Alessia Rosolen, assessore al Lavoro della Regione Friuli Venezia Giulia, che ha firmato il documento insieme al presidente del Cafc Salvatore Benigno: “La sicurezza sul lavoro è una responsabilità individuale e collettiva, un diritto che diventa dovere e che non ammette eccezioni”. Da qui la scelta di trasformare i manifesti in una campagna di pubblica utilità per la Regione Friuli Venezia Giulia. 

Perché No Safety, No Work non è solo un titolo: è un principio che dovrebbe valere come legge. Senza sicurezza, il lavoro non esiste. Esiste solo il rischio. E, troppo spesso, il rischio sfocia nella tragedia.

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