di Alessandro Scarano
Con ogni nuova versione della serie 1000X, Sony cambia il modo in cui viviamo il suono.
Dal primo modello WH-1000X, lanciato nel 2016, ogni versione ha segnato un cambio di passo preciso: la cancellazione del rumore ai massimi livelli, la portabilità perfezionata, un’estetica più morbida e urbana, la connettività multipoint. Il quinto modello, lanciato due anni fa, ha perseguito un minimalismo radicale con una scocca rigida.
Le nuove WH-1000XM6 chiudono questo ciclo e ne aprono un altro. Tornano a essere pieghevoli. Suonano in modo più pulito. Sono più leggere. Ma più di ogni altra cosa, mostrano dove Sony vuole portare l’intera esperienza d’ascolto. E tutto ruota attorno all’esperienza e al design. Su questi temi, le principali testate di tecnologia — come The Verge e Wired — hanno scritto che “le WH-1000XM6 affinano senza reinventare” e che “Sony non costruisce solo tecnologia — costruisce esperienze. Dal Walkman alla linea WH-1000X, l’azienda ha sempre trattato il suono come un problema di design.” Secondo Highsnobiety, “oggi le cuffie sono più che strumenti: sono dichiarazioni di stile. E Sony lo sa meglio di chiunque altro.”
Ancora oggi, il fattore più importante per chi acquista cuffie è (...) l’emozione stessa del suono.
Mio Nakanishi, Tetsu Sumii e Koichiro Tokunaga (Sony)
“Il nostro approccio si basa su un’evoluzione costante e sulla continuità” spiegano a Domus in un’intervista approfondita via email Mio Nakanishi (Sony Corporation, Personal Entertainment Product Planning), Tetsu Sumii (Sony Creative Center) e Koichiro Tokunaga (Personal Entertainment Product Planning). “Per questo non abbiamo bisogno di apportare cambiamenti significativi al nostro linguaggio formale”. Ogni generazione rappresenta una filosofia biennale. Il messaggio delle 1000XM6 non è rivoluzione, ma orientamento: una cuffia che scompare nella vita quotidiana, diventando il fulcro di un sistema che segue l’ascoltatore ovunque.
Dotate per la prima volta dopo sette anni di un nuovo chip, le 1000XM6 promettono una “qualità del suono che riproduce fedelmente le intenzioni degli artisti”, un risultato affinato attraverso una calibrazione realizzata in collaborazione con numerosi studi.
Dalle geometrie alla fluidità
La storia del design delle 1000X è anche la storia dell’evoluzione della filosofia Sony. Le prime WH-1000X avevano linee essenziali e marcate — una silhouette netta che le rendeva immediatamente riconoscibili. Con il tempo, la serie è diventata più parametrica, morbida e fluida, fino ad arrivare alle curve continue e al corpo pieghevole e portatile delle 1000XM6.
La forma riflette un cambiamento nel modo in cui Sony concepisce l’audio: meno centrato sull’oggetto, più su come esso si integra nell’ambiente. Anche il comfort ha un ruolo fondamentale — queste cuffie sono eccezionalmente leggere e comode, pensate per essere indossate tutto il giorno.
Sono quindi ideali per la Gen Z, che considera sempre più spesso i dispositivi audio come “oggetti moda e parte integrante dello stile di vita”, e che li utilizza in modi più ibridi: ascoltando mentre fa altro o indossandoli costantemente. Per questo pubblico, Sony ha creato ULT, una linea dedicata agli under 30, e ha sviluppato colorazioni speciali come l’edizione Olivia Rodrigo della serie LinkBuds.
Avendo utilizzato le 1000XM6 per tutta l’estate, non le trovo drammaticamente più “perfette” dei modelli precedenti. Ma non è questo il punto. Non si tratta di rivoluzione — ma di direzione. La cancellazione del rumore è eccezionale, probabilmente la migliore che abbia mai provato, la nuova colorazione blu è fresca ed elegante, e il comfort è elevato anche quando si indossano al collo.
Più di ogni altra cosa, le 1000XM6 segnano l’inizio di una nuova era: la cuffia come compagna, come nodo in un sistema, come interfaccia di un ecosistema che ci segue — per strada, nei caffè, a casa e, presto, anche in auto. Il futuro dell’audio non riguarda solo le cuffie. Riguarda il suono stesso, che diventa fluido, anticipatorio e impercettibilmente presente.
Le cuffie over-ear come punto di riferimento
In un’epoca dominata dagli auricolari, Sony continua a sostenere che le cuffie over-ear (cioè con padiglioni che coprono completamente le orecchie, isolandole fisicamente dai suoni esterni) definiscono ancora l’esperienza d’ascolto più profonda. “Le cuffie over-ear restano la scelta di chi vuole godersi l’intrattenimento in modo più intenso e con maggiore concentrazione”, spiegano i designer. La struttura avvolgente garantisce immersione e una cancellazione del rumore superiore — le stesse ragioni per cui la linea 1000X è diventata un punto di riferimento.
La possibilità di un uso continuo, senza doverle togliere, è sempre stata il limite delle over-ear. A differenza degli auricolari open, creano una barriera che spinge gli utenti a toglierle quando vogliono riconnettersi con l’ambiente circostante. Gli auricolari open sono un’evoluzione relativamente recente, e i LinkBuds Open di Sony hanno colto perfettamente questo cambiamento — auricolari “che potresti anche non togliere mai”, pensati per un ascolto continuo e sempre attivo.
La sfida di Sony è stata portare quella stessa naturalezza anche sulle cuffie chiuse, senza compromettere l’immersione. Con le WH-1000XM6 ci si è avvicinata come mai prima d’ora. Utilizzando dodici microfoni e l’Adaptive NC Optimizer — sviluppato inizialmente per la cancellazione del rumore — le 1000XM6 offrono una modalità trasparenza che risulta molto più naturale, “come se non le stessi indossando affatto”. In questo senso, il nuovo modello riformula le over-ear non solo come strumenti di isolamento, ma come dispositivi che possono finalmente aspirare a un uso continuo.
Se l’immersione è il presente, l’audio spaziale è il futuro. Con 360 Reality Audio per gli ascoltatori e 360 Virtual Mixing Environment per i creatori, Sony sta trasformando le cuffie in portali verso campi sonori tridimensionali.
Con l’espansione degli spazi virtuali e del cinema immersivo, il suono non è più un accessorio — diventa architettura: un elemento centrale nel modo in cui viviamo storie, videogiochi e performance.
Oltre le app: verso interfacce predittive
Le cuffie Sony sono supportate da una delle app companion più potenti sul mercato. Headphones Connect consente agli utenti di personalizzare l’equalizzazione, gestire il suono adattivo, impostare profili basati sulla posizione e controllare le integrazioni con altri servizi. Ma tutta questa ricchezza può anche risultare eccessiva.
Sony riconosce che il futuro va oltre le app. “Attualmente, attraverso funzioni come Quick Access, stiamo portando avanti l’integrazione delle cuffie con vari servizi, offrendo agli utenti un’esperienza in cui possono accedere intuitivamente a musica e informazioni senza dover aprire un’app», spiegano i portavoce.
Questo è l’orizzonte post-app: interfacce che si dissolvono, sostituite da sistemi guidati dall’intelligenza artificiale che anticipano i bisogni invece di aspettare input.
È qui che entra in gioco l’AI generativa.
Sebbene Sony eviti di entrare nei dettagli sui piani futuri, la visione è chiara: cuffie e speaker che si adattano non solo all’ambiente — strada silenziosa, bar affollato, salotto — ma anche allo stato emotivo. Musica che cambia con l’umore. Paesaggi sonori che anticipano i bisogni. Una personalizzazione che appare naturale, non manipolativa.
Una frontiera delicata.
Un suono che ti segue ovunque
Le 1000XM6 fanno parte di un sistema più ampio pensato per seguire l’utente. “Ci sono ancora diversi aspetti dell’esperienza audio domestica che non sono pienamente soddisfatti”, spiega Sony, “ma uno dei principali è l’integrazione fluida delle esperienze audio”. In casa, la nuova funzione Auto Switch trasferisce automaticamente l’audio dalle cuffie agli speaker. “Esploriamo e sviluppiamo costantemente nuovi modi per evolvere la connettività tra dispositivi”, aggiungono. Questi sforzi rappresentano uno dei pilastri della visione a lungo termine del brand.
Ma la casa è solo una parte dell’esperienza fluida che Sony persegue. Nei caffè o negli spazi di lavoro condivisi, la cancellazione del rumore e la modalità trasparenza si adattano all’ambiente. Durante gli spostamenti, le cuffie si piegano e si trasportano facilmente. L’ambizione è portare questa fluidità ancora oltre — fino all’automobile, per esempio.
Il progetto congiunto tra Sony e Honda sui concept di mobilità anticipa un futuro in cui l’audio personale si fonde con gli ambienti automobilistici.
Potresti anche non toglierle mai (...) come se non le stessi indossando affatto.
Mio Nakanishi, Tetsu Sumii e Koichiro Tokunaga (Sony)
Il prototipo di veicolo Sony Honda Mobility Afeela — presentato per la prima volta al CES — non è stato concepito semplicemente come un’auto, ma come una sorta di micro-abitazione in movimento, in cui poter vivere il meglio della tecnologia di intrattenimento firmata Sony. Questo concetto è stato spiegato informalmente a Domus da Daisuke Ishii, responsabile del design Sony e direttore creativo del progetto con Honda.
Se Apple ha costruito il proprio impero sull’integrazione totale, il percorso di Sony è diverso. Senza commentare direttamente i concorrenti, l’azienda mette in evidenza la varietà del proprio ecosistema — cuffie, TV, PlayStation, fotocamere e ora automobili.
Dove Apple unifica, Sony diversifica: offrendo continuità in contesti differenti, piuttosto che rinchiudere l’utente in un hortus conclusus.
La cultura dell’audio
Se le WH-1000XM6 indicano il futuro, il Walkman ci ricorda da dove tutto è cominciato. Lanciato nel 1979 come primo lettore portatile a cassette, il Walkman originale ha dato il via a una rivoluzione: la musica è diventata mobile, personale, costante. Questa trasformazione continua ancora oggi — dall’ascolto portatile ai sistemi audio progettati per seguirci in ogni ambiente.
Quello spirito d’innovazione è radicato nella cultura del design Sony. Basato sulla cura giapponese per il dettaglio e modellato da ricerche globali e influenze culturali, l’approccio progettuale di Sony si fonda su archetipi: forme e interfacce che superano le mode e risuonano universalmente. Cinema, arte e filosofia contribuiscono a questo ethos tanto quanto l’ingegneria industriale. Il risultato: prodotti audio che sono strumenti, ma anche oggetti culturali.
“Ancora oggi, il fattore più importante per chi acquista cuffie è la qualità del suono”, affermano i portavoce. Queste cuffie di sesta generazione portano avanti quella precisione, messe a punto insieme a studi professionali per preservare “l’emozione stessa del suono”. Ma il loro vero significato sta nel modo in cui ridefiniscono l’idea di qualità sonora: non solo purezza acustica, ma continuità dell’esperienza.
Il Walkman stesso — oggi oggetto di culto rilanciato anche dai social, con sostenitori illustri come Hideo Kojima — incarna questa continuità. Dalle origini analogiche all’attuale linea di lettori digitali ad alta risoluzione per audiofili, riflette la convinzione di Sony che l’audio meriti ancora un dispositivo dedicato — e che l’ascolto resti un’esperienza degna di una forma tutta sua.
