AI ovunque, meno schermi: così cambia il design della tecnologia nell’era post smartphone

Il design tecnologico entra in una nuova era: ecco cosa abbiamo visto all’Ifa 2025 di Berlino, la più grande fiera tech del mondo.

Più passa il tempo, più ci accorgiamo che i lunghi mesi del Covid sono stati uno spartiacque. Lo sono stati per tante cose e anche per l’Ifa di Berlino, “the world’s largest home & consumer tech event”, il più grande evento del mondo dedicato alla tecnologia di consumo e per la casa, come dicono i cartelloni pubblicitari disseminati qua e là nella capitale tedesca.

L’Ifa è una fiera, e ci eravamo immaginati che le fiere dopo il Covid potessero sparire, assorbite da eventi digitali, o essere completamente ripensate, come era successo durante la Design Week di settembre 2020 o l’Ifa di quell’estate. Edizioni sperimentali non troppo riuscite che hanno lasciato una eredità pressoché nulla. Ma che qualcosa sia cambiato nelle fiere è innegabile. Cosa sia esattamente forse ci vorrà del tempo per capirlo. Di sicuro, il quadro geopolitico sempre più teso influisce su eventi che nascono per oltrepassare quei confini che oggi sembrano di nuovo rilevanti. 

Il design della tecnologia è uno degli ambiti più sottovalutati dal giro ‘cool’ del progetto. Eppure, è il vero design dell’oggi, quello con cui ognuno di noi ha a che fare.

Berlino, che era la città del Muro, il più importante confine del ventesimo secolo, sta cambiando faccia. Non è il più il laboratorio d’Europa con prezzi accessibili ma poco lavoro, frontiera di sperimentazioni creative e della libertà individuale e dell’edonismo. Ora è la città di Zalando e delle startup. La capitale della tecno è diventata la città dei tech bro, quella subcultura globale medio/altospendente e gentrificante, che si installa in maniera estrattiva in luoghi con alto tasso di creatività, dove effettua uno scambio energetico sbilanciatissimo, alzandone i prezzi all’inverosile e riducendoli poi all’entropia intellettuale – o anche peggio, vedi cosa è successo a San Francisco. 

Sacha Lakic. Courtesy Wikimedia Commons

Ifa è diventata una fiera più noiosa in una città più noiosa. Complice anche la quasi totale sparizione dalle sale della Berlin Messe dei comparti più vivaci del tech – l’audio, la fotografia e gli smartphone; spazi oggi occupati soprattutto da elettrodomestici e tecnologia per la smart home, con tanti brand tedeschi che qui giocano in casa e una grande presenza di aziende cinesi. È una fiera in cui ci si crede, ma meno di prima. Un tempo, le aziende si mostravano con eventi in tutta la città e si affannavano per annunciare a Berlino le ultime novità. Quest’anno molti brand hanno comunicato in segreto alla stampa prodotti che usciranno nei prossimi mesi, senza esporli negli stand.  

Dieci anni fa, il re incontrastato della fiera era lo smartphone, il più importante dispositivo tecnologico dai tempi dell’automobile. Oggi Samsung, l’azienda che ha venduto più smartphone di tutti nella storia, dedica ai dispositivi mobili un banchetto in un padiglione tutto dedicato alla casa AI, con tanto di micro smart home modulare con una coda fuori da fare invidia a quella del Berghain. 

Ciao smartphone, quindi, ma al suo posto chi c’è? Se cerchiamo la categoria di prodotto con la maggiore crescita, probabilmente ci sentiremo rispondere l’aspirapolvere robot. Ognuno ne tragga la morale che preferisce. Anche vero che questi sono i primi robot autonomi a entrare nelle nostre case. Di sicuro non saranno gli ultimi. 

Intanto, il nostro gusto nei confronti della tecnologia è cambiato. E sta cambiando anche il modo in cui viene progettata. Il design della tecnologia è uno degli ambiti più sottovalutati dal giro “cool” del progetto. Eppure, è il vero design dell’oggi, quello con cui ognuno di noi ha a che fare, quello che forse più di ogni altro ci provoca piacere o anche disgusto. 

Dopo il Covid, che doveva essere secondo Zuckerberg e altri ‘tech bro’ l’anticamera del metaverso, invece è successo che abbiamo riscoperto ‘le cose’.

Come sta cambiando il progetto tecnologico è stato il tema di una tavola rotonda con protagonista il designer Sacha Lakic, invitato da Roche Bobois, quest’anno a Ifa in partnership con Tcl. Con lui Shane Lee, a capo del Design Innovation Centre dell’azienda cinese numero 2 al mondo per la vendita di televisori. Lakic ha sottolineato come un tempo eravamo quasi ossessionati dalla necessità di avere tecnologia, e soprattutto schermi, ovunque. Ora li nascondiamo o li riduciamo al minimo. Vogliamo oggetti intelligenti e tecnologici. Siamo esausti di una tecnologia che esibisce se stessa. E poi c’è tutto l’enorme tema dell’uso dell’AI per progettare.

C’è anche un altro aspetto di novità che abbiamo ravvisato. È poco più di una sensazione, di cui ci siamo resi conto percorrendo su e giù gli spazi della Messe in questi giorni, da quando le sale e i corridoi sono un infinito cantiere di stand in costruzione fino all’apertura nel weekend, quando il grande pubblico invade la Messe di Berlino. 

SyBran CODE27

“The world’s largest home & consumer tech event” è parsa l’anteprima di un mondo post smartphone. O meglio, di uno in cui lo smartphone c’è, ma viene dato per scontato. Talmente imprescindibile che non se ne parla più. E tutto intorno si costruiscono una serie di sistemi, vuoi che siano legati alla smart home, con LG che presenta la prima linea di elettrodomestici che hanno le app da scaricare e Dreame che nel giro di pochi anni ha già un ecosistema casalingo; poi ci sono droni che guidi con appositi occhialoni e tanti gadget con funzioni AI – come il registratore vocale di Plaud. Molte cose viste in fiera fino a ieri ci sarebbero sembrati un “di troppo” rispetto alle funzioni del telefono. Oggi invece ritrovano la loro funzione, come se gli oggetti che lo smarpthone ha fatto sparire stessero tornando. Perché dopo il Covid, che doveva essere secondo Zuckerberg e altri “tech bro” l’anticamera del metaverso, invece è successo che abbiamo riscoperto “le cose”. 

Le cose del passato, anche per i nativi digitali, come abbiamo detto oramai tante volte, ma perché no, anche quelle del futuro. Dall’Ifa 2025, tra concept e prodotti presto sul mercato, abbiamo selezionato sia le più riuscite, di queste “cose”, ma anche quelle che ci dicono qualcosa del mondo che sarà. Con la precisazione, come anticipato, che le sorprese non finiscono qui: ma per quello, bisognerà aspettare la caduta degli embargo.

Ultimi articoli in Design

Ultimi articoli su Domus

China Germany India Mexico, Central America and Caribbean Sri Lanka Korea icon-camera close icon-comments icon-down-sm icon-download icon-facebook icon-heart icon-heart icon-next-sm icon-next icon-pinterest icon-play icon-plus icon-prev-sm icon-prev Search icon-twitter icon-views icon-instagram